Wikipedia si era fermamente schierata nella polemica sulla direttiva Ue riguardante il diritto d’autore.
La protesta di Wikipedia (Photo Credits: www.rsi.ch)La direttiva, proposta il 20 giugno, è stata discussa oggi a mezzogiorno a Strasburgo. Il Parlamento europeo si è riunito per decidere se attuare nuove direttive sull’informazione online ed i copyright.
L’Europarlamento ha deciso di respingere la direttiva. La plenaria del Parlamento europeo ha votato contro l’avvio dei negoziati fra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue sulla proposta di regola. Contrari 318 eurodeputati. I sì sono stati 278. 31 gli astenuti. Il testo tornerà a essere esaminato e votato dalla prossima sessione plenaria, sempre a Strasburgo, tra il 10 e il 14 settembre. E ci sarà un nuovo testo.
Il processo di approvazione, però, è ancora lungo. Potrebbe essere rallentato dalla decisione di oggi a dalle elezioni europee in programma per la primavera del 2019.
C’era molta attesa per il voto. E l’esito segna una prima vittoria per tutti coloro che si opponevano a questa direttiva. “Il voto di oggi rappresenta una vittoria per la democrazia” ha commentato il gruppo di pressione EDiMa, che riunisce i Gafa (Google, Apple, Facebook, Amazon) e altri grandi nomi del settore tecnologico.
La pagina in italiano della nota enciclopedia online è stata oscurata da martedì 3 luglio in segno di protesta. Con tanto di logo in negativo. Wikipedia ha sostituito tutte le fonti online italiane con un messaggio ai propri lettori. Il comunicato, firmato dalla Comunità italiana di Wikipedia, spiega le ragioni della decisione di bloccare il servizio. Tra le misure previste, c’era la possibilità per gli editori di chiedere il pagamento per l’uso di brevi frammenti di testo.
Maurizio Codogno, portavoce di Wikimedia Italia, spiega: “Noi siamo assolutamente favorevoli al copyright, ma se tutela chi crea nuovi contenuti. Questa direttiva fa l’opposto. Mina la libertà della rete a partire dalla creazione di nuovi contenuti imponendo nuove barriere, filtri e restrizioni. Wikipedia non si è mobilitata solo per salvare sé stessa, ma per difendere la rete libera”. La stessa Wikipedia rischiava di chiudere.
Oggetto di discussione la regola contenuta negli articoli 11 e 13. L’articolo 11 riguarda l’implementazione di una sorta di “link tax”, una “tassa per i link” da far pagare alle grandi piattaforme online, come Google e Facebook, per poter linkare i siti di notizie. L’articolo 13 impone un controllo maggiore da parte delle piattaforme su cosa può essere pubblicato (o meno) considerando soprattutto le violazioni sul copyright.
Sono due regole che, secondo Wikipedia e non solo, possono compromettere la libertà d’espressione che ha contraddistinto il mondo online sin dagli albori.
Ora Wikipedia Italia è tornata online, dopo due giorni di blocco. Le pagine sono tornate visibili agli utenti dopo la decisione dell’emiciclo.
Patrizia Cicconi