Tre sono stati i giorni di esercitazioni dell’esercito cinese intorno all‘isola di Taiwan in risposta all’incontro tra la presidente di Taipei Tsai Ing-wen e lo speaker della Camera americana Kevin McCarthy. 91 i caccia e 12 navi da guerra cinesi rilevate dal ministero della difese taiwanese. Gli Usa hanno mandato un cacciatorpediniere in risposta alle decisioni cinese che hanno alzato la tensione in uno scenario già complicato, in cui il pericolo di un invasione cinese di Taipei è sempre vivo.
Taiwan, le esercitazioni cinesi e le parole della presidente taiwanese
“Un comportamento irresponsabile”. Così la presidente di Taiwan Tsai Ing-wen ha definito i tre giorni di esercitazioni cinesi lungo le coste del suo paese. Un fatto voluto da Pechino in risposta all‘incontro tra Tsai Ing-wen e ,o speaker della Camera americana Kevin McCarthy. Un evento che la presidente di Taipei ha commentato, come battuto dall’Ansa, affermando che le visite all’estero “non sono nuove e sono ciò che la gente si aspetta. Tuttavia, la Cina sta usando le manovre militari per l’instabilità a Taiwan e nell’area e non è un atteggiamento responsabile di una potenza regionale”.
Dal canto suo il ministero della difesa taiwanese ha rilevato 91 caccia e 12 navi da guerrra cinesi muoversi lungo il suo territorio. In una nota dello stesso ministero si legge che la Cina “”ha inviato aerei militari che hanno attraverso la linea mediana dello Stretto di Taiwan da nord, dal centro e dal sud” mentre la contraera taiwanese era pronta a rispondere.
Si tratta di una vera e propria escalation militare che la Cina ha messo in atto perchè per Pechino, come si legge su Tgcom 24, “indipendenza e pace di Taiwan si escludono a vicenda“. Anzi il portavoce del ministero degli esteri cinese Wang Wenbin ha affermato che le esercitazioni militari con cui l’esercito cinese ha circondato Taiwan sono, come riportato da Tgcom24, “un severo monito per le forze secessioniste di Taiwan e la loro collusione con forze esterne” e “azioni necessarie per salvaguardare la sovranità nazionale e l’integrità territoriale”.
Le mosse degli Usa e le paure giapponesi
Dal canto loro gli Usa non sono rimasti a guardare la manovra messa intimidatoria messa in atto da Pechino. Il cacciatorpediniere missilistico Uss Milius ha, infatti, iniziato ad operare al largo delle isole Spratly per la libertà di navigazione di quell’area. Un missione definita dalla marina americana “conforme al diritto internazionale” . Un fatto che invece è stato definito illegale dalla Cina ed ha aumentato le paure giapponesi.
Tokio infatti non è tranquilla con le isole meridionale, vicine a Taipei, che rischiano di finire nel conflitto. Del resto anche il ministro della difesa giapponese Yasukazu Hamada ha definito le esercitazioni cinesi, come battuto dall’Ansa, “un addestramento intimidatorio” dettato da “un atteggiamento intransigente”.
Stefano Delle Cave
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