24 giugno – TURCHIA. I cittadini turchi alle urne per le elezioni presidenziali e parlamentari anticipate, convocate in aprile dal presidente Recep Tayyip Erdoğan.
Le elezioni in numeri
Al voto in Turchia, che si chiuderà alle 17:00 ora locale, sono chiamati circa 60 milioni di cittadini, per i 180 mila seggi delle 81 province. Gli oltre 3 milioni di votanti dall’estero hanno riscontrato un’affluenza record del 48,7%. L’attuale presidente Recep Tayyip Erdogan, al potere da 15 anni, viene sfidato da Muharrem Ince del CHP. Per i 600 seggi parlamentari sono invece in competizione 8 partiti.
Un referendum controverso
La Turchia oggi voterà per la prima volta secondo le riforme costituzionali avvenute lo scorso anno, a seguito del referendum tenutosi il 16 aprile 2017. I principali cambiamenti comportavano la sovrapposizione di “Capo dello Stato” e “Capo del governo”, elezioni congiunte, l’aumento di parlamentari a 600 da 550 e le limitazioni al potere legislativo della Grande Assemblea. Sempre in base al recente referendum, il presidente può mantenere un’affiliazione al suo partito politico e può nominare quattro dei 13 giudici del Consiglio supremo.
Le Elezioni Parlamentari
In Turchia il Parlamento è composto dai 600 membri della Grande Assemblea nazionale , organo legislativo unicamerale. Questi saranno eletti secondo sistema proporzionale a lista chiusa in 87 distretti. Una soglia altissima del 10%, introdotta già nel 1982, è necessaria per entrare in Parlamento. Attualmente due le principali alleanze: l’Alleanza Popolare e quella Nazionale.
L’Alleanza Popolare vede congiunti l’AKP (il partito di Erdoğan) e il partito del movimento nazionalista (MHP). Il partito Free Cause Party (HÜDA-PAR) sosterrà l’alleanza solo nelle elezioni presidenziali, ma non in quelle parlamentari
L’Alleanza Nazionale include invece il Partito conservatore liberale İYİ, il partito sunnita Felicity (SP) e il Partito popolare repubblicano socialdemocratico (CHP). L’ampia differenza di punti di vista all’interno della coalizione è stata oggetto di critiche ed è forse la maggior fonte di debolezza dell’opposizione.
Il Partito democratico popolare a favore delle minoranze (HDP) , il partito nazionalista patriottico di sinistra (VATAN) e il partito per la causa libera pan-islamista (HÜDAPAR), si presenteranno autonomamente.
Il panorama politico turco
AKP – Il Partito per la giustizia e lo sviluppo – fu fondato nel 2001 da Erdoğan ed é sempre più caratterizzato da forti legami col passato ottomano e con l’identità islamica.
CHP – Il Partito popolare repubblicano – fondato nel 1923 come partito politico, è il principale partito all’opposizione. Le sei frecce nel suo logo rappresentano i sei pilastri del kemalismo: repubblicanesimo, patriottismo, popolarismo, statalismo, laicismo e rivoluzionarismo.
Gli ultimi sondaggi vedono l’AKP in testa al 39,9%, seguito dal CHP con il 25,4% dei voti, mentre HSP occupa il terzo posto con il 12,3%. İYİ arriverebbe all’11,4%, il MHP al 7,4% e Felicity al 2,6%.
Le Elezioni Presidenziali
Erdoğan è l’unico candidato per l’Alleanza popolare, mentre l’Alleanza Nazionale candida tutti i suoi leader: Muharrem İnce per CHP, Meral Akşener per İYİ e Temel Karamollaoğlu per Felicity. Selahattin Demirtaş per HDP e Doğu Perinçek per il Partito Patriottico concorrono al di fuori del sistema di coalizioni. Le elezioni presidenziali sono a doppio turno come quelle francesi.
Recep Tayyip Erdoğan – presidente della Turchia dal 2014 e Primo Ministro dal 2003 al 2014 – è il principale favorito. Fortemente criticato per il suo autoritarismo e sciovinismo islamico, Erdoğan ha dato in questi anni una svolta al volto secolare storico della Turchia. Nel 2016, quando un colpo di stato organizzato dall’esercito ha cercato di rimuoverlo dall’incarico, è stato annunciato lo stato di emergenza, non ancora rimosso.
Muharrem İnce è invece il favorito dell’opposizione, ex insegnante di fisica e deputato dal 2002. Si presenta al pubblico come candidato laico e sostenitore dell’ideologia secolare di Mustafa Kemal Ataturk. Dopo aver dominato la politica turca per un decennio e mezzo, il presidente Tayyip Erdogan affronta oggi la sua più grande sfida elettorale: un ex insegnante combattivo che ha rivitalizzato un’opposizione prima avvilita, in meno di due mesi! (Guarda i sostenitori dell’opposizione a Izmir).
Meral Aksener (Iyi), soprannominato “la donna di ferro turca” dai media locali, è una nazionalista e conservatrice di destra, contraria al referendum indetto da Erdogan e contestatrice del carattere islamico dell’AKP. Ha ricoperto la carica di ministro degli Interni nel 1996-1997.
Se dovesse arrivare al secondo turno, Ince potrebbe effettivamente avere una possibilità. Gli ultimi sondaggi vedono Erdoğan in testa per il primo turno con İnce e Akşener rispettivamente come runner up. Per il secondo turno Erdoğan emerge con una stretta maggioranza sia contro İnce (53.7 vs 46.3) che contro Akşener (51.2 contro 48.8).