Agli inizi del Diciannovesimo Secolo, quello di vedere un’Italia unita sembrava un sogno irrealizzabile. Nella penisola però in quel periodo stava crescendo un forte spirito patriottico, che diede vita al Risorgimento. I tre nomi più importanti di questo momento storico sono senz’ombra di dubbio quelli di Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi e Camillo Benso, conte di Cavour. Quest’ultimo in particolar modo riuscì a gestire una politica di tipo liberista diventando nel 1852 primo ministro del Regno di Sardegna, unico ad essere rimasto indipendente dopo i moti rivoluzionari del ’48. A dare la spinta definitiva verso l’unità fu la celeberrima spedizione dei mille di Garibaldi del 1860. I territori occupati vennero ceduti al re Vittorio Emanuele II di Savoia, si trattava di una svolta epocale.

Il primo Parlamento d’Italia

Le prime elezioni dell’Italia unita si svolsero il 27 gennaio ed il 3 febbraio 1861. L’orizzonte politico al tempo vedeva la nuova Camera come un luogo di aggregazione e condivisione di ideali. Una data storica fu quella del 18 febbraio 1861, quando per la prima volta a Torino si riunì il primo Parlamento nazionale. L’entusiasmo pullulava in quella che era la capitale del Regno di Sardegna, ovunque vi erano gruppi di patrioti che intonavano canti di guerra e di gloria.

A presiedere la Camera vi era il politico Urbano Rattazzi, mentre al Senato il principe di Fitalia Ruggero Settimo. Il presidente del Consiglio era proprio Camillo Benso di Cavour. Il Governo sembrò lavorare in un’atmosfera di quasi totale concordia, le antiche divisioni tra Destra e Sinistra sembravano essersi attenuate del tutto.

Il discorso della Corona

Quel giorno l’arrivo di Vittorio Emanuele II fu accolto dalla folla con un applauso scrosciante. I 270 senatori e i 443 deputati neoeletti si erano riuniti nel cortile di Palazzo Carignano di Torino. Erano presenti anche dei diplomatici provenienti da Francia, Belgio, Prussia, Svezia, Turchia ed Inghilterra. Nel discorso il re decise di ricordare i recenti successi militari e politici, e celebrò il sostegno che gli amici Stati europei avevano dimostrato alla causa italiana. Con gioia si ebbe modo di inneggiare a quell’unità nazionale che solo pochi anni prima sembrava irraggiungibile.

Mi compiaccio di manifestare al primo parlamento d’Italia la gioia che sente il mio animo di Re e di Soldato

Vittorio Emanuele II, discorso della Corona, 18 febbraio 1861

Ludovica Nolfi

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