Sono queste le ultime ore di ossigeno per i cinque componenti del Titan, il sottomarino di Ocean Gate che li ha portati a circa 4 km di profondità negli abissi dell’Oceano Atlantico. Ma cosa hanno in comune il Titan e il Titanic? Perché, più di 100 anni dopo, si sono perse le tracce di un sottomarino che dovrebbe aver sviluppato una tecnologia molto più avanzata?
Le condizioni di partenza del Titan e del Titanic
Ma procediamo con ordine: cosa è il Titan? Si tratta, sostanzialmente, di un’attrazione turistica. Un sottomarino che si spinge verso gli abissi per dare la possibilità ai suoi passeggeri di vedere con i propri occhi ciò che resta del magico Titanic. Infatti, i resti del transatlantico della White Star Line, affondato nel 1914, si trovano a una profondità tale per cui ci si può arrivare solo mediante un sistema di compressione che comprende un portellone sigillato con 17 bulloni svitabili solo dall’esterno. È in grado di trasportare solo cinque persone (un pilota e quattro membri dell’equipaggio), che durante il viaggio possono sia osservare i resti del relitto, che ricerche e raccolta di dati, produzione di contenuti digitali a e test in acque profonde di hardware e software.
I cinque componenti di questo viaggio turistico tramutato in un incubo sono personalità importanti, anche perché il biglietto costa 250mila dollari. In questo viaggio è presente pure il CEO della compagnia Ocean Gate, Stockton Rush. Insieme a lui, il britannico Hamish Harding, Shahzada Dawood ed il figlio Suleman Dawood, pakistani, e il francese Paul-Henri Nargeolet. Ma vediamo come funziona questa tecnologia e perché si è arrivati alla tragedia.
Sommergibile, non sottomarino
Una volta diffusa la notizia, non sono mancate le teorie e i complotti sull’intenzione di “fare fuori” delle personalità molto ricche e influenti. Ancora, l’assonanza con il nome Titanic ha portato sicuramente a parlare di maledizione del termine titanico. In realtà, la tecnologia dietro il Titan è molto più semplice di quanto si possa pensare. Infatti, è più corretto parlare di sommergibile e non di sottomarino.
Secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration degli Stati Uniti, c’è una sostanziale differenza. Infatti, un sottomarino ha abbastanza potenza per lasciare un porto e tornare in un porto da solo. Mentre un sommergibile, invece, ha riserve di potenza limitate. E deve quindi deve essere “lanciato” da una nave madre, che dovrà anche andare a recuperarlo. In questo caso, si può parlare di sommergibili come dei subacquei, che possono esplorare una parte di oceano prima di tornare su una nave che li riporterà in un porto.
il suo sistema di supporto vitale che può sostenere un equipaggio di 5 per un massimo di 96 ore, secondo l’azienda. Inoltre, il sommergibile utilizza un sistema proprietario “Real Time Hull Health Monitoring“, che secondo l’azienda, fornisce “una funzione di sicurezza senza precedenti che valuta l’integrità dello scafo durante ogni immersione”. Inoltre, la nave ha come timone un controller di gioco wireless Logitech F710. Che, però, è modificato, con alcuni stick personalizzati, tecnicamente per una migliore navigazione.
I problemi di sicurezza erano già noti
Nonostante il sistema in sé abbia subito dei miglioramenti, non sono mancati i dubbi sulla sicurezza. Infatti, sono arrivate diverse testimonianze di chi ha già fatto questo viaggio. Tra queste, l’ex passeggero Arthur Loibl. Infatti l’uomo ha dichiarato a Sky News che durante la traversata del 2021, in direzione del relitto del Titanic, “tutti erano nervosi”. Loibl ha poi descritto le condizioni anguste dell’imbarcazione, lunga appena 6,5 metri. Dichiara infatti che all’interno “non ci sono sedili, non si può stare in piedi e non ci si può inginocchiare, si sta solo seduti per 10 ore e mezza”. Questo comporta sia dolori fisici, che diverse difficoltà per chi si trova a bordo, senza alcuna comodità. L’uomo ha infine aggiunto che il batiscafo era “molto, molto freddo” e, ai suoi occhi, “non sicuro”.
Inoltre, negli ultimi giorni, con gli sviluppi delle ricerche, sono comparse tante testimonianze di chi lavorava in Ocean Gate. L’ex direttore delle operazioni marittime, David Lochridge, sarebbe stato licenziato nel 2018. Le motivazioni? Aveva “sollevato gravi problemi di sicurezza riguardanti il progetto Titan”. Esiste infatti un documento legale dove Lochridge scriveva di essere preoccupato per “il controllo di qualità e la sicurezza del Titan, in particolare per il rifiuto di Ocean Gate di condurre test critici e non distruttivi del progetto dello scafo sperimentale”.
Lochridge sosteneva che il portello di osservazione all’estremità anteriore del sommergibile poteva sostenere una pressione certificata di soli 1.300 metri, nonostante Ocean Gate volesse portare i passeggeri a una profondità di 3.800 metri. “OceanGate ha rifiutato di pagare il produttore per costruire un portello certificato per resistere alla profondità richiesta di 4.000 metri”, si legge nel documento. Inoltre, Lochridge sostiene che le sue segnalazioni sulla mancata sicurezza sono state totalmente ignorate dal Ceo della compagnia. Lo stesso Ceo che in questo momento è in fondo all’Oceano, prigioniero nel suo stesso Titan.
Marianna Soru
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