Aleja Sanchez è una dj e producer colombiana. Owner di Northallsen Records, in novembre è uscita la nuova release “Signums de Caelo”.

Siamo riusciti a scambiare due chiacchiere con lei.

(ITA/ENG VERSION)

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Citando e parafrasando García Márquez, Aleja Sanchez per il mondo può essere solo una persona, ma per gli amanti della techno può rappresentare un mondo.

Aleja Sanchez, dj e producer colombiana sta scavalcando con la sua musica quel recinto fatto da lingue malintenzionate . Non è facile per una donna arrivare a certi livelli, soprattutto se l’onda della misoginia e dell’ignoranza dilaga, lasciando, ancora nel 2018, l’amaro in bocca.

L’arte non ha sesso, la musica non ha barriere, la cultura non ha distinzioni.

Aleja Sanchez, forte di questi valori, imperterrita e perseverante, alimenta la passione e la fedeltà verso la musica elettronica con vibrazioni e sonorità nate e cresciute in un ambiente come Bogotà in Colombia, ed evloute e maturate in giro per il mondo.

Owner di Northallsen Records in novembre è uscito il suo disco “Signums de Caelo” con i remix di Von Grall e AWB. Continua a viaggiare per il mondo suonando nelle vetrine d’elite del movimento, calcando palchi come il Tresor ed il Razmatazz. Il sound vigoroso, vivace, energico ma allo stesso tempo sensibile e raffinato rispecchiano la sua personalità e le sue esperienze, non nascondendo anche qualche inciampo durante il percorso.

La vicinanza con la natura è un aspetto imprescindibile delle sue produzioni, esortando i suoi ascoltatori a vivere di più le creazioni di Madre Natura e coinvolgendo Madre Natura ad essere più presente al loro ascolto.

Abbiamo scambiato due chiacchiere con lei.

MM: Aleja Sanchez grazie per aver accettato il nostro invito. Parto dalle origini. Sei una ragazza colombiana, precisamente di Bogotà. La Colombia, paese latino, difficile, ricco di tradizioni, bellezze naturali, calore ed ospitalità. Ascoltando il tuo suono, così ipnotico, forte, deciso, a tratti malinconico mischiato ad atmosfere ambient, sembra rappresentare la tua terra, mescolando la sensibilità alla durezza della vita. Chi e cosa ha generato questa ricerca sonora? Quali artisti ti hanno formata, musicalmente parlando?

ALEJA SANCHEZ: Mattia grazie mille per l’invito, lo apprezzo davvero. L’interpretazione musicale che cerco di modellare oggi nelle mie produzioni e nei miei dj set, rappresenta la somma di diverse esperienze di vita, lezioni e inciampi. È un’interpretazione che cerca di essere il più autentico possibile. Musicalmente parlando, ho iniziato a suonare la tromba in un’orchestra sinfonica quando avevo dieci anni. Sono stata lì per alcuni anni supportata dai miei genitori. Ma le tipiche confusioni dell’adolescenza mi hanno allontanato dalla musica classica e mi ha coinvolto nella musica elettronica. Artisti come Beth Gibbons, Dave Gahan o Trent Reznor mi hanno ispirato. Con il passare del tempo, l’orecchio e la maturità dello spirito, ho potuto scoprire David Gilmour, Ludovico Einaudi e Jeff Mills, che ancora oggi sono la più grande fonte d’ispirazione per me.

MM: Rimanendo in tema Colombia, la curiosità fa da padrona. Recentemente è uscita Narcos, la serie televisiva prodotta da Netflix che ripercorre la vita di Pablo Escobar, re del narcotraffico. La Colombia sottomessa all’impero di Pablo e altri narcotrafficanti ha messo in ginocchio la nazione per un bel pezzo, generando caos e violenza. Hai testimonianze di parenti ed amici di quei tempi? Paragonando un po’ all’Italia in cui sono presenti mafia e camorra ed altri tipi di criminalità, l’italiano è associato a questi aspetti. Per i colombiani è lo stesso? E’ un’eredità dura da sopportare?

