Il 9 novembre 1989 è uno di quei giorni che la Storia ricorderà per sempre; a questa data, infatti, coincide la caduta del Muro di Berlino. Il Mauerfall segnò la fine della cortina di ferro, e diede inizio al processo di riunificazione della Germania e conclusione della guerra fredda.
Per commemorare la ricorrenza, in città avranno luogo diverse celebrazioni e manifestazioni a tema. Lo scopo è ricordare e riflettere su una pagina lunga ed importantissima per la Germania, la cui divisione appare ancora oggi, per certi versi, percettibile, nonostante i trentacinque anni trascorsi dalla riunificazione del Paese.
La caduta del Muro di Berlino: gli antefatti
La catena di circostanze che portò al crollo del Muro prese il via alla fine dell’agosto del 1989, quando l’Ungheria rimosse le restrizioni al confine con l’Austria. Oltre tredicimila tedeschi dell’Est tentarono di raggiungerla ma, quando seppero che non sarebbe stato permesso ai non ungheresi di attraversare la cortina di ferro, si riversarono a Budapest e Praga. Il ministro degli Esteri di Bonn Hans-Dietrich Genscher permise ai profughi di raggiungere in Occidente, con l’obbligo però di ripassare attraverso la frontiera tedesco-orientale. I treni dei rimpatriati, tuttavia, saltarono le stazioni previste ad Est. Le proteste contro il Governo s’inasprirono, e il leader della DDR Erich Honecker si dimise a ottobre di quell’anno.
Al suo posto, Egon Krenz, che concesse ai cittadini dell’Est alcuni permessi per viaggiare verso Ovest. Il ministro della Propaganda DDR, Günter Schabowski, aveva il compito di diffondere la notizia, ma non ebbe informazioni chiare a riguardo. Il 9 novembre, nel corso di una conferenza stampa, seppe che i berlinesi dell’Est avrebbero potuto spostarsi previa autorizzazione. Non avendo però dettagli circa l’entrata in vigore del provvedimento, azzardò: «Per accontentare i nostri alleati, si è presa la decisione di aprire i posti di blocco. Se sono stato informato correttamente quest’ordine diventa efficace immediatamente.».
Il 9 novembre 1989
All’annuncio di Schabowski, migliaia di berlinesi inondarono i valichi di frontiera, chiedendo di entrare in Berlino Ovest. Le guardie di confine, incerte sul da farsi, cercarono risposte dai loro superiori, ma ormai era impossibile placare la folla in tumulto, così come effettuare un controllo minuzioso di visti e documenti. Aprirono, quindi, i posti di blocco, senza alcuna domanda circa l’identità dei viaggiatori. Est ed Ovest si riunirono per la prima volta dopo decenni, e gli occidentali accolsero i loro fratelli perduti con birra gratis e grandi feste.
Il 21 luglio 1990 Roger Waters, leader dei Pink Floyd, tenne un concerto per celebrare il crollo della barriera, eseguendo dal vivo The Wall; i berlinesi si ritrovarono insieme ad assistere alla serata. Nei giorni seguenti molte persone accorsero al Muro con l’intenzione di abbatterlo, per staccarne pezzi e portarli via come souvenir. Per questo motivo, assunsero il nomignolo di Mauerspechte, letteralmente “picchi del muro”. Dopo le elezioni del 18 marzo, la Germania tornò ad essere un’unica Nazione il 3 ottobre 1990, quando i Land aderirono formalmente alla Repubblica Federale Tedesca.
Le celebrazioni in ricordo del crollo del Muro di Berlino
Per dare il giusto rilievo all’anniversario dello storico evento, le istituzioni locali hanno allestito un’installazione lungo l’ex striscia del Muro, composta da una serie di striscioni e manifesti storici e attuali. Il presidente Frank-Walter Steinmeier darà il via alle commemorazioni al Memoriale del Muro di Berlino, in onore delle persone uccise nel tentativo di scappare dalla Repubblica Democratica Tedesca sostenuta da Mosca. In serata, vi sarà una “festa della libertà” con uno spettacolo di musica e luci presso la Porta di Brandeburgo.
Domenica, invece, la band punk russa Pussy Riot si esibirà davanti all’ex quartier generale della Stasi, la polizia segreta dell’ex Germania dell’Est. Tra gli attivisti pro-democrazia, invitati da tutto il mondo a prendere parte a queste giornate, vi saranno anche la leader dell’opposizione bielorussa Svetlana Tikhanovskaya e il dissidente iraniano Masih Alinejad. Sho, convegni e una mostra d’arte all’aria aperta animeranno Berlino per tutto il weekend, nello spirito gioioso e di unione di quello storico giorno di novembre.
Federica Checchia
Seguici su Google News