Ignazio La Russa inviperito critica sui social l’editoriale di Pif sul 25 aprile.
La Russa attacca Pif sui social
“Pif si è esibito oggi con un articolo sul Fatto che ha dell’incredibile” commenta stizzito il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa in un video postato sui suoi canali social. Per il senatore di Fratelli d’Italia il paragone (provocatorio) di Pif tra i morti della Repubblica di Salò e i mafiosi uccisi sarebbe un “vergognoso parallelo”.
L’editoriale di Pif che ha fatto infuriare La Russa
“Propongo la giornata delle vittime mafiose. Onore pure alla mafia” ha scritto ironicamente Pif in un editoriale su Il Fatto Quotidiano.
L’ex “iena” propone di trasformare completamente il 21 aprile, giornata in memoria delle vittime di mafia: “Facciamolo diventare il giorno in memoria dei caduti di tutte le guerre, senza esclusione alcuna. Come non ricordare, quindi, i circa mille mafiosi uccisi in agguati mafiosi, per motivi mafiosi durante la guerra di mafia. È una proposta rivolta a tutti, senza distinzioni politiche e culturali. Il 21 marzo diventi, anziché divisivo, giornata di concordia nazionale“.
La polemica è nata qualche giorno fa, quando La Russa ha proposto di trasformare il 25 aprile, anniversario della liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista, in una giornata per ricordare le vittime di tutte le guerre senza fare alcuna differenza, ricomprendendo persino i morti per coronavirus.
Un modo, secondo La Russa, per “trasformare il 25 aprile da data divisiva in una giornata di pacificazione“.
Boss mafiosi scarcerati, La Russa attacca l’esecutivo
L’ultimo affondo di La Russa nel suo video contro Pif riguarda il governo: “I suoi amici di sinistra stanno decidendo di mettere fuori i mafiosi dal carcere”.
Il senatore di Fratelli d’Italia si riferisce alle polemiche nate in questi giorni sulla scarcerazione di alcuni boss mafiosi, tra cui il 78enne Francesco Bonura e il 65enne Vincenzino Iannazzo, a cui sono stati concessi gli arresti domiciliari.
Secondo l’opposizione, la scarcerazione dei boss mafiosi sarebbe stata possibile grazie ad alcuni provvedimenti adottati dall’esecutivo per contenere il contagio da coronavirus.
Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha replicato alle accuse con un post su Facebook: “Credo ci sia un limite a tutto. Sia chiaro: tutte le leggi approvate da questa maggioranza e riconducibili a questo governo sanciscono esplicitamente l’esclusione dei condannati per mafia (ma anche per qualsiasi reato grave) da tutti i cosiddetti benefici penitenziari“.
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