ALEJA SANCHEZ: Un paese che non conosce la sua storia è condannato a ripeterla. Penso che se questo fosse l’obiettivo di serie come “Narcos”, il suo successo forse non sarebbe così clamoroso. Purtroppo, queste serie non intendono educare la società sulla storia del sangue e della violenza in Colombia, sono solo spettacoli televisivi dedicati a vendere una “parodia” come il miglior stile di Hollywood. Non è possibile cambiare la storia colombiana ma è possibile mostrare al mondo l’altro lato di un paese. Penso che sia la missione nascosta di tutti gli scrittori, scienziati, atleti e artisti nati in Colombia.

Non considero il traffico di droga un retaggio per me, e penso che coloro che ritengono che l’unico aspetto rilevante in Colombia sia il traffico di droga non hanno istruzione sul mio paese. La mia raccomandazione per le persone che vogliono conoscere la Colombia è smettere di vedere Narcos e invece, provare a leggere le ricerche di Rodolfo Llinás e i libri di García Márquez, guardando le competizioni di Caterine Ibargüen, contemplando l’arte di Fernando Botero e, naturalmente, ascoltando la musica elettronica fatta in Colombia.

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MM: Parlando d’illegalità nel contesto musicale, le più grandi produzioni musicali dal rock, al jazz, al rap (gangsta e non) all’elettronica, derivano dall’utilizzo di droga ed il conseguente superamento di confini. Come incide sulle produzioni di un’artista? C’è ne bisogno secondo te?

ALEJA SANCHEZ: Credo profondamente che gli stati alterati di coscienza ci permettano di percepire il mondo in modo diverso anche in un modo elevato. Tuttavia, non tutte le persone sono in grado di controllarle e capirle, è come avere una superpotenza ma non sapere come usarla. Penso che l’uso di sostanze per raggiungere alti stati di coscienza possa avere un effetto positivo sulla creatività, ma richiede un certo grado di maturità, rispetto e auto-conoscenza.

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MM: Ritornando alla tua figura artistica, abbiamo menzionato le caratteristiche del sound che ti hanno reso una delle dj più apprezzate nel panorama musicale. Quanto ha inciso la ricerca ed il lavoro sul tuo suono? Quanto tempo passi su di esso?

ALEJA SANCHEZ: Non sono sicura di essere molto popolare sulla scena, come dici tu, in realtà non è qualcosa a cui tengo troppo. Ho dedicato almeno 13 anni della mia vita alla musica elettronica perché mi piace, e perché è il modo in cui posso esprimere la mia visione del mondo. Mi sento fortunata che alcune persone in tutto il mondo considerino il mio lavoro come buono o speciale. In questo momento e da 2 anni, sono completamente dedita alla musica, alla mia etichetta Northallsen e al mio lavoro come membro del team di Illegal Alien, ho lasciato il mio lavoro come insegnante di biologia e ho deciso di mettere il 100% della mia attenzione e l’energia nella musica, ecco perché mi sento fortunata, è un dono della vita.

MM: Questo successo si sposta, oltre che tra etichette e release (ci arriveremo), ai vari live e dj set in giro per il mondo. Tresor, Stardust, Razzmatazz, Perpetum, Flix, Sound Department. C’è qualche posto dell’èlite dove vorresti e non hai ancora suonato? Qual è il clima giusto per esprimere tutta te stessa?

ALEJA SANCHEZ: Mi piacerebbe suonare a Berghain in Germania o al Fuse di Bruxelles, questi sono due luoghi in cui l’energia è unica, così, naturalmente, catturano il mio interesse e la mia curiosità. Penso che il clima perfetto per esprimermi pienamente sia dove le persone si sentono veramente libere e possono esprimere ciò che sentono con la musica, che lo scambio di energia con il pubblico è molto speciale e davvero motivante.

MM: Owner di Northallsen Records, parte integrante di Illegal Alien Records, contribuisci regolarmente con Nachtstrom Schallplatten and Planet Rhythm. Parafrasando uno dei tuoi dischi Factum uscito ad agosto : i fatti valgono più di mille parole. Avevi qualche sassolino da togliere dalla scarpa?

