Il wrestling italiano viene spesso ritenuto una realtà inesistente o comunque ben lontana dalle controparti europee o americane; ciò è tutto tranne che vero come dimostrato dalla SIW, la Scuola Italiana di Wrestling i cui allenatori del polo di Roma hanno concesso un intervista esclusiva a Metropolitan Magazine Italia.
Arrivato al Palatorrino di Roma, mi attendono alla struttura dove tengono gli allenamenti Kojiro e Adam Shepard, due degli allenatori della scuola. Dopo due chiacchiere sul mondo del pro wrestling iniziamo a parlare del wrestling italiano e dei progetti della SIW:
Quando è nata la Scuola Italiana di Wrestling ( SIW)?
Kojiro, head trainer del polo di Roma della SIWKojiro : Due Anni e mezzo fa, a gennaio 2016. Venivamo dalla ICW, la Italian Championship Wrestling, che tiene spettacoli prevalentemente in Lombardia.
Come allenate gli atleti?
Kojiro : La nostra federazione si differenzia perchè è una scuola di wrestling; insegniamo il riscaldamento, le tecniche dalle più basilare, le capriole i bumb. Insegniamo agli atleti Io suggerisco a tutti gli atleti di fare uno sport parallelo come la pesistica. Nel wrestling è fondamentale l’allenamento aerobico. Molti pensano che i wrestler hanno poca preparazione atletica ma dietro ci sono anni di allenamento.
Adam Shepard: Gli allievi che alleno partono dall’abc del wrestling in modo tale da crescere costantemente senza bruciare le tappe. Chi parte da un livello base si allena comunque insieme agli altri ma ovviamente evitiamo che subisca manovre più complesse.
A che età iniziano mediamente i ragazzi ad allenarsi ?
Kojiro: In genere fra i 15 e i 17 anni. Molte madri hanno paura a portare i figli in una scuola di wreslting perchè hanno paura che si possano far male ma quando assistono agli allenamenti si ricredono vedendo la professionalità che c’è negli allenatori. Il pericolo c’è come in qualsiasi disciplina ma è controllato. Cerchiamo sempre di salvaguardare gli allievi che un giorno potrebbero essere compagni o avversari sul ring.
Molti in Italia pensano che non esiste una realtà nostrana del wrestling così sviluppata, cosa ne pensate al riguardo?
Kojiro: E’un fattore culturale, il wrestling in Italia è spesso considerato un teatrino ma grazie al modo in cui si diffondono le informazioni le persone hanno compreso che dietro la disciplina c’è una grande preparazione atletica e i colpi che gli atleti subiscono sono veri così come gli infortuni. La crescita del wrestling in Italia rimane comunque verticale grazie a coloro che lo praticano in maniera seria e ai pionieri che si sono confrontati con le realtà straniere. I tempi di chi pratica il wrestling con un ring dove non ci sono corde ma degli spaghi sono ormai finiti.
Come si sviluppano i vostri spettacoli? Pensate ci sia la possibilità di ampliare il vostro pubblico?
L’ultimo spettacolo romano della SIW è stato un successo di pubblicoKojiro: I nostri progetti si stanno espandendo sia a livello nazionale che estero; Questo grazie a persone che praticano questa disciplina rispettando i propri allievi e le realtà che incontrano. I ragazzi che oggi si allenano nella nostra scuola hanno molte più possibilità di quelle che avevamo un tempo grazie alle collaborazioni con le federazioni britanniche, tedesche e americane. Grazie a Chris Silvio, ex performer di NXT, stiamo lavorando ad un progetto negli Stati Uniti; la scorsa settimana si è tenuto il primo spettacolo SIW in America.
I nostri ragazzi hanno anche partecipato ai campus della famiglia Knight (i genitori di Paige della WWE) e due di loro hanno partecipato ad un loro show essendo ritenuti fra gli atleti più meritevoli. La realtà inglese ha sempre considerato molto bene gli atleti italiani e in particolar modo gli atleti della SIW. Le collaborazioni sono ciò che permettono una crescita del nostro settore, uscendo dal proprio mondo si può crescere.
Adam Shepard: La situazione è cambiata molto, c’è più pubblicità ed è anche maggiormente compreso anche dal pubblico casual cosa è veramente il wrestling. Se domani facessimo un evento il pubblico rimarrebbero comunque a vedere lo show dall’inizio alla fine.Non è raro che dei padri che portano i figli a vedere uno spettacolo rimangono colpiti dalle nostre proposte. Gli adulti ci chiedono le foto alle fine dei match.
Quali sono le figure più importanti in un incontro di wrestling?
Kojiro: quella dell’heel è fondamentale perchè è colui che porta avanti maggiormente le storyline e conduce gli incontri. Un buon cattivo, come lo era JBL, rende più credibile la storia che porterà il face alla vittoria finale.Sicuramente anche quella dell’arbitro è una figura molto importante, il suo modo di agire sul ring aiuta molto a rendere più credibile un match.
