Accade ancora, l’incubo dei migranti non si ferma, cinque persone tra le quali un bambino sono morte nel naufragio di un gommone avvenuto questa mattina nel mediterraneo centrale.
Il numero delle vittime non è ancora accertato del tutto, un altro bambino risulterebbe disperso. A diffondere la notizia è l’ong Sea Watch sul proprio profilo twitter, denunciando un comportamento “violento e sconsiderato” da parte della guardia costiera libica, che avrebbe inoltre irrotto in acque internazionali.
La ong afferma inoltre di aver ricevuto la richiesta da parte della Guardia Costiera della centrale operativa di Roma, di raggiungere con la propria nave Sea Watch 3, alcuni migranti a bordo di un gommone in pessime condizioni di navigazione.
Proprio durante l’operazione di salvataggio, che prevedeva il trasferimento dei migranti sulla nave della ong, è intervenuta una motovedetta appartenente alla Guardia Costiera libica, le cui manovre indefinite avrebbero determinato il danneggiamento del gommone e il precipitare dei migranti in mare. Questo è stato il motivo della morte di cinque persone tra cui un bambino, ed un altro bambino disperso.
Non è tutto, i libici avrebbero minacciato e picchiato alcuni naufraghi che sono stati subito dopo, trascinati sulla propria unità. L’intervento di un elicottero della Marina Militare italiana, imbarcato su una nave del dispositivo Mare Sicuro avrebbe indotto l’unità libica a far rotta verso le proprie costo, con a bordo un gruppo di superstiti. L’elicottero è intervenuto proprio per supporto alle operazioni di soccorso e per effettuare una ricognizione al fine della ricerca di eventuali dispersi. Una quarantina di migranti sono stati salvati dalla Sea Watch 3, alcuni dei quali recuperati dopo essere finiti in mare.
La risposta della Marina libica, nega così l’accaduto raccontato dalla ong, e si discolpa dalle accuse: <<L’ONG Tedesca Seawatch è intervenuta interrompendo il avoro della Guarda Costiera, causando la morte di cinque soggetti>>.
Lombardi Marina