Una ventina di Paesi tra cui Stati Uniti, Francia ed Emirati Arabi Uniti hanno chiesto, in una dichiarazione congiunta alla Cop28, di triplicare le capacità energetiche nucleari nel mondo entro il 2050, rispetto al 2020, per ridurre la dipendenza dal carbone e dal gas, la principale sfida di questo vertice. Tra gli altri firmatari figurano Bulgaria, Canada, Repubblica Ceca, Finlandia, Ghana, Giappone, Moldavia, Mongolia, Marocco, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Ucraina, Corea del Sud e Regno Unito. “La dichiarazione riconosce il ruolo chiave dell’energia nucleare nel raggiungimento della neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050 e nel mantenere a portata di mano l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 C”
“Sappiamo dalla scienza, dai fatti e dalle prove che non possiamo raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050 senza l’energia nucleare”, ha dichiarato John Kerry durante l’evento a Dubai. Il presidente rumeno Klaus Iohannis ha spiegato che l’energia nucleare rappresenta per il suo Paese “una fonte stabile di energia che contribuisce alla sicurezza energetica e alla decarbonizzazione”
L’annuncio è stato fatto da John Kerry, inviato americano per il clima, a Dubai, insieme a diversi leader tra cui il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro belga Alexander de Croo. Cina e Russia, oggi i principali costruttori di centrali nucleari nel mondo, non sono tra i firmatari.
Sbloccare i finanziamenti mondiali a favore dell’energia nucleare
Sbloccare i finanziamenti mondiali a favore dell’energia nucleare: è quanto auspica il direttore generale dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, in una intervista a France Press a margine della Cop28. Secondo Grossi è “un errore” rifiutare il nucleare, che consentirebbe una consistente limitazione del riscaldamento climatico e l’abbattimento dei gas serra.
La difficoltà maggiore, per Grossi, è il reperimento dei finanziamenti per l’energia nucleare: “Esistono disposizioni statutarie, a volte anche in alcune istituzioni di credito internazionali, che escludono il nucleare. Credo che ciò sia totalmente obsoleto e che non corrisponda ad alcun criterio scientifico o tecnologico. Si tratta piuttosto, penso, di cose del passato”. La Banca Mondiale per esempio non ha finanziato progetti sul nucleare dal 1959. “Penso e spero che ci sara’ una evoluzione” sui finanziamenti pubblici, aggiunge. Il direttore dell’Aiea cita il caso degli Emirati Arabi Uniti: “Avevano zero nucleare una decina di anni fa e adesso contano su quattro reattori“, che producono un quarto dell’energia elettrica consumata nel Paese. Grossi mette in guardia chi considera i fallimenti di certi progetti per svalutare l’energia atomica.