Dopo ben 331 giorni (tanto sarà il tempo trascorso dal primo turno preliminare alla finale) l’edizione 2017-18 della UEFA Europa League si chiuderà il 16 maggio, data in cui una tra Olympique Marsiglia e Atletico Madrid si porterà a casa la coppa. Analizziamo il percorso e lo stato di forma delle due squadre che si sfideranno al “Parc Olympique Lyonnais” di Lione.

Il “Parc Olympique Lyonnais”, teatro della finale (PHOTO CREDITS: archistadia.it)

Il Marsiglia: talento ed entusiasmo al servizio di Garcia

Il Marsiglia ha iniziato il suo percorso superando agevolmente Oostende e Domžale, rispettivamente nel terzo turno preliminare e nello spareggio. La squadra francese si è qualificata ai turni ad eliminazione diretta come seconda del proprio girone, alle spalle del Salisburgo, e davanti a Konyaspor e Vitória Guimarães: in questa fase i transalpini non hanno impressionato, raccogliendo in tutto due vittorie, due pareggi e due sconfitte, con solamente quattro gol fatti all’attivo e altrettanti incassati. Questo cammino tuttavia è bastato per accedere ai sedicesimi di finale, dove l’avversario affrontato è stato il Braga: il Marsiglia ipoteca la qualificazione nella gara di andata, vincendo nettamente per 3-0 in casa; al ritorno, la sconfitta per 1-0 consente comunque alla squadra di Rudi Garcia di qualificarsi al turno successivo. Anche negli ottavi di finale l’OM disputa la prima partita al “Vélodrome”: questa volta l’avversario di turno, l’Athletic Bilbao, viene sconfitto sia all’andata (3-1), sia al ritorno in terra basca (1-2). Se nel girone avevano faticato un po’, ora i francesi sembrano aver cambiato marcia, soprattutto grazie ai tanti calciatori di qualità in attacco, come Thauvin, Ocampos, Mitroglou e Payet, quest’ultimo leader della classifica assist della competizione, con ben 7 passaggi vincenti serviti ai suoi compagni.

Thauvin, Payet e Mitroglou, i talenti del Marsiglia (PHOTO CREDITS: calciomercatot8.com)

Il quarto di finale contro il RB Lipsia, capace di eliminare Napoli e Zenit, è stato uno scoglio non da poco: all’andata, questa volta giocata in terra straniera, i tedeschi si impongono per 1-0, ma al ritorno, in uno stadio gremito, gli uomini di Rudi Garcia ottengono la qualificazione grazie ad una spettacolare vittoria per 5-2, arrivata in rimonta. L‘ultimo ostacolo per raggiungere la finale è rappresentato da una “vecchia” conoscenza dei francesi, quel Salisburgo affrontato nel girone e che li aveva relegati al secondo posto: in un “Vélodrome” tutto esaurito, nella gara di andata il Marsiglia vince per 2-0, con le reti di Thauvin e N’Jie, e sembra con un piede in finale; nel ritorno però, gli austriaci, che avevano già rimontato due gol alla Lazio nel turno precedente, vincono al termine dei 90 minuti con il medesimo risultato, portando la sfida ai tempi supplementari: al 116′ il difensore portoghese Rolando, sugli sviluppi di un corner molto contestato dai padroni di casa, trova la deviazione vincente e regala all’OM la finale.

L’esultanza di Rolando dopo la rete decisiva per raggiungere la finale (PHOTO CREDITS: beinsports.com)

L’Atletico Madrid: dalla delusione Champions ad un’altra finale europea

La squadra spagnola era partita con l’ambizione di confermarsi ad alti livelli in Champions League, ma a sorpresa si è classificata terza nel suo girone, dietro Roma e Chelsea, retrocedendo quindi nella seconda competizione europea. Ai sedicesimi di finale gli uomini del “CholoSimeone si sono sbarazzati facilmente del Copenhagen, imponendosi per 4-1 in Danimarca all’andata e vincendo di misura in casa nella gara di ritorno. Anche nel turno successivo l’Atletico ha avuto vita facile, questa volta contro i russi del Lokomotiv Mosca, battuti con un risultato complessivo di 8-1 (3-0 all’andata in Spagna e 5-1 al ritorno). Nei quarti di finale l’avversario affrontato è stato lo Sporting Lisbona, reduce come l’Atletico da un girone di Champions League chiuso al terzo posto: all’andata, al “Wanda Metropolitano”, gli spagnoli vincono per 2-0, con le reti di Koke e Griezmann, rendendo vana la vittoria dei portoghesi al ritorno per 1-0.

L’abbraccio dei giocatori dell’Atletico dopo aver eliminato lo Sporting Lisbona (PHOTO CREDITS: gazzetta.it)

I colchoneros accedono così alla semifinale, dove incontrano forse la squadra più temibile che era rimasta nell’urna, l’Arsenal di Arsène Wenger, alla sua ultima stagione sulla panchina dei londinesi e volenteroso di lasciare con la vittoria di un trofeo. All’Emirates Stadium, nella gara di andata, succede di tutto: dopo appena dieci minuti di gioco l’Atletico rimane in dieci uomini per l’espulsione di Vrsaljko, che fa infuriare Simeone, in seguito allontanato per le veementi proteste; gli inglesi, complice anche una grande prestazione del portiere avversario Oblak, riescono a passare in vantaggio solo nel secondo tempo con Lacazette, ma gli spagnoli, nonostante l’inferiorità numerica, nel finale trovano il gol del pareggio con Griezmann, e portano a casa un pareggio insperato per come si era messa la partita. Al ritorno all’Atletico Madrid basta un gol di Diego Costa per raggiungere la quarta finale europea negli ultimi sette anni. 

L’esultanza di Diego Costa dopo il gol decisivo contro l’Arsenal (PHOTO CREDITS: goal.com)

Lo stato di forma: tra obiettivi in campionato e un’assenza illustre

Il Marsiglia è ancora in piena lotta in campionato per raggiungere un posto in Champions League, distante una sola lunghezza; i transalpini potrebbero comunque ottenere la qualificazione alla massima competizione europea anche vincendo proprio l’Europa League. L’OM, inoltre, potrebbe diventare la prima squadra francese ad aggiudicarsi la Coppa UEFA/Europa League, e potrà contare anche su un pubblico caldissimo, visto che la finale si giocherà in Francia.

Rudi Garcia, alla sua seconda stagione al Marsiglia (PHOTO CREDITS: calcioefinanza.it)

L’Atletico Madrid, invece, è sicuro di disputare la Champions anche la prossima stagione, e l’unico obiettivo rimasto in campionato è quello di difendere il secondo posto dall’attacco del Real Madrid. Inoltre, la maggiore esperienza della squadra di Simeone a giocare questo tipo di partite potrebbe fare la differenza, anche se gli spagnoli avranno un’assenza pesante, non in campo ma in panchina: infatti, Diego Simeone, dopo le violente proteste nella semifinale contro l’Arsenal, sarà costretto a guardare la partita dalla tribuna, in virtù della pesante squalifica di quattro giornate inflittagli.

Diego Simeone in tribuna nella semifinale di ritorno contro l’Arsenal (PHOTO CREDITS: corrieredellosport.it)

Non resta che attendere il verdetto del campo, e scoprire chi il 16 maggio a Lione alzerà il trofeo!

Paolo Trotta