Sant’Anatalone, conosciuto con tanti nomi anche Anatelon, Anatalo o Anatolo, è stato un vescovo, probabilmente uno dei primi della città di Milano. Il vescovo visse intorno all’inizio del III secolo d.C. La Chiesa cristiana festeggia il Santo il 24 settembre.
Il luogo più antico di culto dedicato ad Anatalone si trovava nella basilica protocristiana ad Concilia Sanctorum, a Milano. Su questa piccola struttura fu eretta la Chiesa di San Babila. Le sue reliquie di possono trovare nel Duomo Vecchio di Brescia, furono trasportate nella basilica bresciana intorno al 1472.
La vita di Sant’Anatalone, uno dei primi vescovi di Milano
Non si hanno notizie certe sulla vita di questo vescovo, ma fu probabilmente tra i primi della diocesi milanese.
Le prime informazioni sulla sua vita ci giungono dall’opera di Paolo Diacono chiamata Gesta episcoporum Mettensium, scritta nel VIII secolo. Nell’opera è riportato che Anatalone era stato uno dei discepoli del grande San Pietro e che fu lui stesso a inviarlo a Milano come primo vescovo. Non sappiamo con certezza se questa fonte sia corretta e attendibile, la vita del Santo è ricca di leggende ancora oggi misteriose. In alcuni cataloghi bizantini del VII- VIII, Anatalone è presentato come un discepolo di san Barnaba apostolo.
La leggenda sulla sua vita vuole che Anatalone fece edificare una chiesa dedicata al Salvatore Gesù Cristo su un precedente tempio pagano. La tradizione vuole che proprio su questa costruzione antichissima sia stata eretta la chiesa di San Giorgio al Palazzo a Milano.
Lo stesso mistero che offusca la sua vita è presente nella sua morte e sul luogo in cui accadde. Alcuni dicono che alcune reliquie vennero portate a Milano, nella cappella intitolata ad Concilia Sanctorum, verso il V secolo. Si pensa che il luogo di sepoltura rimase fu la basilica milanese di San Babilia, in cui si celebrava un sepoltura simbolica. Anche in questo caso abbiamo però un’altra versione, quella secondo cui Sant’Anatalone sarebbe stato sepolto nella chiesa di San Fiorano a Brescia. Questa tesi è avvalorata dal ritrovamento delle reliquie tutt’oggi venerate a Brescia.
Federica Tocco
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