ALEJA SANCHEZ: Non esattamente. Ho scritto questa descrizione per l’EP perché filosoficamente parlando, Factum significa “fatto”. Quello che facciamo ci definisce, i fatti sono il risultato delle nostre azioni, quindi i fatti valgono più di mille parole. Era la sensazione che volevo dare all’EP.

MM: Le etichette sommate alle tue produzioni sono lo specchio della tua personalità. Un concentrato di energia. Sei d’accordo? C’è qualche artista in particolare che vorresti pubblicare e che ancora non hai fatto? Quanto è difficile mandare avanti un’etichetta?

ALEJA SANCHEZ: In realtà, ci sono molti artisti il ​​cui lavoro rispetto e ammiro profondamente. Se potessi scegliere uno di loro in questo momento per far parte di Northallsen, sarebbe Dino Sabatini. Il suo lavoro è particolarmente meraviglioso, unico e autentico, la sua musica ha un’anima e questo è qualcosa che nessun produttore di musica elettronica realizza.

Eseguire l’etichetta è stato un processo di apprendimento per me. È un lavoro che richiede molta pazienza, dedizione e tanto amore. In questo momento ho pubblicato il primo riferimento in vinile e sono molto felice, rendendo questa release una sfida a causa delle difficoltà di lavorare in America Latina, tuttavia è stato molto soddisfacente per me fare in modo che l’etichetta raggiungesse una nuova fase dopo due anni di duro lavoro.

MM: Hai contribuito con la traccia “Ocean Dreams” al terzo volume del various “DeepWater Compilation Vol.3” uscito con l’etichetta OVUNQVE DI Astronomy Domine .Un piccolo capolavoro per un’ottima label italiana. Cosa pensi della scena elettronica italiana? Quali sono le differenze con quella colombiana?

ALEJA SANCHEZ: Sento davvero un ottimo collegamento con il suono italiano, ho visitato un paio di città in questo paese e ho trovato un pubblico meraviglioso. Mi sento molto fortunato ad incontrare, lavorare e condividere con artisti meravigliosi come Mari Mattham, Fabrizio Lapiana, Viels, Manuel di Martino, Dorian Gray, Drafted, Astronomy domine. Penso che la Colombia e l’Italia siano paesi in cui le persone sono molto calde e amichevoli, quindi penso che le nostre scene non siano così diverse.

MM: Che rapporto hai con la natura che ti circonda? Ultimo progetto Signums de Caelo con i remix di Von Grall e AWB e di cui hai curato anche la copertina. E’ il tuo dialogo con la natura quest’album? Pensi che si sia persa l’importanza di ascoltare ciò che ci circonda?

ALEJA SANCHEZ: Ci sono due cose che definiscono ciò che sono, la musica e la biologia. Ho studiato biologia e mi sono dedicato alcuni anni per insegnarlo. Poi, ho deciso di dedicarmi completamente alla musica. Quindi, sento un forte legame con la natura, e cerco di mostrarlo nelle mie produzioni e nella grafica della mia etichetta. Credo profondamente che il desiderio di ottenere le cose, ci impedisce di apprezzare i piaceri più preziosi della vita, che sono collegati con la parte naturale dell’universo. Sfortunatamente, non siamo consapevoli delle nostre azioni, l’essere umano sta sostituendo la natura con il denaro, ma non abbiamo capito che senza la natura non possiamo esistere e l’esistenza non potrebbe essere comprata con i soldi.

MM: Nel 2018 e probabilmente ancora in futuro, si sente ancora parlare di misoginia, anche in campo musicale. Cosa ne pensi? Ti è mai capitato qualche episodio infelice? E secondo te perché c’è questa paura nell’aprire così tanto alle donne, in ogni campo?

ALEJA SANCHEZ: Viviamo in tempi di odio e indifferenza. Nina Kraviz sarà sempre odiata per aver reso la sua bellezza uno strumento di lavoro o The Black Madonna sarà sempre odiata per non prestare attenzione agli stereotipi. In questo modo, anche se entrambi sono artisti meravigliosi, saranno sempre giudicati per essere donne. La misoginia non è altro che un comportamento che implica l’ignoranza e impedisce il riconoscimento della complessità, del valore e della bellezza di qualsiasi forma d’arte, sia che provenga da un uomo o da una donna. Ovviamente ho avuto episodi di questo tipo, ancor più perché sono colombiana, ma è qualcosa a cui semplicemente non presto attenzione, non lavoro per soddisfare tutti. Il lavoro onesto, duro e costante vincerà sempre un posto, indipendentemente da quale genere provenga.

