50 anni fa il primo uomo sulla Luna ha cambiato la storia (e la musica) | Metropolitan Magazine

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Di Redazione Metropolitan

Oggi celebriamo l’anniversario dell’allunaggio con un omaggio agli astronauti della musica.

Esattamente 50 anni fa, per la prima volta, l’uomo ha messo piede sulla Luna cambiando la storia e cambiando inevitabilmente anche la musica.

Questo evento, insieme alla caduta del muro di Berlino, è forse il più importante della seconda metà del secolo scorso.
Era il 20 Luglio 1969. In un arco temporale durato poco più di vent’anni, siamo passati dalle stalle alle stelle, nel vero senso dell’espressione. Ci siamo ritrovati catapultati dalle macerie (non solo materiali) della Seconda Guerra Mondiale alla realizzazione di un’utopia inseguita fin dalla notte dei tempi.

Photo: NASA/Shutterstock; Neil Armstrong nel 1969 sulla Luna durante la missione Apollo 11

Nel 1969 oggi, in queste ore, Neil Amstrong (comandante Nasa della missione Apollo 11) e Buzz Aldrin lasciarono sulla superficie lunare una targa di acciaio inossidabile: “uomini dal pianeta Terra posero piede sulla Luna per la prima volta…venuti in pace, a nome di tutta l’umanità”.
In queste parole ritroviamo la missione di David Bowie, Police, Elton John, REM, Pink Floyd: artisti che hanno reso possibile ciò che prima non lo era. Artisti che ci hanno fatto cambiare il modo di vedere la musica così come Neil Armstrong ci ha fatto cambiare il modo di vedere il mondo.

Ecco quindi il nostro piccolo omaggio agli astronauti della musica, a quegli artisti che pur senza Apollo 11 ci hanno portato “verso l’infinito e oltre” (…dai che l’avete visto anche voi Toy Story).
Ecco quindi il nostro modo di celebrare i 50 anni dal primo uomo sulla Luna.

David Bowie – Space Oddity (1969)

Premete play sul video qui sotto, chiudete gli occhi, muovete un po’ la testa di qua e di là e sentitevi piccoli piccoli e allo stesso tempo tanto fortunati. Di essere nati e cresciuti in un mondo in cui tutto è possibile, la libertà prima di tutto. In un mondo in cui ha vissuto anche Davide Bowie, Ziggy Stardust, o semplicemente il Neil Armstrong della musica.

David Bowie – Starman (1972)

David Bowie è stato sicuramente l’artista che dallo spazio ha tratto più ispirazione: oltre a Space Oddity non possiamo non includere Starman nella nostra playlist per celebrare i 50 anni del primo uomo sulla luna. Questo singolo del 1972 ha anticipato Ziggy Stardust, il concept album che si sviluppa tutto attorno alla figura di una rock star aliena e bisessuale. Siamo nel 2019 e stiamo ancora aspettando che a qualcuno venga un’idea più geniale di questa.

Pink Floyd – Moonhead (1969)

L’allunaggio è stato raccontata minuto per minuto dalle televisioni di tutto il mondo. Mio padre mi racconta di lui dodicenne davanti a quel nuovo aggeggio, una scatola di legno che allora sembra d’oro; mi racconta di immagini in bianco e nero, sfocate per lo più; mi racconta di emozioni impossibili da descrivere.
Anche la BBC quel giorno seguiva in diretta la missione dell’Apollo 11 e i primi passi di Neil Armstrong sulla luna. Alla trasmissione vengono invitati anche i Pink Floyd che creano la colonna sonora perfetta con l’improvvisazione live di Moonhead, una pezzo strumentale e in quel momento ancora inedito.
I Pink Floyd sono gli astronauti della sperimentazione. Ci hanno portati in un’universo di suoni nuovi, non familiari, così poco canonici per gli standard che conoscevamo da risultare a volte fastidiosi.
Sono gli astronauti di cui mio padre ha comprato tutti i vinili crescendo. Sono loro che hanno provato ad insegnare alla sua generazione (soltanto?) la possibilità di un mondo diverso, sconosciuto e forse migliore. Indubbiamente più ricco di libero arbitrio.

Elton John – Rocket Man (1972)

I miss the earth so much I miss my wife / It’s lonely out in space / On such a timeless flight
La solitudine e la speranza di un’astronauta (di un uomo del missile) pronto a partire ma con la voglia di tornare presto a casa. Elton John è l’astronauta che ci ha insegnato a guardare oltre. Ci ha insegnato l’esuberanza, la diversità. E allo stesso tempo il bisogno inevitabile di cose semplici, di amore, di casa.

REM – Man on The Moon (1992)

Forse il pezzo più significativo di Automatic For the People, album pubblicato nel 1992.
In questo testo si fa riferimento sì a Neil Armstrong ma anche e soprattutto a Andy Kaufman (attore e comico americano esagerato nelle sue gag, irascible, lunatico, arrabbiato), personaggio che dà modo ai REM di trasformarsi negli astronauti che ci hanno ricordato l’importanza di non credere a tutto quello che ci fanno vedere o che ci dicono. Ci hanno ricordato l’importanza di informarci prima di credere. E questo è forse l’insegnamento più bello.


…che poi, secondo noi, durante la prossima missione lunare del 2024, sulla Luna ci troveremo Ziggy Stardust che disegna un fulmine blu e rosso sulla targa di acciaio inossidabile lasciata da Amstrong.