18 Regali film di Francesco Amato dal 2 gennaio in tutte le sale cinematografiche d’Italia, con Vittoria Puccini, Edoardo Leo e Benedetta Porcaroli.
Ispirato alla storia vera di Elisa Girotto, una madre che al momento della sua gravidanza scopre di avere un tumore al seno e decide, in un atto estremo di amore materno, di lasciare qualcosa alla bambina che non conoscerà mai.
Con la consapevolezza che sua figlia nascerà senza il conforto di una guida materna, Elisa decide di regalare alla sua Anna 18 Regali, uno per ogni compleanno fino alla maggiore età.
Per conto del Metropolitan Magazine ho visto in anteprima il film di Francesco Amato, di questo ringrazio e sono debitrice, tuttavia RIDATEMI INDIETRO TUTTE LE LACRIME CHE HO VERSATO!
Film poco adatto ai deboli di cuore, 18 Regali è un cofanetto di emozioni ben confezionato. Sarebbe stato facile impacchettare un film drammatico, riempirlo di cliché e darlo in pasto allo spettatore con il solo scopo di centrare l’obiettivo del successo facendo ʺpiagneʺ (passatemi il dialettismo). Eppure 18 Regali di Francesco Amato non si adagia sugli allori di raccontare una storia che è già di per sé un successo, anche solo per il clamore mediatico che il caso di cronaca ha suscitato.
Non sorprende tanto la sceneggiatura del film che propone, grazie alla magia del cinema, una storia irrealizzabile nella realtà –come tantissimi altri script del genere-, quanto alcuni tecnicismi registici inaspettati e, esteticamente, sorprendenti.
Il lirismo onirico, non facile da trattare, è perfettamente funzionante e aggiunge alla storia quel fil rouge necessario affinchè la vicenda narrata da Amato sia credibile. Guardiamo il film e non ci sentiamo traditi, presi in giro, è come se stessimo sognando con Anna e ci abbandonassimo al turbine di emozioni e lacrime catartiche. Il film, spesso e volentieri, è simbolico. Il valore aggiunto, quasi ossessivo, dell’acqua come elemento di rinascita è godibile, ma, alle volte, eccessivo. (A mio avviso una scena sarebbe bastata. Tuttavia non sono una regista, è un’opinione personale).
Il finale mi ha ricordato 2001 odissea nello spazio di Stanley Kubrick. Invito il lettore a prendere questa mia affermazione non troppo sul serio: con questo non voglio dire che 18 Regali sia paragonabile a 2001 odissea nello spazio, ci mancherebbe…ne ho solamente estrapolato la dottrina nicciana dell’eterno ritorno, dove la parole Fine fa rima con la parola Inizio.
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