MM: Al giorno d’oggi siamo davanti alla cosiddetta “knowledge society” (società della conoscenza). La formazione e la preparazione sono due passi fondamentali per avere un futuro in campo lavorativo di ogni ambito. Con i sound engineer, soun designer, diplomi al conservatorio, corsi d’aggiornamento ecc, la figura del dj e produttore è diventata sempre più professionale ed erudita. Come ti giudichi da questo punto di vista? Sarà sempre più difficile emergere e la musica aumenterà di qualità?

ALEJA SANCHEZ: L’educazione è chiaramente il modo per raggiungere l’eccellenza. Finché una persona viene addestrata e combina ciò che apprende con la propria esperienza, otterrà risultati migliori nel suo lavoro. Penso che la preparazione accademica sia uno strumento per legittimare il lavoro e fornire qualità. Mi considero un artista che si sta formando costantemente, non sono un musicista, ma penso con il tempo, lo sforzo e lo studio, forse un giorno sarò uno di loro.

MM: Chi è Aleja Sanchez quando non suona? Come passi il tuo tempo libero?

ALEJA SANCHEZ: Sono una persona normale. Mi piace allenarmi, leggere e condividere con la mia famiglia e pochi amici. Nel mio tempo libero mi piace trovare ispirazione ad ascoltare altri tipi di musica, a passeggiare all’aperto, andare al cinema e dialogare con altre persone che contribuiscono con qualcosa di prezioso per la mia vita.

Grazie ad Aleja Sanchez!

MATTIA GARGIULO

ENGLISH VERSION

Aleja Sanchez is a Colombian DJ and producer. Owner of Northallsen Records, the new release “Signums de Caelo” was released in November.

We managed to have a chat with her.

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Citing and paraphrasing García Márquez, Aleja Sanchez for the world can only be one person, but for techno lovers it can represent a world.

Aleja Sanchez, dj and Colombian producer is climbing with his music that enclosure made by malicious languages. It is not easy for a woman to get to certain levels, especially if the wave of misogyny and ignorance spreads, leaving, in 2018, a bitter taste.

Art has no sex, music has no barriers, culture has no distinction.

Aleja Sanchez, strong of these values, undeterred and persevering, feeds the passion and fidelity towards electronic music with vibrations and sounds born and raised in an environment like Bogotà in Colombia, and evloute and matured around the world.

Owner of Northallsen Records in November he released his album “Signums de Caelo” with the remixes of Von Grall and AWB. He continues to travel the world playing in the elite windows of the movement, treading stages like the Tresor and the Razmatazz. The sound vigorous, lively, energetic but at the same time sensitive and refined reflect his personality and his experiences, not even hiding some stumbles during the journey.

The proximity to nature is an essential aspect of his productions, urging his listeners to live more the creations of Mother Nature and involving Mother Nature to be more present to their listening.

We chatted with her.

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MM: Aleja Sanchez thank you for accepting our invitation. I start from the origins. You are a Colombian girl, specifically from Bogota. Colombia, a Latin country, difficult, rich of traditions, natural beauties, warmth and hospitality. Listening to your sound, so hypnotic, strong, decisive, sometimes melancholy mixed with ambient atmospheres, it seems to represent your land, mixing sensitivity to the harshness of life. Who and what generated this sound research? Which artists formed you, musically speaking?

ALEJA SANCHEZ: Mattia thank you so much for the invitation, I really appreciate it. The musical interpretation that I try to hold today into my productions and my dj sets, represents the sum of diverse experiences of life, lessons and stumbles. It is an interpretation that tries to be the most authentic possible. Musically speaking, I started playing trumpet in a symphonic orchestra when I was ten. I was there for few years supported by my parents. But the typical confusions of adolescence drove me away from classical music and it involved me into the electronic music. Artists such as Beth Gibbons, Dave Gahan or Trent Reznor were inspiring for me. As time passes and the ear and the spirit maturity, I could discover David Gilmour, Ludovico Einaudi and Jeff Mills, who still today are the biggest inspiration for me.

