Scontro duro tra “Famiglia Cristiana” e Salvini: il settimanale della Cei apre l’ultimo numero con un eloquente titolo “Vade retro Salvini”.
Scontro che riguarda il frontespizio della copertina stessa del giornale, oggi in edicola. Una mano che si leva verso il volto di uno sconcertato ministro degli Interni. Sotto, il titolo: “Vade retro Salvini”. Un segnale forte, quello lanciato al vicepremier.
E ancora, “Famiglia Cristiana” scrive in prima pagina: “La Cei, i singoli vescovi, le iniziative di religiosi. La Chiesa reagisce ai toni aggressivi del ministro degli Interni. Niente di personale o ideologico. Si tratta del Vangelo”.
Il tema dell’immigrazione continua a dividere tanto lo scontro politico quanto il rapporto tra Chiesa e governo. Il settimanale attacca il leghista per le sue politiche sui migranti. Le critiche della rivista riguardano ovviamente le posizioni di Salvini sulla questione.
Dopo l’ennesima tragedia di migranti morti in mare (le vittime, ricorda il settimanale, sono già 1.490 dal 1 gennaio al 18 luglio), “Famiglia Cristiana” fa il punto sull’impegno della Chiesa italiana e attacca il ministro dell’Interno.
Il giornale apre l’inchiesta con le riflessioni della presidenza della Cei. La rivista riprende poi le prese di posizione più significative di numerosi vescovi sul tema dell’accoglienza.
Il settimanale cattolico non risparmia un giudizio severo sulle parole e sull’operato del leader del Carroccio. “Per i clandestini -aveva detto Salvini- la pacchia è finita”. E poi “Basta crociere”. Molte le voci di contestazione levate da vescovi nelle pagine di “Famiglia Cristiana”.
Ma per il ministro quella del settimanale cattolico è una copertina “irrispettosa”. E replica: “L’accostamento a Satana mi sembra di pessimo gusto. Non pretendo di dare lezioni a nessuno, sono l’ultimo dei buoni cristiani, ma non penso di meritare tanto”.
Matteo Salvini, durante un’audizione al Senato, spiega di “avere quotidianamente il sostegno di tante donne e uomini di Chiesa”. Poi ricorda un principio vigente del cattolicesimo: “L’accoglienza è un dovere nella misura del possibile. Penso che con i numeri che abbiamo la misura del possibile in Italia sia colma o quasi”.
Patrizia Cicconi