Fantasma non perchè non esistano, sono semplicemente invisibili e per lo più incontrollati. Nel mese di Novembre l’Interpol avrebbe inviato al Viminale una lista con i nomi di 50 “foreign fighters” provenienti dalla Tunisia sbarcati in Italia. Il ministero degli interni smentisce la notizia lanciata dal “Guardian” ma si riapre il dibattito sul rientro in europa degli ex combattenti di Al-Baghdadi.
Gli sbarchi sarebbero avvenuti tra Luglio e Ottobre dello scorso anno sul litorale di Agrigento, effettivamente In quel periodo si sono registrati in quella zona i cosiddetti “sbarchi fantasma”. Nell’ultimo anno la spiaggia di Torre Salsa nell’agrigentino è diventata una delle mete di sbarco più gettonate, in particolare per i tunisini. A differenza delle imbarcazioni provenienti dalla Libia, quelle che partono dalla Tunisia sono più solide e manovrate da marinai esperti. Gli sbarchi avvengono a ondate di 20 o al massimo 30 persone e questo rende veramente difficile alle autorità italiane individuarle. I migranti (per lo più tunisini) approdati sulle nostre coste mediante gli “sbarchi fantasma” sarebbero 3mila, di cui solo 400 identificati dalla polizia. La notizia porta alla luce il vero tema della discussione, non tutti i migranti che arrivano vengono salvati o identificati, alcuni arrivano sulle nostre coste e si disperdono nelle campagne o nelle grandi città. Ovviamente bastava fermarsi a riflettere un attimo per capire che questo avveniva, difficilmente le coste del sud italia possono essere presidiate metro per metro, spiaggia per spiaggia. Da qui ai foreign fighters, il paese che l’Europa deve monitorare in questo momento è la Tunisia. Le Nazioni Unite sostengono che circa 5.500 tunisini si sono recati in Siria e in Iraq per combattere nelle file del califfato. In realtà molti di questi hanno combattuto a Sirte, nella vicina Libia. La maggior parte dei tunisini che sbarca in Italia parte da Ben Guerdane, località al confine proprio con la Libia, in questa città costiera l’Isis si contrò con l’esercito tunisino nel 2016 provocando 28 morti.
Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Viminale smentisce categoricamente di aver ricevuto questa lista dall’Interpol. Al contrario in una nota fa sapere che la collaborazione con le autorità tunisine ha portato al rimpatrio di diversi soggetti giudicati “a rischio. Allarme rientrato insomma, restano gli “sbarchi fantasma” che sicuramente mettono paura all’opinione pubblica. Questo fenomeno è inevitabile nel breve periodo ma, con un accurata politica di cooperazione (in questo caso con la Tunisia) sarà possibile arginare le partenze dei tunisini. Intanto sta emergendo il fenomeno delle imbarcazioni provenienti dall’Algeria e dirette in Sardegna. Se è vero che nel 2018 gli sbarchi sono diminuiti, è altrettanto vero che dopo la parziale chiusura della rotta libica nuovi fronti e nuove sfide si aprono per chi veglia sulla nostra sicurezza e su quella dei migranti.