Cosa rende un atleta un wrestler di successo?
Kojiro: Sicuramente la credibilità del suo lavoro nel ring; nel wrestling non c’è bisogno di usare tecniche spettacolari o spericolate per arrivare al pubblico. Pensa a Ric Flair, The Rock o John Cena, sono atleti che realizzano manovre spettacolari sul ring? decisamente no ma hanno compreso cos’è il wrestling e hanno reso credibile quello che propongono. I wrestler devo saper eseguire bene il proprio ruolo : se sei un face (un buono nel gergo del wrestling) devi saper conquistare la folla mentre se sei un heel (un cattivo) devi saper farti odiare dal pubblico. E’ importante inoltre saper raccontare una storia sul ring e come ti proponi; molti dei più grandi match della storia di questa disciplina non sono stati capolavori sotto il profilo tecnico ma hanno saputo emozionare creando momenti che rimarranno impressi nei ricordi dei fans.
Ci spostiamo nella palestra dove Kojiro e Adam Shepard tengono le lezioni; gli allievi si allenano nelle manovre basiche del wrestling e iniziano un circuito per potenziare la loro capacità aerobica. Mentre osservo gli allenamenti dei più giovani vengo avvicinato da Adriano, il Leone di Roma, uno degli astri nascenti della Scuola Italiana di Wrestling che mi concede anch’esso un intervista.
Quando hai iniziato a praticare wrestling? Che esperienze hai avuto all’estero?
Adriano, il Leone di Roma, astro nascente della SIWAdriano: 4 anni fa, a 15 anni. Ho fatto molte esperienze positive, sono stato in Inghilterra. Nel Regno Unito puntano molto a farti fare esperienza sul ring appena sei pronto a differenza del wrestling italiano dove puntiamo ad avere un atleta più preparato per farlo debuttare in un show. In America invece mi sono allenato nei campus della NJPW, della ROH e della WWE e ho notato un grande rispetto nei confronti di chi pratica questa disciplina. Grazie alle mie esperienze sono riuscito a partecipare al videoclip di Jovanotti Viva la Libertà.
Praticare il wrestling richiede molti sacrifici? Quante volte ti alleni a settimana?
Adriano: Assolutamente si, richiede di seguire una dieta molto ferrea inoltre richiede di viaggiare molto spesso. Quando si fa un incontro in trasferta capita spesso di tornare a casa il sabato o la domenica sera e il giorno dopo ci si allena. Ma le performance sul ring e la reazione del pubblico ripagano i sacrifici.Mi alleno 4 volte a settimana: due volte in palestra e due volte qua insieme agli altri ragazzi.
Com’è il pubblico italiano ?
Adriano: Le persone che vengono ai nostri show spesso non conoscono molto bene la disciplina a differenza del pubblico anglosassone o di quello americano. Vengono incuriositi da quello che hanno visto in TV partendo prevenuti nei confronti degli spettacoli ma alla fine ci chiedono gli autografi e di fare delle foto. E non parlo solo di bambini e adolescenti ma anche adulti e anziani. Nella fiera That’s America siamo state l’attrazione principale della fiera nonostante molte persone che non conoscevano il wrestling e non sapevano che all’interno della kermesse ci fosse un evento del genere.
Kojiro mi ha parlato dei progetti SIW all’estero, come si sta sviluppando il vostro brand?
Adriano: Il progetto in America è nato grazie a Chris Silvio che dopo essere stato in Italia ad allenare degli atleti per tre mesi una volta tornato in America ha organizzato uno show della SIW in terra americana . Il progetto era inizialmente una prova ma ha preso velocemente forma. Chris Silvio ha portato il nostro titolo in America e l’ha difeso con successo contro Matt Sydal, ex wrestler WWE ora in Impact Wrestling. Nello show americano, andato in onda in pay per view, anche altri atleti SIW hanno preso parte. Stiamo curando molto gli aspetti social grazie a ragazzi che stanno lavorando al materiale promozionale in maniera professionale sia per la realtà italiana che per SIW USA.
Il wrestling italiano e Il Brand SIW stanno crescendo molto quindi?
Adriano: Sicuramente, ora ci sono almeno 15 federazioni in Italia, un numero elevato per il nostro paese. La SIW vuole essere il punto di riferimento del wrestling italiano nel mondo. Molti non conoscono i wrestler italiani ma c’è molto dedizione da parte di chi fa wrestling, c’è grande amore per questa disciplina da parte di chi la pratica. Stiamo organizzando altre difese titolate del titolo SIW in altre federazioni. Inoltre anche gli spettacoli della SIW stanno crescendo in numero; siamo passati da uno spettacolo ogni 4 o 5 mesi ad uno show al mese. La SIW un giorno sarà conosciuto in tutto al mondo.
Metropolitan Magazine ringrazia gli allenatori della SIW – Polo di Roma per l’intervista e il tempo dedicatoci.
SIMONE FRANCESCHETTI