Mediterraneo o “Mare nostrum”. In realtà più che da noi è sempre stato conteso da potenze molto distanti dal bacino del Mediterraneo. Gran Bretagna, Stati Uniti ed ora Russia. Ebbene si, con il viaggio che ieri ha portato Putin ha toccare Siria, Egitto e Turchia la Federazione si riaffaccia ufficialmente nello scacchiere mediterraneo.
L’avanzata russa nella regione sembra inarrestabile, dalla Siria all’Egitto, l’influenza del Cremlino è ai massimi storici dalla fine della guerra fredda. In un solo giorno Putin ha dimostrato come il disimpegno degli americani stia giovando alla Federazione Russa. La giornata ha inizio in Siria, nella base russa di Hmeimim, da qui Putin annuncia il graduale ritiro delle truppe. Ovviamente durante l’annuncio è stato affiancato dal fedele Assad. Dopo due anni di campagna in Siria, Putin e Assad possono essere considerati gli unici attori ad uscire vincitori dalla polveriera siriana. All’inizio delle ostilità nessuno avrebbe pensato che Assad potesse mantenere il comando. Questo “gioco di prestigio” è stato possibile solo grazie a Putin che, schierandosi contro la comunità internazionale, ha fatto scudo al dittatore, assicurandosi un alleato fedele nella regione. Me è con la visita al Cairo che lo Zar ha sancito il ritorno della Russia nel Mediterraneo.
Putin in visita nella base di Latika in Siria (foto dal web)L’accordo con Al-Sisi per la costruzione di una centrale nucleare a Dabaa si inserisce in un quadro più ampio. Mosca ha reso noto a inizio Dicembre l’intesa raggiunta con il Cairo riguardante il libero accesso dell’aviazione russa nelle basi egiziane, oltre che l’apertura dello spazio aereo per i Jet russi. In poche parole Putin è riuscito a raggiungere in poco tempo un trattamento riservato fino ad ora in Egitto solo agli USA che al contrario ci lavorano da decenni. Non a caso la notizia è stata accolta con preoccupazione da Washington, dal congresso vittima della politica del loro stesso Presidente. Il portavoce del Dipartimento di Stato USA, Edgar Vasquez, ha dichiarato che gli USA hanno preso nota di questa situazione e stanno vigilando la situazione. La presenza russa in Egitto è importante anche in chiave libica. L’appoggio del Cremlino ad Haftar potrebbe essere facilitato dalla presenza Russa nel paese confinante.
Putin e Al-Sisi (Foto dal web)La presenza di forze speciali russe sul territorio egiziano è data per certa da fonti USA già da Marzo di quest anno. Il viaggio di Putin è proseguito direzione Ankara per quello che è il terzo incontro del mese con Erdogan. Il tema centrale del vertice con la Turchia è stato la questione di Gerusalemme. Durante la conferenza stampa dopo l’incontro Putin ha dichiarato: “La Russia e la Turchia pensano che la decisione Usa di spostare l’ambasciata a Gerusalemme non semplifica, ma anzi destabilizza la regione e rende più complessa la situazione”. L’Egitto, un alleato storico degli USA, la Turchia, il secondo esercito in termini numerici della NATO. Sono questi i paesi su cui Mosca ha investito in politica estera negli ultimi mesi, paesi chiave per l’economia e la politica regionale ma anche simboli. Simboli di un passaggio di mano graduale quanto inesorabile in Medio oriente. In parte dovuto all’astuzia di Putin, in parte facilitato dalla volontà di Washington di disimpegnarsi dalle difficili situazioni frutto della loro stessa miopia. Il Mediterraneo, come sempre nella storia, sarà il banco di prova dei nuovi equilibri.