Cari amici tutti, belli e brutti, eccoci ritrovati al secondo appuntamento della rubrica dedicata a Game of Thrones, la serie a cui siamo tanto devoti; una devozione che a quella di Melisandre nei confronti del suo Dio della Luce suggerisce “levati proprio”. Carichi, entusiasti e ingordi, siamo pronti a regalarvi la nostra recensione a caldo di “Stormborn”.
L’episodio parte da dove li avevamo lasciati : ritroviamo Daenerys nel salone principale della sua residenza invernale, dritta nella sua innocente spocchiosità. Così, in perfetta sintonia con i mocciosi che frignano al tavolo nel momento dei pasti, puntualizza che quella, proprio, non la sente come casa sua. Daenè, ma tu, ai bambini del terzo mondo, ci pensi? ‘Sgraziata. Una presa di posizione alimentata, aldilà del secondo giorno di mestruo che la affligge, dal dente avvelenato nei confronti di Varys, il target della sua giornata. Ecco che ci ritroviamo spettatori di un confronto spietato all’ultima parola, 1 vs 1, dal titolo “chi l’ha dura la vince”, tra il nostro mentore dalla pelata lucente e la piccola Targaryen con il nome più lungo dei suoi anni di vita. Il test della fedeltà si conclude con la sospensione del giudizio e la tregua apparente. Tagliata la scena di Varys che si dirige alla toilette in preda ad un attacco di dissenteria al sol pensiero di finire come Giovanna D’arco, alla porta giunge Melisandre, colei che ha il potere di eliminare le rughe della vecchiaia, resuscitare i bastardi e convincere i re ad arrostire le figlie. Fiducia accordata, la sentenza della mammina dei draghi è chiara e Varys, incauto nel tentativo di ricordarle gli sbagli della sacerdotessa, torna al suo posto dopo il cazziatone. La scorta di Imodium era terminata.
Melisandre, intanto, convince Daenerys ad inviare una lettera d’amore a Jon Snow, re del nord e unico eroe buono, quasi astemio, dell’intera saga. L’intento è quello di convincerlo a giungere al suo cospetto non solo per sancire un sodalizio contro la regina cattiva con l’incolpevole e virtuosa passione di far saltare in aria la giuente per ciullarle il trono, ma perchè una cavolo di importanza per essere tornato dall’aldilà, deve pure averla. E’ nu brav wagliun, conferma Tyrion. Lui vede la gente morta!
Giunta notizia al NordE, Snow è costretto ad organizzare l’ennesima riunione di condominio, addirittura la seconda a distanza di poco tempo, col fine di avvisare i presenti dell’esortazione ricevuta da parte di Tyrion Lannister, tutore della Targaryen che era troppo timida per scriverlo lei. Aw, gli adolescenti. Sommossa generale, manco l’amministratore avesse alzato i costi della quota condominiale, i presenti si oppongono. E in perfetta coerenza con la ribellione puberale che guida i suoi recenti interventi, Sansa Stark lo rimprovera di nuovo davanti a tutti. Ma Jon, tirando su col naso e serrando i pugni, ha il coraggio di illustrare a tutti la necessità di obbedire all’invito ricevuto, anche se a volerlo è la figlia del re folle e il suo best friend proviene dalla famiglia che gli ha decapitato padre e fratello. Lei c’ha i draghi e l’ossidiana per menare i non-morti! 10 punti a Grifondoro! E se questo non basta a far zittire la sorellastra/cugina, la promessa di cederle il trono mentre lui parte in luna di miele, sembra una proposta più che allettante. Funziona, infatti. Cittu e musca.
Ma oggi per Jon è una giornata fortunata: altri 10 punti li riceve quando, nel giro perlustrativo e solitario che si stava dedicando prima della partenza, tra le tombe dei suoi cari, spunta Dito Corto che è rimasto offeso per non aver ricevuto i ringraziamenti per l’aiuto contro la bonanima di Ramsay. Inoltre, aggiunge, lui è in love con Sansa così come lo era con Cat. E’ un sentimento da lodare, vuol rimanere pur sempre in famiglia! Stretta di mano? No. Di collo. “Statt accuort”, gli dice, intimandogli di non toccare la regazzina. Pelle d’oca. Ovazione. Snow se ne parte, Dito non dimentica, sta già fotografando mentalmente nuove immagini di Sansa su cui..sognare castamente.
Arya, invece, è vittima inconsapevole ed entusiasta di una Carrambata con Frittella, il suo vecchio amico con la tendenza ad accumulare adipe, in una tavola calda. E’ lì che, mentre si strafoga in maniera estremamente femminile, viene a conoscenza della nomina di Jon Snow a King in the North. Allora, cambio di programma: la regina la si squarta dopo, prima ci si va a congratulare con il fratellone.
Commovente la scena dell’accerchiamento della “pernullaindifesa” fanciulla, durante un falò in perfetta solitudine nei boschi, da parte di un branco incazzato di lupi tra cui spicca Nymeria, il bel metalupo che aveva liberato anni prima. Le due si guardano negli occhi, Arya prova a convincerla a restare ma lei no, sorry, non ci sta. Avrà pure, nel mentre, trovato altro da fare. Dannati, dannatissimi umani pretenziosi. Vedi un po’ la fine che hanno fatto i fratelli per stare appresso agli Stark, vorrei dire.
E mentre ad Approdo del Re, Cersei prova il giocattolino “stermina-draghi” creato appositamente per massacrare i figlioli impertinenti di Daenerys, parentesi hot nelle stanze della residenza Targaryen tra Missandei e Verme Grigio. I quali, per salutarsi alla vigilia della di lui partenza, scoprono metodi alternativi per, sì, amarsi. Nudità ben gradite per tutti. Ringraziamo gli sceneggiatori.
Il buon Sam, invece, si impunta e decide di curare quel povero sfigato di Jorah, reduce dalla sentenza di levarsi dalle balle perchè non c’è niente da fa. A seguire: l’operazione di ‘sto povero cristo mentre subisce lo scorticamento live, senza un minimo di anestesia locale, da parte di un giovanotto che, fino a qualche giorno prima, svolgeva mansioni del tutto diverse, come pulire la latrina dei suoi maestri. Ma ci si fida eh.
La puntata ha un epilogo degno del suo nome: i Greyjoy, inviati dalla Targaryen sotto suggerimento di Tyrion Lannister dalla reunion al residence, diretti a Dorne per scortare quella simpaticona di Ellaria con le zuccherose figliuole, vengono attaccati da Euron: il pirata tamarro responsabile dell’ infatuazione momentanea di Cersei . Sangue e fuoco. Schiattano, infilzate, due delle Serpi. Ma il momento catartico è uno: Theon, il solo, unico e inimitabile Theon, alla visione della sorella virile, caduta tra le grinfie dell’amorevole zietto in procinto di massacrarla quanto basta, corre a…buttarsi a mare. Sì, nel vero senso della parola. Via, lasciamola al suo destino. Ti adoriamo, Reek! E guai a chi critica il tuo operato, tu, non avrai gli attributi, ma usi il cervello per benino, non ti si può dir nulla! E’ così che si sopravvive nello spietato Risiko del Trono di Spade! BRAVONE!
Al prossimo appuntamento!
Alessia Lio