Nel pieno della tregua voluta da Putin per permettere ai civili di abbandonare la zona di Ghuta est, il New York Time scrive che sarebbe la Corea del Nord a rifornire di armi chimiche il regime di Damasco. Questa notizia viene lanciata all’indomani degli ennesimi sospetti di uso di armi chimiche da parte dei governativi. Assad non è nuovo a queste pratiche, gli ultimi che ne avrebbero fatto le spese sono i civili di Ghuta, “colpevoli” di vivere a stretto contatto con i ribelli sunniti sostenuti dall’Arabia Saudita.

(Foto dal web)

La “tregua umanitaria” fortemente voluta da Mosca viene quindi messa a dura prova dalle presunte violazioni del regime di Assad. Presunte perchè per ora non ci sarebbero riscontri sul campo, secondo il Ministro degli Esteri russo Lavrov le accuse rivolte a Damasco e i presunti traffici con la Corea del Nord sarebbero maldestre provocazioni mirate a sabotare la tregua. Chi sarebbe il provocatore non è ben chiaro, sta di fatto che le accuse reciproche di violare la tregua fanno parte di quel gioco di forza che contrappone le diverse forze in campo in Siria. Gli unici che sicuramente non vedono tutto questo come un gioco sono i civili siriani che da troppo tempo subiscono attacchi disumani. Ieri ad Aleppo, oggi nella zona di Ghuta, Assad non sembra voler rinunciare alla totale distruzione dei suoi avversari a tutti i costi. Poco importa se durante i bombardamenti vengono colpiti ospedali o qualsivoglia obbiettivo civile. L’uso di armi chimiche, qualora fosse confermato, sarebbe solo l’ultimo di una lunga serie di violazioni del regime di Assad. Damasco sembra aver trovato nella guerra contro l’Isis la sua legittimazione, solo per il fatto che tale conflitto si sia consumato sul territorio siriano. Nella realtà, le truppe governative sono state sempre più impegnate contro i ribelli interni che contro le truppe battenti bandiera nera. Gli unici che hanno sofferto il Califfato sono si i siriani ma, sempre i civili di cui sopra, non certo le truppe fedeli ad Assad. Eppure, la legittimazione di Mosca e la convinzione strisciante che Assad fosse il male minore, hanno fatto si che il regime uscisse dalla prima parte del conflitto più forte di prima, giusto in tempo per concludere l’opera rivolgendo le sue “attenzioni” alle rimanenti opposizioni. Le accuse del New York Time si potrebbero inserire nella logica tutta americana del vedere la Corea anche dove non c’è. Tuttavia la fonte dell’autorevole quotidiano newyorkese sarebbe interna al palazzo di vetro, questo dovrebbe essere una garanzia. Ad avvalorare questa tesi vi è una semplice deduzione logica: Se effettivamente sono state usate armi chimiche in Siria, molto probabilmente a rifornire Assad sarebbero i coreani. Le altre potenze, al di la dei proclami, si limitano a far finta che Damasco sia fondamentalmente dalla parte dei “buoni”, senza però rifornire il regime di armi chimiche, a quello ci pensa Pyongyang.

https://metropolitanmagazine.it/2018/02/26/siria-non-ce-tregua-raid-ghouta/