Rock Memories#13: I THE CURE di #WISH

Rock Memories è un modo di ricordare artisti di oggi e di ieri legati alla mia vita, una vita che ha una sola passione: quella per la musica ed il rock in particolare, strizzando un occhio ai vinili che fanno parte della mia collezione. 
Condividere periodicamente con voi i miei ricordi sarà come creare insieme una colonna sonora: ognuno di noi ha giorni felici e meno felici che la musica, come per magia, può riportare alla mente e suscitare #emozioni evocare #volti e farci #sognare “

Pasquale Colosimo

The Cure
Robert Smith – The Cure

Stavo ritornando da Ostia.

Ero andato, come tutti i martedì, a consegnare in negozio; non guidavo io ma il mio capo.

Cosi nel tragitto mentre ascoltavamo Radio Virgin (anche se a lui non piace) io sfogliavo con il mio smartphone le foto su instagram e su facebook.

Allo stesso tempo davo un’occhiata ai concerti in programmazione per poi poter chiedere il pass per poter fotografare gli artisti: è quello che faccio quando non lavoro. è la mia passione: magari un giorno diventerò il fotografo ufficiale di qualche Rock Star, ahahah.

In realtà da ragazzino sognavo di diventare io una Rock Star ma non ho mai imparato sul serio qualche strumento. Ne suono vari ma nulla di ché, così alla fine ho deciso di fotografarle le Rock Star e mi ritrovo allora sotto palco, nel famoso PIT, a catturare le istantanee di quegli artisti che ascoltavo e ascolto ancora con i miei vinili!

Insomma stavo lì smanettando con il cellulare quando, ad un tratto, un link mi lascio a bocca aperta: i THE CURE, i “miei” famosi The Cure, annunciavano il loro concerto per festeggiare i 40anni di carriera. Unica data in Europa a Londra, nella splendida cornice di Hide Park, proprio lì dove, da un po’ di anni a questa parte, si tiene il British Summer Festival. Il concerto sarebbe iniziato già nel pomeriggio con grandi artisti che avrebbero aperto il loro show: Interpol, Editors, The Twilight Sad, Ride, Goldfrapp e tanti altri.

La decisione la presi in un secondo: vado!

Il link concludeva con la notizia che la prevendita dei biglietti sarebbe stata disponibile dal giovedì successivo alle 10:00.

Quindi giovedì mi organizzai al lavoro per stare pronto. Incollato allo schermo del pc dalle 9:30, appena scoccarono le 10 il mio click su “compra biglietto” fu velocissimo e risolutivo: biglietto concerto acquistato adesso toccava aspettare solo un anno!

Ma si sa: un anno passa veloce e finalmente si parte.

Così arrivo a Londra venerdì 6 luglio 2018 con il mio grande Amico di avventure che non mi abbandona mai e quando usciamo dalla metro, proprio di fronte al parco, ci accolgono le note del grande ROGER WATERS in concerto quella sera.

Il giorno dopo andai li al parco presto, prima di pranzo. Non avendo il pass foto avevo deciso di lasciare la macchina fotografica a casa e di godermi ogni attimo del concerto. Me ne stetti lì sdraiato sull’erba per un bel po’, godendomi una delle rarità di Londra: il sole e il cielo azzurro senza nuvole! guardavo immerso in una sorta di estasi contemplativa gli scoiattoli, che ogni tanto saltellavano da un albero all’altro, e la gente che pian piano arrivava.

Alla fine arrivò il momento di entrare e ci mettemmo quindi in fila. In poco più di un’ora eravamo tutti dentro. Fu subito un’emozione fortissima: due grandi palchi, tanta gente e tanta bella musica.

Non c’era ancora il pienone e ci si poteva muovere tranquillamente, così visto che faceva caldo, mi andai a comprare la maglietta e il cappello dei magnifici Cure, una birra gelata e, toltomi le scarpe, mi sdraiai a terra. Fu un momento bellissimo che non scorderò mai: mi sentivo libero e la musica accompagnava questa sensazione…

Mi raggiunse un amico, anche lui di Roma, anche lui grande fan dei THE CURE e di ROBERT SMITH, così ci gustammo il concerto assieme. Ho detto concerto? No, in realtà fu un concertone meraviglioso!

