7 milioni di italiani indebbitati per pagarsi privatamente le cure mediche

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Di Redazione Metropolitan

Dallo studio del Censis, realizzato in collaborazione con un’assicurazione sanitaria, quest’anno la spesa per le cure mediche pagate di tasca propria dagli italiani salirà al record di 40 miliardi: per gli operai, tutta la tredicesima se ne va in spese per la salute della famiglia.

 

Dal rapporto Censis-Rbm Assicurazione Salute, presentato ieri a Roma, in occasione del Welfare Day, si stima che gli italiani non abbiano mai speso di tasca propria così tanto per esami o visite non rimborsate dal Servizio Sanitario. Al punto tale che si calcola che a fine anno il costo sanitario privato arriverà fino a 40 miliardi, contro i 37,3 dello scorso anno. 7 milioni di cittadini, perciò, hanno dovuti indebitarsi, 2,8 milioni sono stati costretti a svincolare i propri investimenti o, addirittura, a vendere casa.

Il costo della sanità pagata in modo privato incide maggiormente sul conto delle famiglie più deboli: dal  2014 e il 2016 i consumi delle famiglie operaie sono rimasti quasi fermi, ma le loro spese sanitarie sono aumentate del 6,4%. Per gli imprenditori c’è stato invece un forte incremento dei consumi e una crescita inferiore della spesa sanitaria privata.

Per gli operai, dunque, tutta la tredicesima se ne va in medicine, esami o visite.

Non si fa distinzione, dai farmaci per abbassare la febbre alle ecografie e visite urgenti, dagli occhiali da vista agli interventi, per tutte queste spese e altre, dato che non vengono rimborsate dal servizio sanitario, gli italiano gli italiani spendono ben 40 miliardi di euro di tasca propria ogni anno. Una spesa sanitaria che non si arresta, anzi cresce sempre di più. In particolare, dai dati emersi dal rapporto Censis-Rbm presentato a Roma, 7 cittadini su 10 hanno acquistato farmaci di tasca propria, per una spesa di 17 miliardi; 6 cittadini su 10 visite specialistiche (circa 7,5 miliardi); 4 cittadini su 10 prestazioni odontoiatriche (oltre 8 mld). E ancora, oltre 5 cittadini su 10 prestazioni diagnostiche e analisi (3,8 miliardi); oltre 1,5 cittadini su 10 occhiali e lenti (circa 2 miliardi).

A causare tutto ciò sarebbero le liste d’attesa troppo lunghe, le interminabili file e i casi troppo frequenti di malasanità, e proprio queste spingerebbero molti italiani ad essere arrabbiati e a portare rancore : il 38%, quasi 4 su 10. Sono soprattutto pazienti con redditi bassi (43,3%) e residenti al Sud (45,5%). Il 54,7% degli italiani, stimando il campione, è convinto che le opportunità di diagnosi e cura non siano uguali per tutti.

A tanti arrabbiati corrisponderebbero gli sfiduciati, colo che sono convinti che la politica non apporterà alcuna soluzione al fenomeno: il 63%.  Per il 47% i politici hanno fatto troppe promesse e lanciato poche idee valide, per il 24,5% non hanno più le competenze e le capacità di un tempo. La sanità, si legge sempre  dall’analisi del Censis, ha giocato molto nel risultato elettorale (per l’81% dei cittadini è una questione decisiva nella scelta del partito per cui votare) e sarà il cantiere in cui gli italiani metteranno alla prova “il governo del cambiamento”. I più rancorosi verso il Servizio sanitario sono proprio gli elettori del Movimento 5 Stelle (41,1%) e della Lega (39,2%), meno quelli di Forza Italia (32,9%) e Pd (30%). Ma gli elettori di 5 Stelle e Lega sono anche i più fiduciosi nella politica del cambiamento.

 

Claudia Colabono