Dopo il rallentamento di aprile, grazie alla graduale revoca delle restrizioni anti-Covid, l’export cinese torna a correre. Le vendite all’estero sono aumentate del 16,9% su base annua intanto anche le importazioni registrano un +4,1% dopo la stagnazione.
Gli analisti avevano in verità previsto questa ripresa ma in maniera molto decisamente più modesta.
La ripresa cinese
Le esportazioni cinesi sono cresciute a due cifre già nel mese di maggio, superando così le aspettative di mercato grazie al riavvio delle fabbriche e all’allentamento dei numerosi ostacoli logistici successivo alla decisione delle autorità di ridurre gradualmente le varie restrizioni anti-Covid imposte a Shanghai nel tentativo di scongiurare la situazione pandemica.
Anche le importazioni in verità sono in aumento per la prima volta in tre mesi. Quest’ulteriore aumento è fondamentale in quanto fornisce supporto al governo, intanto impegnato a tracciare un percorso economico che permetta al Paese di uscire dallo shock sul lato dell’offerta che ha scosso il commercio globale ed i mercati finanziari negli ultimi mesi.
Le percentuali della ripresa
Nel mese scorso l’export è cresciuto del 16,9% rispetto all’anno precedente, registrando una crescita più rapida da gennaio di quest’anno e di più del doppio delle aspettative degli analisti, che puntavano su un aumento decisamente più basso, ossia circa dell’8%.
Per quanto riguarda le importazioni invece si parla di un aumento del 4,1% rispetto ad un anno prima. Quello dell’import è il primo incremento in tre mesi, rispetto alla crescita piatta che ha caratterizzato lo scorso mese di aprile.
I cambiamenti vincenti
Le principali case automobilistiche in particolare sono state in grado di aumentare la produzione a maggio, mentre la capacità di movimentazione delle merci nei porti e negli aeroporti sta tornando ai livelli precedenti alla chiusura. Il produttore di auto elettriche Tesla ha poi riaperto la sua fabbrica a Shangai lo scorso 19 aprile, dopo un’interruzione di 22 giorni, ed è tornato ai livelli di produzione precedenti alla chiusura alla fine del mese di maggio. Sempre nello stesso mese la banca centrale ha preso la decisione di tagliare il tasso di riferimento per i mutui ipotecari con un margine inaspettatamente ampio; mossa in linea con il lavoro che Pechino sta portando avanti nella speranza di rianimare il settore immobiliare in difficoltà, arrivando così a sostenere l’economia tutta.
I sondaggi ufficiali e privati hanno mostrato che l’attività industriale cinese si è contratta ad un ritmo più lento a maggio grazia all’allentamento delle restrizioni anti-Covid nei principali centri di produzione, con un indicatore sugli ordini di esportazione in miglioramento.
La Cina ha dunque registrato un surplus commerciale di 78,76 miliardi di dollari il mese scorso, battendo così le previsioni di surplus di 58 miliardi di dollari contenute nei sondaggi. Il governo cinese ha ora annunciato un pacchetto di 33 misure che riguardano politiche fiscali, finanziarie, di investimento e industriali, anche se gli analisti sostengono che sarà difficile raggiungere l’obiettivo ufficiale del Pil di circa il 5,5% per quest’anno senza abbandonare la strategia zero-Covid.
Ginevra Mattei
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