“Perché è imbalsamata, perché sta in piedi col vento a favore..” Strane dottrine si ‘masticano’ nel casale tra i boschi, adibito a modernissima casa di cura. Sotto la sorveglianza dei direttori-medici, fiduciosi del potere terapeutico della dieta a digiuno totale, interrotto solo dall’assunzione della “pappa”. Un composto strano che dovrebbe dare sazietà ai malcapitati obesi. Dopo 9 anni di studi in medicina a stenti e sforzi, Alfio Tamburini (Carlo Verdone) e Silvano Baracchi (Renato Pozzetto), sono le ‘matres’, i ‘cultori’, i sanificatori di corpo e spirito, dell’ambigua clinica “Villa Samantha“, il cui slogan è “7 chili in 7 giorni“, stasera in tv.
“Lei ci ha presentato una tesi a dir poco indecente“.
“Parli più piano, c’è mio papà“.
“Fino a pagina 50 è un guazzabuglio che sembra scritto da un infermiere, non da un medico. E anche la qualità delle fotocopie è scadentissima!”
“Oh, come mai? Un po’ di umidità forse”.
“Guardi, noi le consigliamo di ritirarsi e di presentare una nuova tesi l’anno prossimo. Altrimenti…la proclamo Dottore con il minimo dei voti: 66 su 110. Ci pensi bene”.
“Eh…proclami! Facciamo 70 e non se ne parli più, eh, d’accordo?“. Inizia così il dottorato di Silvano Baracchi/Pozzetto; il camice bianco sfina più delle sue cure dimagranti.
Meglio la minestra riscaldata
Sembrano apprendisti infermieri, o portantini. Che siano dottori in medicina e chirurgia non l’hanno di certo scritto in faccia. “Ah, senta professore: i calli li estirpa..?”. La valigetta di Pozzetto straborda pesantemente del campionario di preservativi e vibratori, che erano il corredo del suo precedente mestiere: Sventrax, Tormiento, Orient Express, Duron Duron, i nomi della merce miracolosa e pesante. “Ma che je porti i cefali?!”. Alfio e Silvano, medici associati, non distinguono un lettino di sala operatoria da un banchetto apparecchiato. Ma integerrimi, sono disposti ai metodi più cruenti per far dimagrire: “Si lava i denti con la pasta d’acciughe. Per forza, ha la bocca che sembra una pizza!”. Così a “Villa Samantha“, tra ginnastiche mattutine in sfoggio di pigiama, e guerre psicologiche con i piatti, i pazienti sembrano cavie.
“Questa non è una clinica, è un bordello. Io propongo di andare a fare le valigie e di andarcene immediatamente e sospendere ogni pagamento!”. Protestano i ricoverati. Quel 18 dicembre del 1986, erano in fila ai botteghini per la prima del film dell’esordiente alla regia Luca Verdone, fratello di Carlo. “7 chili in 7 giorni” era ispirato alle eccessive pubblicità di cliniche dimagranti che imperversano all’epoca, e come stasera in tv, promettevano una nuova giovinezza: lo schermo era proprietà della ‘dottoresssa Tirone’. Il tema ispirò anche Sordi anni addietro, con la clinica di Guido Tersilli, primario di Villa Celeste convenzionata con le mutue. Inizialmente il copione di “7chili in 7 giorni“, prevedeva il ruolo di un terzo medico, Luciano De Crescenzo. A lui va il merito della sperimentazione della ‘pappa’ di colore verde. Ma rifiutò la parte. “Patè de nafta! Sembra che stai a leccà un pistone!”, il giudizio sulla mistura.
7 chili, come 7 pene capitali
Carlo Verdone, ricorda che durante le riprese del film, in compagnia del suo collega Renato Pozzetto, improvvisavano battute e gag, ed erano costretti ad interrompere le scene perché scoppiavano a ridere. Così come, molte sedie durante le riprese, si sono rotte a causa del peso degli attori: “Erano talmente grossi quasi tutti, che ogni tanto si sentiva un botto: un attore era per terra per aver disintegrato la sedia dove era seduto. Ne furono rotte tante e qualcuno si fece anche molto male, ed io e Renato non riuscivamo ad aiutarli perché ci veniva, da ridere“. E si racconta, che la scena della sepoltura del cliente del centro benessere, creduto morto dopo essere stato dimenticato nella sauna, fu girata a mezzanotte sulle dune di Ostia. Luca Verdone quella sera litigò con la sua fidanzata dell’epoca, e si allontanò dal set per inseguirla. Vedendo che non tornava dopo 45 minuti di attesa al freddo, Carlo prese in mano la situazione, e girò il pezzo in meno di un’ora.
Arruolati stasera in tv in “7 chili in 7 giorni“, i vecchi rassicuranti caratteristi: Sora Lella (che nelle pause cucinava per la troupe), Franco Diogene, Fiammetta Baralla, Annabella Schiavone. Con le musiche di Pino Donaggio, lo stesso autore di ‘Io che non vivo senza te’. “Villa Samantha” il set principale del film, è a Tivoli, nella realtà è Villa Attolico in Via di Porta Latina. Andrà a finire che Pozzetto e Verdone mangeranno il cibo destinato al gatto; i famelici in cura, divoreranno tubetti di dentifricio e pesci rossi della fontana. Si terminerà “Ai 2 porconi“: i salubri intenti dimagranti dei due primari, dirotteranno nel settore dell’osteria. I ricoverati saranno clienti. Tutto il resto è grasso che cola.
Federica De Candia per Metropolitan magazine Instagram, MMI e Metropolitan Cinema