Nel 1998 nasce “π-Teorema del delirio” di Aronofsky, pellicola ad alto contenuto cinematografico e musicale nel delirio pre-millennio.
Prima di cominciare a leggere questo articolo, prendete le cuffie, mettetele nelle orecchie. Sul vostro smartphone andate su youtube e selezionate la traccia di Clint Mansell – We got the gun. Dopo di che iniziate con la lettura!
π- Teorema del delirio è una pellicola del 1998 girata da Darren Aronofsky ed interpretato da Sean Gullette. Tra teoremi e formule matematiche il protagonista Maximillian Cohen, un matematico eccentrico e geniale, afferma che la natura e tutto ciò che deriva da essa può essere spiegata attraverso i numeri. Questa convinzione lo porta al pensiero che dietro ogni fenomeno ci sia uno schema, ragion per cui studia l’andamento della borsa al fine di trovare il tanto agognato elisir. Si ritrova in situazioni poco raccomandabili, dall’essere perseguitato da un gruppo di capitalisti che vogliono speculare sul suo intelletto o da un gruppo di mistici religiosi ebrei alla ricerca della decifrazione di un codice nella Torah.
Una pellicola in bianco e nero, girata tra suspense e sorpresa, tra fiato corto ed eccitazione, tutt’insieme supportate dalle colonne sonore presenti nel film e punto cardine di questo pseudo-articolo. La costruzione della musica, affiancata alle scene del lungometraggio, agisce con sapienza collegando sonorità ed immagini, amplificando sensazioni ed emozioni. I sensi dell’udito e della vista si incontrano nei vicoli delle sinapsi, alla ricerca dello schema matematico, discutendo sul come la pazzia prenda il sopravvento sulla razionalità.
Clint Mansell, compositore e musicista britannico, è stato introdotto dallo stesso Aronofsky nel mondo del cinema, commissionandogli la sua prima colonna sonora proprio per questo film. In precedenza era il leader del gruppo britannico dei Pop Will Eat Itself. Mansell gioca bene il ruolo di quarterback gestendo le varie sonorità in base alle situazioni, gestendo i lanci lunghi affidandosi ai compagni di squadra. Autechre, Aphex Twin, Orbital, Gus Gus, Massive Attack, David Holmes per citarne alcuni, ma la squadra è da capogiro.
Autechre duo britannico di musica elettronica sperimentale, noti al mondo intero per i loro sound ricercato e vastissimo, pioneri dell’IDM (intelligent dance music) incidendo da sempre con l’etichetta inglese Warp Records; gli Orbital, altro duo britannico di musica elettronica, precisamente EDM (electronic dance music), per non parlare di Aphex Twin pseudonimo di Richard David James, altro artista britannico, poliedrico, spazia in ogni sottogenere dell’elettronica, mixa e compone un’ambient techno di livello mondiale; i Massive Attack che non hanno bisogno di presentazioni partecipano al film con Angel; i Gus Gus, gruppo irlandese che si muovono dall’elettronica al pop, mantenendo quella costante di kick e bassi avvolgenti e di ritmo; insomma, l’imbarazzo della scelta.
Nella realtà del matematico, fatta di oscurità, di persecuzione, di reclusione, di incomprensione, le tracce musicali rappresentano atmosfere che arrecano una sensazione di pazzia ed impazienza nei risvolti del film. In circostanze di completa frenesia, agitazione nel trovare una risposta ai propri quesiti, alla matematica ubiqua. Clint Mansell reagisce bene a questa persecuzione a ritmi di rullante, di voci estranee a quella sensazione di libertà mai ritrovata, mai presa in considerazione. E’ una corsa continua da cui si scappa irrefrenabilmente mentre i numeri prendono forma, reagiscono ai pensieri del povero genio che si ritrova in teorie irrisolte circondate da aria misteriosa.
L’esplosione del suono, una drum and bass molto spinta, agita più che il protagonista, lo stesso spettatore tra scene anguste di emicranie da suicidio (causate dallo sguardo prolungato verso il sole) e scene con formiche che appaiono all’interno della casa-computer di Cohen. Ebbene si, il matematico vive in una sorta di appartamento popolato da fili elettrici, cavi, silicio, cip, tastiere, macchine per saldare, trapani, insomma un pc fatto in casa (chiamato Euclide), con cui arrivare alla soluzione desiderata. Le formiche non appaiono così per caso, ma sono frutto secondo gli psicologi, di allucinazioni generate da chi soffre di solitudine.
Bucephalus Bouncing Ball (1997) di Aphex Twin è un trip, sul serio. A lati innervosisce, per altri incuriosisce, è un flipper mentale, che scaraventa da un lato all’altro invadendo ogni cellula sana del vostro cervello rendendola esanime, uccidendola. Un lupus dipeso dalla “matematicodipendenza”, da Pitagora, da Leonardo da Vinci, da Euclide, da Archimede, dalla trigonometria, dall’esoterismo, una quantità infinita di storia e definizioni temporizzata dalla musica contorta delle colonne sonore.
Drippy di Banco de Gaia, un progetto di world music (musica popolare fusa con musica folk ed etnica) fondato da Toby Marks, viene lanciata nel momento in cui Max pensa di essere seguito, partendo dal suono di una leggera goccia che cade in una pozzanghera per poi attuare un crescendo tra bonghi, clap e rullanti, aumentando il disagio di essere seguiti.
Il piano dell’intro di Anthem dei Gus Gus affiancato da synth, tastiere, kick, non fa altro che determinare il delirio dell’ossessione nella mente del povero matematico. Gli sbeffeggi dei numeri incespicano con l’opinione di scienziati e numerologhi. Anche un gioco antico come il Goban (antico gioco da tavola giapponese) con cui giocava Max sfidando il suo amico Sol Robeson (Mark Margolis), riproduce lo scenario naturale delle cose, non c’è una risposta a tutto, o meglio, se ci fosse, quanto saremmo disposti a rinunciare per averla?
Vedere il film con tanto di musica è un conto, ascoltare le sountrack in solitaria, in cuffia, è un altro. Se siete disposti, beh preparate la camicia di forza e qualche pillola contro adrenalina o depressione, dipende dai casi. Endorfine e feniletilamina peptide verranno prodotte in abbondanza, ma se volete un consiglio, fatevi una bella scopata e lasciate perdere questa musica per produrle!
Mattia Gargiulo