Mafia: 25 arresti a Bari

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Di Redazione Metropolitan

All’alba di oggi è scattato il blitz della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari contro i clan Mercante e Strisciuglio. Delle persone destinatarie delle misure cautelari, 15 sono state incarcerate e 10 agli sottoposte ad arresti domiciliari. Vengono tutte accusate di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti. L’operazione riporta alla ribalta della cronaca la mafia pugliese, in questo caso barese. 

Mappa criminale di Bari (Foto dal web)

Come spesso accade è stata una faida ad aprire uno squarcio investigativo che ha permesso agli inquirenti di ricostruire i traffici illeciti delle due famiglie. Uno scontro iniziato nel 2014, in quell’anno sono iniziati i fatti di sangue riconducibili ai gruppi Mercante e Strisciuglio. In particolare gli agguati a Vincenzo Valentino (avvenuto il 27 Marzo del 2014) e di Luigi Luisi nell’ottobre del 2016. Il primo non andato a “buon fine” a causa dell’inceppamento dell’arma, a differenza del secondo che fu fatale al pregiudicato barese. La mafia “made in Bari” viene spesso ignorata dalle testate nazionali ma, ricopre un ruolo di primo piano in tutti i traffici con l’est e i balcani. Lo storico rapporto di fiducia con la criminalità albanese è stato rinsaldato negli ultimi anni, anche in virtù della rilanciata leadership dei clan albanesi nel traffico internazionali di stupefacenti. Stesso discorso per quanto riguarda le armi, intervistato nel 2015 da La Repubblica, Roberto Saviano affermò che è molto più facile per la Mafia barese procurarsi armi che per la Camorra trovare la Cocaina. Questo sempre grazie alla vicinanza, non solo geografica, con l’Albania. Le poche miglia di mare che separano la Puglia dai balcani hanno sempre fatto dei clan di Bari una testa di ponte per il contrabbando di armi. Alla fine degli anni ’90, con la fine del contrabbando di sigarette, la criminalità pugliese venne data per morta. Sicuramente il giro di affari non è paragonabile ai “colleghi” di altre organizzazioni ma, la posizione strategica e la passività della politica hanno permesso a queste holding criminali di rafforzarsi, spartendosi il tacco della penisola e non solo l’area di Bari. Il foggiano, altra zona incontrollata, dove le faide possono definirsi tribali. Fino al 2014 la tregua tra i vari clan aveva retto, garantendo introiti per tutti,da qualche anno qualcosa sembra essersi rotto, favorendo così l’intervento delle forze dell’ordine. Se le esperienze del passato insegnano qualcosa occorre comprendere che non bisogna dare il tempo alle famiglie di ritrovare un accordo, cosa che puntualmente avviene in nome dei guadagni derivanti dai traffici illeciti. Se ciò verrà permesso, questi affari torneranno ad inabissarsi rendendo molto difficile la loro individuazione.