MM: Remaining in the theme of Colombia, curiosity is king. Recently Narcos came out, the television series produced by Netflix that traces the life of Pablo Escobar, king of drug trafficking. Colombia subjugated by the empire of Pablo and other drug traffickers have brought the nation to its knees for a long time, generating chaos and violence. Do you have testimonies from relatives and friends of those times? Comparing a bit ‘to Italy in which there are Mafia and Camorra and other types of crime, Italian is associated with these aspects. Is it the same for the Colombians? Is it a hard legacy to bear?

ALEJA SANCHEZ: A country that doesn’t know its history is condemned to repeat it. I think that if that were the goal of series like “Narcos”, its success maybe wouldn’t be so resounding. Sadly, these series don’t intend to educate the society about the history of blood and violence in Colombia, they are just television shows dedicated to selling a “parody” as the best Hollywood style. It’s not possible to change the Colombian history but it’s possible to show to the world the other side of a country. I think it is the hidden mission of all writers, scientists, athletes and artists borned in Colombia.

I don’t consider drug trafficking as a legacy for me, and I think that those who consider that the only relevant aspect in Colombia is the drug trafficking have no education about my country. My recommendation for people who want to learn about Colombia is to quit seeing Narcos and instead of that try to read the Rodolfo Llinás’ investigations and García Márquez’ books, watching the Katherine Ibargüen’s competitions, contemplating the Fernando Botero’s art and of course, listening to the electronic music made in Colombia.

MM: Remaining in terms of illegality but inserted in the musical context, the greatest musical productions from rock, jazz, rap (gangsta and non) to electronics derive from the use of drugs and the consequent crossing of borders has had a huge impact. How does it affect an artist’s productions? Do you need it according to you?

ALEJA SANCHEZ: I deeply think that altered states of consciousness allow us to perceive the world differently even in an elevated way. However, not all the people are able to control and understand them, it’s like having a super power but not knowing how to use it. I think that the use of substances to achieve high states of consciousness can have a positive effect on creativity, but it requires a degree of maturity, respect and self-knowledge.

MM: Returning to your artistic figure, we mentioned the characteristics of the sound that made you one of the most popular DJs in the music scene. How much did the research and work affect your sound? How much time do you spend on it?

ALEJA SANCHEZ: I’m not sure if I’m really popular at the scene as you say, actually it’s not something that I care about too much. I have dedicated at least 13 years of my life to electronic music because I love it, and because it’s the way how I can express my vision about the world. I feel fortunate that some people around the world consider my work as good or special. Right now and since 2 years ago, I am completely dedicated to music, to my label Northallsen and to my work as a member of Illegal Alien team, I quit my job as a biology teacher and I decided to put the 100 percent of my attention and energy into music, that’s why I feel fortunate, it is a gift from life.

MM: This success moves, as well as between labels and releases (we’ll get there), to various live and DJ sets around the world. Tresor, Stardust, Razzmatazz, Perpetum, Flex, Sound Department. Is there any place in the elite where you would like and have not played yet? What is the right climate to express yourself?

 ALEJA SANCHEZ: I would like to play at Berghaim in Germany or at Fuse in Brussels, these are two places which energy is quite unique, so of course, they catch my interest and curiosity. I think the perfect climate to express myself fully is where people feel really free and they can express what they feel with music, that exchange of energy with the audience is very special and really motivating.

MM: Head of Northallsen Records, an integral part of Illegal Alien Records, you regularly contribute Nachtstrom Schallplatten and Planet Rhythm. Paraphrasing one of your Factum discs released in August: the facts are worth a thousand words. Did you have any pebbles to remove from your shoe?

ALEJA SANCHEZ: Not exactly. I wrote that description for the EP because philosophically speaking, Factum means “fact”. What we do defines us, the facts are the result of our actions, therefore, the facts are worth a thousand words. It was the sense that I wanted to give to the EP.

