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Settembre 15, 2024, domenica

Stasera in tv:”A History of Violence”, le ramificazioni della violenza

Stasera in tv: A History of Violence di David Cronenberg. Storia di un eroico antieroe, che fa i conti con il proprio passato peccaminoso. La violenza è antropologicamente rappresentata come un’erbaccia, che, una volta attecchitasi, si propaga sull’ l’entourage del protagonista. La regia gioca sull’alternanza tra luce e buio per evidenziare l’onnipresenza del peccato e l’idea del sotterfugio, in un mondo in cui l’essenza e gli istinti delle persone non sono rivelati, ma non per questo non esistono. L’uso espressionistico dell’illuminazione proietta sui personaggi un’ombra di peccato; il male è mostrato nella sua banalità ed ubiquità, non senza iperbolico umorismo. I caricaturali villains, rappresentano i gradi di folle minaccia che il non meno aggressivo protagonista dovrà eliminare; in una darwinistica lotta alla sopravvivenza, l’uomo si afferma nell’azione e nell’istinto, assimilandosi ironicamente alle “macchine di guerra” degli action movies, che dominano, con la loro violenza, il mercato cinematografico.

Tom Stall (Viggo Mortensen) gestisce un ristorante in una tranquilla cittadina dell’Indiana; qui egli vive con la bella moglie avvocato Edie (Maria Bello), e i figli, l’intelligente teenager Jack (Ashton Holmes) e l’adorabile bambina Sarah (Heidi Hayes). Stall è un membro rispettato della comunità; ancor più quando due rapinatori dalle manie omicide prendono d’assalto il suo ristorante ed egli riesce ad annientarli. L’uomo è improvvisamente e suo malgrado un eroe mediatico; degli strani figuri, dalla reputazione di assassini, lo accerchiano, sostenendo che egli non è chi dice di essere, ma un pericoloso killer, che un tempo apparteneva al loro mondo di criminalità organizzata…

Stasera in tv: A History of Violence, storia di banale ed ubiqua violenza

Il film si apre con una sequenza di introduzione sui criminali che, in maniera del tutto casuale, agiranno da catalizzatore sulla vita del protagonista, quando sceglieranno di rapinare il suo ristorante. La violenza è quindi rappresentata nel suo carattere di pura accidentalità, nonché banalità. Un rapinatore aspetta il collega fuori da un edificio, in quella che appare essere una normale scena di partenza di due persone da un hotel. Peccato che, si scoprirà, il personale dell’albergo sia steso sul pavimento ed immerso nel sangue, per mano dei due criminali, che probabilmente non volevano pagare. Uno di loro passeggia nella hall, giocherellando con il campanello di chiamata e cercando monetine nel telefono, come un bambino in esplorazione di un hotel abbandonato; tutto tace ed è tranquillo, poiché i cadaveri sono nascosti dal bancone. La violenza non è visibile, ma non per questo non esiste.

Questa si propagherà come un’erba parassita, in seguito al rocambolesco passaggio dei due criminali in una tranquilla cittadina dell’Indiana. Dal momento della loro tentata rapina, si installa un irresistibile meccanismo a catena, che travolgerà la vita di Tom Stall, in una veloce degenerazione. In essa, gli istinti più viscerali prenderanno il posto alla razionalità e l’azione si sostituirà alla parola. Il padre di famiglia predica la non violenza, ma è di fatto facendo fuori due persone che afferma il proprio eroismo. Il figlio, conseguentemente, decide di ribellarsi ai bulli del liceo a colpi di pugni. La moglie avvocato, abituata a farsi giustizia in tribunale, si ritrova nel giro di poco tempo a difendere la proprietà con un fucilone al braccio. 

Stasera in tv: A History of Violence-Photo Credits: bloody-disgusting.com
Stasera in tv: A History of Violence-Photo Credits: bloody-disgusting.com

Gli istinti si nascondono, ma non per questo non ci sono

All’inizio del film, ella seduce il marito travestendosi da cheerleader. Edie domina sessualmente Tom, proponendo dei giochini erotici “birichini” che inneggiano al candore dell’amore puro e adolescenziale. La rivelazione della vera essenza dell’uomo, tuttavia travolgerà la dinamica, trasformando il sesso in puro istinto animalesco, e manifestando impulsi che erano già tuttavia presenti nei due personaggi. Analogamente, il cuoco del ristorante racconta che sua moglie lo prendeva a forchettate nel sonno, poiché sognava che l’uomo fosse un serial killer. Il mondo del subconscio, di desideri e paure non rivelate, permea la nostra vita, che lo si voglia o no; del resto, l’eros è sempre sinonimo di distruzione nella filmografia di Cronenberg. La presenza di un lato oscuro o nascosto negli uomini è sottolineata dall’uso espressionista della luce; l’illuminazione di lampade in ambienti bui proietta sistematicamente delle ombre su Tom e sua moglie.

Il motivo dell’accensione e spegnimento della luce elettrica è consistentemente impiegato nell’evocazione della contrapposizione tra luminosità ed oscurità; alla ricorrente dialettica tra eros e thanatos, si aggiunge perciò l’altra contrapposizione “wagneriana”, tra giorno ingannatore e notte rivelatrice dell’istinto e della verità. È del resto di notte che Tom affronterà i rapinatori ed in seguito il minaccioso fratello Richie, affrontando il passato ed abbracciando l’integrità della propria identità; è sempre di notte che egli torna a casa e si riconcilia con la famiglia, guardandosi ad occhi spalancati con la moglie, quasi a sottolineare un risveglio. L’idea di una verità segreta è echeggiata dal motivo della cecità, presente nella figura del mafioso Carl Fogarty (Ed Harris), il quale è privo di un occhio e nasconde lo sguardo dietro agli occhiali da sole.

L’iperbole e la vena umoristica, il commento di Cronenberg

Ad esso fa da pendant l’idea del rifiuto di vedere, quando Richie (William Hurt), vigliaccamente si gira per non assistere all’uccisione, da lui ordinata, di Tom. Il caricaturale personaggio, che abita in una villa dai tocchi draculeschi e sghignazza come une folle, esplicita una vera ironica caratterizzante un film sviluppato nell’idea dell’iperbole e del surreale; del resto, non capita tutti i giorni di svegliarsi la mattina ed assistere a gang di mafiosi farsi fuori nel nostro giardino (Simpson a parte).Oltre al trattamento iperbolico della violenza, si trovano forme di ironia drammatica; come nell’episodio in cui i bulli che perseguitano Jack stanno per fare un incidente con i rapinatori: non sapendo che si tratta di due spietatissimi assassini, li mandano a quel paese.

Il film chiede al pubblico di cambiare tutto il tempo il tono” ha detto a questo proposito il regista. “È divertente e poi è improvvisamente scioccante e poi immediatamente spaventoso e di nuovo divertente, e poi triste e commovente-fa tutto questo. È pericoloso da fare e può creare dei controeffetti” ha raccontato, riferendosi a un critico che si era arrabbiato perché gli altri ridevano; “Non ho mai fatto un film che non fosse divertente” ha affermato il regista con tono definitivo. Stasera in tv: A History of Violence, alle 21.00, su Iris.

Sara Livrieri

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