La seconda parte di “Loro” si apre, questa volta, in maniera decisamente più decorosa ed equilibrata: se prima la location iniziale era un sudicia bagnarola al largo di Taranto, sulla quale si consumava una pecoreccia scena di sesso, ora ci troviamo in una splendida villa in Sardegna, precisamente a bordo di una favolosa piscina, dove una raffinata fanciulla, senza nessun velo che la copra, si sta minuziosamente radendo la vulva. Il tutto accompagnato da una eloquente musichetta dal ritmo piuttosto allusivo, che sarà probabilmente stata rilevata dalla playlist personale della famiglia dei ‘Corleone’. Un incipit incoraggiante che, infatti, vede il nostro caro Cavaliere impegnato a convincere sei senatori a passare dalla sua fazione per far cadere il già claudicante Governo in mano alla Sinistra rivale, ricorrendo a promesse, favori e concessioni varie, con quel suggestivo tono alla “Ti farò un’offerta che non potrai rifiutare”. Tutto molto calzante.

Silvio Berlusconi (Toni Servillo) in una scena del film (fonte: dal web)

Ma passiamo immediatamente al racconto degli avvenimenti più salienti, quelli che la maggior parte del pubblico aspettano fin dal primo capitolo. Veronica Lario, ormai sempre più algida e sentimentalmente estranea al marito, parte per un viaggio in Cambogia, fondendo così la distanza emotiva con quella fisica. E allora quando il gatto non c’è, i topi ballano: Silvio decide finalmente di organizzare un festino a casa sua con tantissime ragazze dalle curve perturbanti come principali ospiti d’onore. Ecco. Ci siamo. È il grande momento. Cascate di alcol, grandinate di cocaina, fiume in piena di orge incontrollabili, come se fossimo alla sagra dell’ammucchiata libera. Assolutamente no. No. E ancora no. Niente di simile, perché il party che ha luogo è una allegra pizzata (sì, sul serio) a base di chinotto, stornelli e battute irriverenti, che culmina con la difficile scelta da parte degli invitati o di fare un giro in giostra, o quattro salti in pista con una mascotte vestita da rana, o gustarsi un buon gelato artigianale. Roba che se anche i genitori di un bambino di 9 anni mettessero in piedi una festa di compleanno del genere per il loro figlioletto, non sarebbe un fatto biasimevole se quest’ultimo contattasse il telefono azzurro il giorno successivo per denunciarli.

Silvio Berlusconi (Toni Servillo) in una scena del film (fonte: dal web)

Ed è proprio in questa incantevole atmosfera che assistiamo ad un romantico tentativo da parte del protagonista di sedurre una giovane donzella. Per tutti coloro che non avessero dimestichezza nell’approcciarsi con una persona per poi portarsela a letto, prendete nota: infilare una matita in un temperino a forma di culo non è il miglior modo consigliato. La pulzella in questione fa inoltre notare al nostro rubacuori come tutto sia intriso di una pateticità assoluta: a partire dai suoi pietosi metodi di rimorchio, fino ad arrivare all’effluvio del suo alito, “né profumato, né maleodorante, semplicemente quello di un vecchio, lo stesso di mio nonno”, dice lei. Nemmeno Fantozzi era mai stato respinto in maniera così disarmante dalla signorina Silvani. E l’Italiano medio a questo punto non può fare altro che applaudire mentalmente la mirabile verve della donna, che è riuscita non solo a respingere fieramente le avances di un ometto tanto squallido, ma addirittura a far magicamente dimenticare all’intera sala che nella puntata precedente era proprio lei ad impugnare saldamente un fallo maschile di un altro potente e facoltoso anziano, compiendo quella piacevole azione che nella nostra lingua può anche indicare la tipologia di un pesce o un utensile. Il giusto e agognato riconoscimento dopo essere stata assoldata da un pappone tra altre mille pretendenti. Non male insomma per una giovane ventenne dal corpo mozzafiato e il cervello equipollente a quello di un girino.

Stella (Alice Pagani), la ragazza che rifiuta le lusinghe di Silvio, in una scena del film (fonte: dal web)

È davvero magistrale l’accuratezza con la quale Sorrentino nella sua pellicola abbia voluto rappresentare la categoria femminile come un delizioso contenitore di stupidità e vacuità inesauribile; graziosi oggettini da saltuario ‘spupazzamento’ che, come inane ciarpame a buon mercato, stipano le bacheche di quei ricchissimi ‘bavosi’ che rivestono cariche di una certa importanza nella nostra esemplare società.

La scena di un balletto hard che alcune ragazze inscenano davanti a Silvio (fonte: dal web)

Arriviamo all’epilogo. Il ‘Berlusca’ è ormai un uomo sempre più malinconico e stanco, abbandonato anche dalla moglie, circondato da una crescente solitudine interiore, imprigionato, per rendere l’idea, in quella magnifica gabbia dorata che lui stesso si è costruito intorno. L’opera del regista partenopeo si chiude con due episodi di straordinario impatto: nel primo abbiamo la deprimente figura del premier che assiste all’eruzione del suo vulcano da giardino, quasi come emblema di colui che, dopo essere stato capace di creare un impero dal nulla e di aver raggiunto vertici altissimi nella propria carriera, con la stessa forza, appunto, di un vulcano attivo, adesso sia inesorabilmente destinato alla caduta e alla relativa frantumazione al suolo, proprio allo stesso modo di quei  lapilli sparati dalla montagna di fuoco. Il secondo, invece, è la riesumazione di una statua di Cristo dalle macerie provocate dal terremoto de L’Aquila nel 2009. E dopotutto, pensandoci su, chi è veramente Silvio Berlusconi se non un nuovo Gesù Cristo in terra, venerato da alcuni, detestato da altri, messo, metaforicamente, sulla croce da altrettanti: forse, come il figlio di Dio, soltanto un domani, dopo la sua morte, tutto il suo operato verrà finalmente apprezzato in modo universale, magari andando al di là di come i media e i suoi oppositori ce lo hanno costantemente presentato; guardando oltre la sua sfera privata, le ingannevoli apparenze e il giudizio morale che spesso offusca l’intelletto, ma tenendo in considerazione soltanto il fatto che, sulla carta, sia stato (e sia tutt’ora) una perfetta incarnazione moderna del demiurgo platonico.

Silvio Berlusconi (Toni Servillo) in una scena del film (fonte: dal web)

Tartaglione Marco

Leggi anche: https://metropolitanmagazine.it/2018/05/05/93334/  (recensione di “Loro 1”)