MM: The labels added to your productions are the mirror of your personality. A concentrate of energy. Do you agree? Is there any artist in particular that you would like to publish and that you have not done yet? How difficult is it to send a label?

ALEJA SANCHEZ: Actually, there are several artists whose work I respect and admire deeply. If I could choose one of them at this time to be part of Northallsen, it would be Dino Sabatini. His work is particularly wonderful, unique and authentic, his music has soul and that is something that no all the electronic music producers achieve.

Running the label has been a learning process for me. It is a work that requires a lot of pacient, dedication and much love. Right now I have released the first vinyl reference and I am very happy, making this release has been a challenge due to the difficulties of working from Latin America, however, it has been very satisfying for me to make the label reaches a new stage after two years of hard work.

MM: You contributed with the track “Ocean Dreams” to the third volume of the various “DeepWater Compilation Vol.3” released with the label OVUNQVE of Astronomy Domine. A small masterpiece for an excellent Italian label. What do you think of the Italian electronic scene? What are the differences with the Colombian one?

ALEJA SANCHEZ: I really feel a great connection with the Italian sound, I have visited a couple of cities in this country and I have found a wonderful audience. I feel very fortunate to meet, work and share with such as wonderful artists as Mari Mattham, Fabrizio Lapiana, Viels, Manuel di Martino, Dorian Gray, Drafted, Astronomy domine. I think Colombia and Italy are countries where people are very warm and friendly, so I think our scenes are not so different.

MM: What is your relationship with the nature that surrounds you? Last project Signums de Caelo with the remixes of Von Grall and AWB and of which you have also edited the cover. Is your dialogue with nature this album? Do you think that the importance of listening to what surrounds us has been lost?

ALEJA SANCHEZ: There are two things that define what I am, music and biology. I studied biology and I dedicated some years to teach it. Then, I decided to dedicate myself completely to music. So, I feel a strong connection with nature, and I try to show it in my productions and the visuals of my label. I deeply believe that the eager to obtain things, prevents us from appreciating the most valuable pleasures of life, which are linked with the natural part of universe. Unfortunately, we are not aware of our actions, human being is replacing nature by money, but we haven’t understood that without nature we can’t exist and the existence could’t be bought with money.

MM: In 2018 and probably still in the future, we still hear about misogyny, even in the musical field. What do you think about it? Have you ever had an unhappy episode? And why do you think there is this fear in opening so much to women in every field?

ALEJA SANCHEZ: We live in times of hate and indifference. Nina Kraviz will always be hated for making her beauty a tool of work or The Black Madonna will always be hated for not paying attention to stereotypes. So in that way, although both are wonderful artists they will always be judged for being women. Misogyny is nothing more than a behavior that involves ignorance, and it prevents the recognition of the complexity, the value and the beauty of any form of art, whether it comes from a man or a woman. Of course I’ve had episodes of this type, even more because I’m Colombian, but it’s something that I simply don’t pay attention to, I don’t work to satisfy everybody. Honest, hard and constant work will always win a place, regardless of what gender it comes from.

MM: Nowadays we are facing the so-called knowledge society. Training and preparation are two basic steps to have a future in the field of work in every area. With sound engineers, soun designers, diplomas at the conservatory, refresher courses etc., the figure of the DJ and producer has become increasingly professional and erudite. How do you judge yourself from this point of view? It will be increasingly difficult to emerge and the music will increase in quality?

ALEJA SANCHEZ: Education is clearly the way to achieve excellence. As long as a person is being trained and combines what it learns with its own experience, it will achieve better results in its work. I think the academic preparation is a tool to legitimize the work and provide quality. I consider myself as an artist who is forming constantly, Im not a musician, but I think with time, effort and study, maybe one day I will be one of them.

MM: Who is Aleja Sanchez when she does not play? How do you spend your free time?

ALEJA SANCHEZ: I am an ordinary person. I like to workout, to read and to share with my family and few friends. In my spare time I like to find inspiration listening to other kinds of music, in outdoor walks, in the cinema and in dialogue with other people who contribute something valuable to my life.

Aleja Sanchez by @Jesuz.Nu

Thanks to Aleja Sanchez!

MATTIA GARGIULO