Al WAO Festival le barriere non esistono, gli occhi delle persone sono svegli e pieni di amore. Amano la vita semplice e comunitaria, l’armonia della natura e la generosità dei boschi. Ammirano la bellezza dell’arte e la spensieratezza della musica.
Al WAO Festival puoi partecipare una volta all’anno e portarti a casa insegnamenti preziosi che possono capovolgere la visione del tuo mondo.
Al WAO Festival, quest’estate, sono arrivate migliaia di persone da tutto il pianeta per celebrare la comunione con sé, con gli altri e con madre terra, che tutto accoglie.
Il WAO Festival – Visionary Ecotecture Gathering (Raduno visionario di ecotecnologia) quest’anno si è svolto sui Monti Peglia, nel Parco dei Sette Frati, a San Venanzo, in Umbria tra il 14 e il 19 di Agosto. Sei giorni di musica psytrance – un genere che accompagna i pensieri fuori dalla testa, dalla forza ipnotica e creatrice. Sei giorni di workshop, il cui tema principale è la permacultura (dall’inglese il gioco di parole permanent culture suona perfetto, in italiano rende l’idea di una coltura che ha una cultura alle spalle). Il tentativo è quello di avvicinare un maggior numero di persone ad uno stile di vita equilibrato ed ecologico.
Il primo insegnamento prezioso è che tutto ruota attorno alla salute personale – fisica, mentale, emotiva e spirituale. Infatti, la Healing e la Spiritual Area sono due delle zone più accoglienti del Festival. Qui gli specialisti più strambi sono pronti a svelarti verità antiche e dimenticate da molti ,e segreti sull’universo rimasti inviolati dalla perversa cultura consumistica. Sessioni di gruppo di meditazione e yoga, musicoterapia, qigong, massaggi di tutti i gusti e molto altro per “ritornare in contatto con il nostro Sé più profondo”: un mantra che ha accompagnato tutti i sei giorni del Festival.
Secondo insegnamento: crea e osserva, comprendi dove vuoi arrivare e riprendi a creare. L’ho imparato dipingendo a fianco di Isabella Raffa con le dita, i colori fluo e la libertà più assoluta. Quello della giovane pittrice romana era una sorta di “esperimento sociale” che consisteva nel creare un paesaggio a più mani, le mani dei passanti, chiedendo solo rispetto per l’impronta lasciata da quelle passate prima. Tutto ciò accade nella Gallery – luogo dedicato all’arte delle forme e dei colori. Tre artisti, con tre stili completamente diversi hanno fatto della galleria d’arte un laboratorio dove sperimentare tecniche e idee curiose, come il body painting, che trasforma ragazze in farfalle meravigliose.
Per finire, un anfiteatro rudimentale circondato dagli alberi del bosco, dov’erano nascoste le tende dei “ravers”, accoglieva l’area dedicata alla cultura. Ma badate bene a leggere con attenzione cosa propone il programma: lezioni su come accendere il fuoco e su come riconoscere le impronte degli animali impresse nel terreno; approfondimenti sui tarocchi e i balli sacri; panoramiche degli eco-villaggi esistenti in Italia e nel mondo e giochi per comprendere le dinamiche relazionali. Molte e molte altre lezioni per aprire le menti e allargare gli orizzonti: terzo insegnamento.
Quasi dimenticavo il regno degli artigiani e dei cuochi: il mercato, dove ho imparato che guardando e assaporando attentamente si possono scoprire cose incredibili sulla vita. Gli artigiani mettono tutta la forza creatrice che è data loro in oggetti così particolari e curiosi che, accostati l’uno all’altro, creano un mondo, che diventa estensione del carattere stesso dell’artigiano. Pietre e minerali bellissimi vengono incastonati in metalli modellati apposta per braccia, dita e colli; cuscini psichedelici tessuti con fili provenienti dalla Turchia; incensi e spezie, saponi e essenze; giochi costruiti e dipinti a mano e attrezzi da giocoliere; animaletti di pezza colorata e vestiti meravigliosi.
Al WAO Festival è impossibile annoiarsi.