Il licenziamento di James Gunn come regista della Marvel, è ormai sulla bocca di tutti. La notizia ha fatto più di una volta il giro del globo terrestre, subendo più di una ri-apertura a causa del forte dissenso creatosi tra le figure del settore. Non a caso, nel contesto fanno capolino altre realtà e tra questa sembra emergere il nome di Warner Bros.
La Disney infatti, ha creato un precedente che ha destato non pochi pensieri. Molti, nell’industria cinematografica, si sono espressi in maniera preoccupata su di una decisione con forti ricadute sulla libertà di espressione personale.
L’ex direttore, infatti, non è stato allontanato per le sue prestazioni lavorative, lodevoli tra l’altro, consistendo nel grande successo dei primi due capitoli (anzi, volumi) della trilogia dedicata all’adattamento di “Guardiani della Galassia”. La brusca frenata che ha interrotto la carriera di Gunn nella Disney, sarebbe stata causata da alcuni tweet di pessimo gusto pubblicati circa una decade fa.
I commenti, riportati in auge dal “The Daily Mirror” (un sito web di estrema destra), tratterebbero alcune tematiche come la pedofilia con una leggerezza del tutto fuori luogo. Stando alle dichiarazioni dell’autore, le intenzioni sarebbero state quelle di risultare provocatorio in linea con il profilo della compagnia di film per cui lavorava a quei tempi.
Nonostante le scuse pubbliche, la Disney ha interrotto tutti i rapporti e di recente, ha minacciato di non utilizzare la sceneggiatura che l’ex dipendente avrebbe consegnato ben prima di venire sbattuto fuori.
Di fronte a questa eventualità, Dave Bautista, l’attore famoso per il suo passato nel Wrestling e interprete di Drax nella compagine protagonista di Guardiani, ha espresso la volontà di recedere il contratto.
Anche gli altri colleghi del cast hanno espresso solidarietà nei confronti di Gunn innescando di fatto un baudelamme mediatico che è giunto fino ai fan. Non è a caso, l’esistenza di una petizione online che ha raccolto, in qualche giorno, più di 300 mila adesioni nel tentativo di chiedere una ri-assunzione del regista.
I dirigenti della “grande D” non hanno ancora annunciato un rimpiazzo sulla sedia precedentemente occupata da James Gunn ed è alquanto improbabile che tornino sui propri passi.
Poco tempo prima, la ABC – la cui proprietaria è proprio “casa Topolino” – aveva “fatto fuori” Roseanne Barr, una comica trumpista che su Twitter avrebbe definito una collaboratrice di Barack Obama come “simile ad una scimmia”.
La faccenda, assume quindi un movente indiretto siccome la figura di Gunn è apertamente critica nei confronti dell’attuale governo statunitense – una mossa da accomunare all’opera di destabilizzazione mediatica già attuata dal The Daily Mirror con le campagne di fake news sulla politica.
Non solo, il caso è esploso durante un momento di delicata trattativa della Disney per l’acquisto della Fox, una mega compagnia per cui avrà bisogno dell’approvazione dell’amministrazione Trump.
Se due più due fa quattro, allora, ciò che sta per realizzarsi potrebbe sembrare proprio il finale di uno dei cartoni della compagnia di media più grande al mondo.
Tutto è bene, quel che finisce bene; secondo The Hollywood Reporter, molti studi cinematografici starebbero rincorrendo il regista rimasto orfano del suo impiego. Tra questi, spiccherebbe il nome della Warner Bros la quale detiene i diritti della DC Comics, storica rivale della Marvel nell’ambito dei fumetti americani.
James Gunn vicino alla Warner Bros? Staremo a vedere…La categoria dei cinecomics è dominata dalle produzioni targate Disney e la Warner Bros potrebbe cogliere l’occasione di mettersi in pari assicurandosi la competenza di qualcuno che il nemico, lo conosce molto bene.
Tra l’altro, all’inizio di quest’estate, Gunn avrebbe rivelato di aver già tenuto, in passato, dei colloqui con la Warner per lo sviluppo di un titolo DC. Lo sposalizio è dunque un’ipotesi molto realistica.
Con il licenziamento di Gunn, i dirigenti della Disney hanno di fatto attirato critiche più severe di quello che pensavano avrebbero subito se i ponti con il regista non fossero stati tagliati. Staremo a vedere se questa mossa determinata da convenienza politica avrà delle ritorsioni anche sul mercato di cui ormai è leader (?).