Dopo tutti i grandi gruppi, alla fine verso il tramonto arrivarono loro. C’era ancora un raggio di sole e Robert ne approfittò per fare una delle sue buffe facce e subito dopo parti il basso di SIMON GALLUP.

Era il mio quarto concerto dei THE CURE, ma questo fu speciale: festeggiavano i 40anni di carriera! 40 anni dalla pubblicazione di BOYS DON’T CRY.

Emozione dopo emozione, specie quando fecero il mio pezzo preferito “From the Edge of the Deep Green Sea”, brano dell’album “Wish”, nono album in studio della band, il secondo a raggiungere la top 10 della hit parade ufficiale italiana. Era il 1992 è fu il 43° album più venduto di quell’anno.

 

In ogni concerto dei The Cure a cui avevo assistito prima, la band in media aveva suonato per 2 ore e mezzo ma, come dicevo prima, poiché festeggiavano il  loro 40esimo anno di attività, dopo le due ore e mezzo di scaletta delle loro migliori hits, e tra lo stupore di tutti noi che eravamo lì (hanno scritto sui giornali più di 70.000), iniziarono a suonare “jumping someone else’s train” e di seguito tutte le tracce dell’album “Boys don’t cry”!

Questo album, pubblicato nel 1978 appunto, e mai suonato completamente dal vivo se non parzialmente, diede a tutti noi lì presenti un’emozione gigantesca. Posso dirlo ad alta voce senza paura di venir smentito: questo non è stato solo il concerto più bello della mia vita (e ne ho visti tanti), ma è stato anche il più bello dei CURE!

Ho deciso di scrivere questa storia, più recente dei ricordi fin qui condivisi con voi, perché questa settimana il FIRENZE ROCK ha annunciato il primo gruppo per il festival che si terrà a giugno del 2019 e indovinate un po’? e si: saranno proprio loro e quindi, caro Robert, ci rivediamo presto…

 

…Ma questa è un’altra storia!

 

 

 

L’ARTISTA:

 

The Cure sono un gruppo musicale post-punk inglese, i cui esordi risalgono al 1976, in piena esplosione new wave (in compagnia di gruppi come Siouxsie and the Banshees, Joy Division, Echo and the Bunnymen).

Ha raggiunto l’apice del successo tra la metà e la fine degli anni ottanta (soprattutto con i singoli Close to Me e Lullaby, tratti, rispettivamente, dai due album The Head on the Door del 1985 e Disintegration del 1989). 

Robert Smith, il cantante, chitarrista, autore dei testi e compositore di quasi tutte le musiche, nonché fondatore del gruppo, è l’unico membro ad averne sempre fatto parte fin dagli esordi.

  • Robert Smith: voce, chitarra, basso a sei corde, tastiere
  • Simon Gallup: basso
  • Porl Thompson: chitarra, tastiere
  • Boris Williams: batteria, percussioni
  • Perry Bamonte: chitarra, basso a sei corde, tastiere

 

L’album:

Provenienti dall’affermazione mondiale giunta con Disintegration e sorprendentemente con 4/5 di formazione nel gruppo da 7 anni, i Cure mettono a segno un altro successo sia di critica che di pubblico con Wish, che entra alla numero 1 in Gran Bretagna e alla numero 2 negli Stati Uniti d’America, arrivando rispettivamente a conquistare il Disco d’oro e il Disco di platino nei due paesi.

Un album dalle atmosfere mixate, dove è possibile trovare sia tracce pregne della tipica malinconia che ha caratterizzato il lavoro dei Cure, più propriamente l’ultimo album in studio Disintegration, quali ApartTo wish impossible things e A letter to Elise, ma anche canzoni decisamente più allegre e spensierate, come Doing the unstuck e Friday I’m in Love, che diventerà una delle canzoni più conosciute dal grande pubblico di tutta la carriera dei Cure.

 

  1. Open
  2. High
  3. Apart
  4. From the Edge of the Deep Green Sea
  5. Wendy Time
  6. Doing the Unstuck
  7. Friday I’m in Love
  8. Trust– 5:33
  9. A Letter to Elise
  10. Cut
  11. To Wish Impossible Things
  12. End

Pasquale Colosimo