Alle prime luci dell’alba i Carabinieri del ROS e del comando provinciale di Crotone hanno tratto in arresto 169 persone tra Italia e Germania in un operazione contro la ‘Ndrangheta, in particolare la cosca Farao-Marincola. Tra i fermi anche tre sindaci calabresi, oltre che il Presidente della provincia di Crotone Nicodemo Parrilla.
Particolare risalto viene dato alla collaborazione con le autorità tedesche, è proprio in Germania che la cosca imponeva ai ristoranti italiani di acquistare solo ed esclusivamente i prodotti “sponsorizzati” dalla ‘Ndrangheta. Questa cooperazione è stata facilitata dall’utilizzo per la prima volta dell’ordine di indagine europeo. Questo metodo si avvale “dell’incubatore” Eurojust, in realtà è riduttivo parlare di incubatore. Eurojust è un organismo costituito nel 2002 dall’Unione Europea con Il compito di potenziare l’efficienza dell’azione delle autorità nazionali impegnate nella lotta contro gravi forme di criminalità organizzata e transnazionale, nell’ottica di favorire un rapido ed efficace perseguimento degli autori dei reati. Eurojust si propone come centro specializzato a livello giudiziario e interlocutore principale nell’adozione di misure efficaci contro la criminalità organizzata transnazionale all’interno dell’Unione europea.
Nel caso di questa operazione, denominata “Stige” le indagini delle autorità italiane e tedesche si sono soffermate sul Locale di ‘Ndrangheta di Cirò, piccolo comune a ridosso della costa ionica del crotonese, famoso per la produzione di ottimo vino ma non per le cosche che lo governano. La particolarità del locale di Cirò, risiede nel fatto che è l’unico fuori dalla provincia di Reggio Calabria a partecipare al “Crimine”. Il “crimine” si può definire come un tribunale della’Ndrangheta dove ad esempio si decide l’apertura o la chiusura di un locale. Questo privilegio, sostiene Nicola Gratteri, deriva dalla partecipazione del Locale di Cirò alla prima guerra di Mafia che ha insanguinato la Calabria tra il 1974 e il 1977. Le autorità tedesche possono essere considerate a ragione seconde solo agli italiani per la lotta alla ‘Ndrangheta. L’inizio del percorso che le ha portate a questo triste “quasi primato” risale ad una data ben precisa, il 15 Agosto del 2007.
Quel giorno di ferragosto di dieci anni fa, la Germania fu costretta ad aprire gli occhi di fronte al problema dell’infiltrazione mafiosa di matrice calabrese. La Strage di Duisburg che causò 6 vittime, tutte appartenenti alla cosca Pelle-Vottari, si inserisce all’interno della faida di San Luca, un piccolissimo comune alle pendici dell’Aspromonte. Dalla Calabria profonda in Germania, la peculiarità delle cosche calabresi è proprio questa. A differenza di altre organizzazioni criminali, la ‘Ndrangheta “colonizza” gli altri paesi ricreando esattamente le strutture (dette locali) che caratterizzano le realtà aspromontane. Non si limitano ad inviare emissari ma “clonano” alla perfezione la struttura che li ha resi tanto forti in patria.
L’infiltrazione nelle comunità all’estero come in Italia è la stessa, imposizione sul mercato, intimidazione e all’occorrenza violenza ma, solo quando è strettamente necessario. Se la Strage di Duisburg ha fatto aprire gli occhi agli inquirenti è altrettanto vero che è servita come campanello di allarme per le cosche che, capito l’errore, sono tornate ad immergersi nel silenzio che ha da sempre caratterizzato la criminalità organizzata calabrese. Nel modo globalizzato di oggi le Mafie si sono adeguate, ramificandosi all’estero, di conseguenza non è più sufficiente contrastarle nel loro territorio di origine, Eurojust è una speranza per tutti coloro che non vogliono chiudere un occhio, o tutti e due.