Il mondiale di Formula E è concluso da poco. Le scuderie stanno già pensando alla prossima stagione, ricca di novità e di insidie. Prima di avventurarci nella prossima stagione, ripercorriamo la stagione appena trascorsa. Jean-Eric Vergne ha conquistato il titolo, ma quali sono stati i fattori/momenti determinanti?
La stagione appena trascorsa si è conclusa con il doppio appuntamento di New York che ha decretato Jean-Eric Vergne campione. Il francese è riuscito a battere la concorrenza di Felix Rosenqvist prima e di Sam Bird poi. La sua stagione è stata impeccabile, ma quali sono stati i momenti/fattori cruciali che gli hanno garantito il successo?
Animale da gara
Il francese, malgrado le tre pole position, non è sempre stato competitivo in qualifica. Le prestazioni altalenanti in qualifica sono sempre state migliorate nel corso della gara. Solamente in quattro occasioni il pilota francese non si è migliorato (in 3 di questi casi, ha vinto partendo dalla pole position). In gara, l’attuale campione del mondo ha sempre trovato quel passo mancato talvolta in qualifica.
Altra caratteristica delle gare di Jean-Eric Vergne è l’aggressività nella guida. Il pilota francese ha sempre condotto gare all’attacco alla ricerca del miglior risultato possibile. Certamente, in questa stagione è stato agevolato da una vettura bilanciata ed efficiente come quella Techeetah. Questo fattore ha fatto la differenza nel corso della stagione, specialmente nel confronto con Sam Bird. Il pilota britannico molte volte è stato costretto a correre in difesa, con una vettura non all’altezza.
Santiago del Cile, Punta del Este e New York: L’arte della difesa
André Lotterer prima e Lucas di Grassi poi. Se c’è un pilota in questo mondiale che sa difendersi meglio di tutti, questo è Jean-Eric Vergne. Queste tre vittorie sono state determinanti per il corso del mondiale sia per i punti in classifica che psicologicamente. Vergne si è dimostrato un vero osso duro nel sorpasso, tant’è che André Lotterer e Lucas di Grassi sono stati costretti a delle manovre al limite. Tentativi vani, perché “qui non si passa!”.
Le lotte che hanno visto protagonista il francese sono entrate certamente negli highlights di questa stagione. La sua capacità di difendersi dagli attacchi è stata apprezzata anche in gare dove il francese non ha brillato. Proprio quest’ultime gare hanno rappresentato un tassello importante per la conquista del mondiale.
Come una formica: sempre a punti
Un altro punto forte della stagione di Jean-Eric Vergne è certamente rappresentato dalla costanza di rendimento. Il francese ha saputo capitalizzare ePrix favorevoli e correre per i punti nei weekend difficili. Vergne è l’unico pilota della stagione ad aver chiuso sempre in zona punti e, ad eccezione dell’ePrix di Zurigo, sempre nella top-5.
Come vi avevamo raccontato per la prima parte di stagione, il francese ha saputo gestire al meglio ogni situazione. Vergne ha sempre ragionato in ottica iridata e mai sulla singola corsa. Non ha corso cercando sempre la “vittoria di tappa”, ma cercando “la vittoria di Tour”. Questo ha certamente fatto la differenza nel corso di un campionato.
Di questa costanza di rendimento ne sono una dimostrazione le tappe di Marrakech, Messico e di Roma. In nessuna di queste, ad eccezione parziale del Messico, il pilota francese si era trovato a suo agio sulla monoposto sin dalle qualifiche. Tuttavia è sempre riuscito a conquistare punti importanti in ottica iridata, minimizzando il guadagno altrui.
Potrà davvero ripetersi?
La vittoria finale di questa stagione è stata agevolata dalla mancanza di un rivale all’altezza per tutta la stagione. Nella prima parte è stato Roseqvist a dominare la scena mentre nella seconda parte Sam Bird. Il primo ha ceduto il passo per continue noie tecniche mentre il secondo non ha mai avuto una vettura efficiente come la concorrenza.
Quello che un po’ è mancato è stato un rivale come Lucas di Grassi da Punta del Este in poi. Se non avesse subito noie tecniche nelle prime quattro gare, probabilmente avrebbe vinto il titolo mondiale piloti. L’Audi si è dimostrata la vettura più efficiente e performante, ma l’affidabilità ad inizio stagione ha influito molto sul mondiale piloti. Che mondiale aspettarsi il prossimo anno? Certamente ancora più combattuto!