Un bimbo di soli due anni, impugnando un’arma da fuoco, con un colpo uccide il padre ad Orlando (Florida – USA).
Secondo la ricostruzione dei fatti delle autorità della Florida, la polizia ha trovato la madre del piccolo, Marie Ayala, intenta a praticare un massaggio cardiaco all’uomo, Reggie Mabry. Tutto inutile però: il 26enne è poi deceduto in ospedale. I fatti risalgono allo scorso 26 maggio, ma la svolta sarebbe arrivata ieri.
A raccontare agli inquirenti che la responsabilità della morte di Mabry sarebbe da addossare al bambino sarebbe stato il fratello di soli 3 anni, uno in più del fratello. Il più piccolo dei due avrebbe trovato l’arma cielo stesso padre aveva lasciato incustodita in una sacca; dopo averla presa in mano il bimbo avrebbe premuto il grilletto in direzione del padre, intento nel mentre a giocare ad un videogioco.
I precedenti dei genitori e le nuove accuse
I due genitori erano in libertà condizionata entrambi reduci da una condanna per abbandono di minori e possesso di sostanze stupefacenti. A questo punto, la madre dei bimbi Marie Ayala dovrà confrontarsi con le accuse di omicidio colposo per grave negligenza e possesso di armi e munizioni. La donna è quindi stata portata proprio nella giornata di ieri in carcere. I bambini sono invece stati affidati al Dipartimento dell’Infanzia della Florida.
Le restrizioni USA sulle armi
In occasione della ancora recentissima strage di Uvalde il Presidente USA Joe Biden aveva chiesto nuove restrizioni sulle armi. Lo scopo è proprio quello di limitarne l’accesso e di rendere quest’ultimo controllato al solo fine di evitare stragi quali quella in Texas e ancora questa in Florida. Si tratta di disgrazie che segnano non solo coloro che sono direttamente coinvolti nelle singole vicende, ma anche intere comunità. Disgrazie che però gli Stati Uniti potrebbero, e anzi per il Presidente Biden ne hanno il dovere morale, evitare e a cui potrebbero finalmente porre il punto di fine.
Ginevra Mattei
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