Nel 2010 la Uefa inserisce il Fair Play Finanziario per combattere il folle indebitamento delle società europee e favorire l’auto sostenibilità di ogni società, ora le regole si irrigidiscono.

L’ex presidente Uefa Michel Platini. (Photo Credit: lultimaribattuta.it)

Per spiegare cos’è il Fair Play Finanziario (tradotto in italiano), dobbiamo partire da un evento che ha scatenato nella mente dell’ex presidente Uefa, Michel Platini, l’ideazione di un sistema di controllo dei conti di ogni società europea delle massime serie calcistiche.

Nell’estate del 2009 il Real Madrid acquista l’astro nascente Cristiano Ronaldo dal Manchester United per una cifra, allora record, di 94 milioni di euro.
Non solo Cristiano Ronaldo, quell’estate il presidente Perez acquista anche Ricardo Kaka, Xabi Alonso e Karim Benzema per 135 milioni, facendo lievitare la spesa a 230 milioni.

Nella primavera successiva viene annunciata l’introduzione del “Financial Fair Play”, l’obiettivo principale del sistema è evitare di far spendere alle società più di quello che incassano.
Sono tre le regole chiave: nessun indebitamento pregresso dei club verso altre società, dipendenti e/o autorità, fornitura di informazioni finanziarie riguardanti il futuro e obbligo del pareggio di bilancio nel triennio sotto esame.

I primi problemi vengono fuori nel 2012, quando il 75% delle squadre dimostrano le difficoltà nell’arrivare al pareggio di bilancio e il debito calcistico sale a 1,6 miliardi.
Le prime a ricevere sanzioni per debiti scaduti sono state il Besiktas, il Bursaspor e il PAOK Salonicco, escluse per 2 anni dalle competizione Uefa.
Nel 2013 a causa di stipendi arretrati non pagati, sono state escluse ben 7 club, tra questi figurava anche il Palermo che è attualmente in valutazione di ricorso ed è in serie B.

Uno dei pochi club a salvarsi dall’esclusione è stato il Milan questa estate, al quale la Uefa aveva inflitto la medesima sanzione per la violazione dei parametri, il ricorso dei rossoneri al Tas però è stato accolto, riammettendo il club in Europa League.
La Roma e l’Inter invece hanno avuto riduzioni di rosa nelle competizioni Uefa e multe salate da pagare, oltre al dover arrivare al pareggio di bilancio; i giallorossi ci sono arrivati questa estate, l’Inter è ancora sotto osservazione.

Il Real Madrid alza la Champions League 2017/2018. (Photo Credit: Gazzetta.it)

La scorsa primavera la Uefa ha annunciato i nuovi criteri valutativi dei club, con un irrigidimento  sensibile dei parametri.
Si parte dalla trasparenza dei bilanci economici e finanziari; ogni club dovrà pubblicare il proprio rendiconto sul proprio sito o sul sito della federazione, scrivendo obbligatoriamente i costi relativi alle intermediazioni di agenti e procuratori nelle operazioni di mercato con una voce complessiva.

Tutte le società saranno chiamate a redarre il bilancio con alcune standardizzazioni (mantenendo sempre le normative fiscali vigenti nel proprio paese), in modo che sia leggibile dagli organi Uefa.
Sono quattro i parametri pricincipali:
– ogni ricavo e spesa deve essere registrato nel periodo corretto;
– ogni prestito con formula particolare deve essere registrato come trasferimento definitivo;
– registrazione dei ricavi voce per voce (biglietti, diritti tv, commerciali)
– valutazione del costo corretto di ogni trasferimento che avviene tra club della stessa proprietà per evitare che ci possa essere un aiuto ad uno dei due club.

Se fino all’anno scorso il controllo scattava ogni anno prendendo in esame il triennio precedente, ora il controllo potrà esser fatto ogni qualvolta un club mostri un disavanzo dai 100 milioni in su in una finestra di mercato.

La formazione titolare del Milan contro il Tottenham (STEPHEN MATUREN/AFP/Getty Images)

I club aventi questo disavanzo, dovranno dimostrare di poter arrivare al pareggio di bilancio entro fine stagione. Se lo stesso non raggiungerà il pareggio, avrà la sanzione nella stagione successiva, anziché nei 18 mesi previsti nel regolamento precedente.

A partire da questa stagione la Uefa terrà sotto stretto controllo le situazioni debitorie delle società, valutando i modi e le frequenze di capitalizzazione e richiesta di prestiti. Le società che chiederanno prestiti e ricapitalizzeranno troppo frequentemente, dovranno far rimanere tali manovre entro i limiti della gestione finanziaria della società.

Gabriele La Spina