Diretto da Zack Snyder, “300” è un film del 2007 che narra di Leonida, capo di Sparta, e della battaglia dei trecento spartani contro l’esercito di Serse alle Termopili. Adattamento cinematografico dell’omonima graphic novel di Frank Miller, che ha partecipato alle riprese del film, ispirata al peplum L’eroe di Sparta del 1962, nei primi tre giorni di programmazione ha incassato solo negli USA più di settantasette milioni di dollari.
La vicenda ci viene raccontata da Delios (David Wenham), un soldato spartano particolarmente abile nella retorica e nella narratologia. È lui a farci scoprire che è stato Leonida (Gerard Butler) a dichiarare guerra al messaggero di Serse, ed è attraverso la sua narrazione e dal suo punto di vista che viviamo la battaglia delle Termopili. Il genere del film è infatti considerato epico e fantastico per la sua componente poco realistica tipica di quello che può essere un racconto orale o un fumetto.
Una graphic novel cinematografica
Ben lontano da tutti gli altri film del filone sword and sandals, o peplum, Snyder è stato capace di portare sul grande schermo l’epicità del genere e la drammaticità della vicenda storica con una fotografia degna della graphic novel di Frank Miller. Se anche ci sono delle inesattezze storiche esse risultano non tanto come errori della pellicola quanto come licenze poetiche che il narratore, il personaggio Delios, si prende nel raccontare dal suo punto di vista la storia. Il cast, tra cui figurano anche Lena Headey, Dominic West e Michael Fassbender è perfettamente all’altezza degli standard voluti dal regista, e Rodrigo Santoro è del tutto calato nel personaggio dell’ambiguo, astuto e superbo semidio Re dei Re Serse.
L’utilizzo di stop motion, slow motion, effetti speciali e piani sequenza proietta lo spettatore direttamente dentro al dinamismo dell’azione. Le scene di combattimento sono pura adrenalina, crude ma non truculente in quanto la parte surreale della pellicola attenua la componente splatter. La fotografia sfrutta colori marcati esaltati dal pulsante rosso sangue che fanno sembrare la pellicola a tratti un fumetto in movimento, a tratti un’opera ispirata al gioco di chiaroscuri di Caravaggio.
Cosa farebbe un uomo libero?
La domanda non è cosa dovrebbe fare un cittadino spartano o un marito o un re, devi chiederti invece, amore mio adorato, cosa farebbe un uomo libero.
La colonna sonora di Tyler Bates esalta l’azione così come i monologhi fuori campo e, seppur riprenda sonorità riconducibili alla Grecia antica, dona un accenno di modernità tendente al rock. I dialoghi del film risultano ridotti all’indispensabile, pieni però di frasi da ricordare, poetiche, idealiste e quasi filosofiche. Ne traspare un messaggio di fondo che vuole sottolineare l’importanza dei valori di onore e libertà. I trecento spartani, guidati dal prode Leonida, sono pronti ad affrontare la morte e “a cenare nell’Ade” pur di proteggere la loro essenza di uomini liberi e non dover far inchinare i propri figli e le proprie donne a chi desidera il potere smisurato e manca di quei valori che sono le fondamenta di Sparta.
Questa contrapposizione tra i trecento uomini valorosi ed un esercito che combatte per pura superbia è ben sottolineata dalla rappresentazione semi-fantastica degli antagonisti degli spartani. Serse in primis risulta essere un gigante dorato dalla profonda voce ammaliante e nelle fila del suo esercito troviamo guerrieri che sembrano essere più riconducibili ad orchi che a uomini. A livello di costumi questa differenza è accentuata anche dalla quasi nudità degli spartani in opposizione alle armature ed uniformi pesanti e ricche dell’esercito di Serse. Così come la presenza fisica dei trecento è riconducibile a delle perfette statue greche in movimento, la deformità degli avversari sottolinea la loro mancanza di principi morali.
Libertà, onore e coraggio hanno più valore di vita, potere e ricchezza.
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