Tragedia durante il concerto del trapper italiano del momento Sfera Ebbasta. E’ successo a Corinaldo nell’anconetano all’interno del locale “La Lanterna Azzurra”.

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Il panico che ha messo in fuga l’enorme massa di persone presenti al concerto, ha generato morte. 

Sono oltre i 100 i feriti. Al momento ci sono 12 codici rossi, di cui 7 in pericolo di vita, 45 codici verdi e 9 codici gialli.

A Corinaldo e a Senigallia è stato proclamato il lutto cittadino.

In seguito alla tragedia è stata aperta un’inchiesta, la quale si sta orientando su due linee. Da una parte si indaga su chi abbia spruzzato la spray al peperoncino e in questo caso si tratta di accusa di morte come conseguenza di altro reato oppure omicidio preterintenzionato, dall’altra sulle misure di sicurezza del locale, e qui parliamo di omicidio colposo: “I biglietti venduti sono circa 1.400 a fronte di una capienza di 870 persone circa”, ha detto il procuratore capo della Repubblica di Ancona Monica Garulli

L’ipotesi investigativa è che il numero dei presenti fosse superiore a quello consentito.

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Il vicepremier Di Maio, con un post su Facebook, ha resi noti i nomi delle vittime :”Asia Nasoni, 14 anni, di Senigallia; Daniele Pongetti, 16 anni, di Senigallia; Benedetta Vitali, 15 anni, di Fano; Mattia Orlandi, 15 anni, di Frontone; Emma Fabini, 14 anni, di Senigallia e la mamma Eleonora Girolimini, 39 anni, di Senigallia. È assurdo morire così. Come governo faremo massima chiarezza sulla dinamica della vicenda. Un abbraccio e un pensiero alle famiglie”.

Il sindaco di Corinaldo, Maurizio Mangialardi, dispone lo stop a tutte le iniziative programmate oggi e lo spegnimento delle illuminazioni natalizie. Il Comune ha anche istituito un numero di emergenza per qualsiasi tipo di richiesta e informazione relativo alla tragedia: 368 747 16 97.

Ecco alcune testimonianze: “A un certo punto abbiamo cominciato a tossire, mancava l’aria come quando c’è un incendio, e tutti siamo andati verso l’uscita. C’erano ragazzi che nella calca sono caduti, travolti da altri che correvano”.

“Abbiamo visto dei corpi stesi per terra, coperti da teli bianchi e un uomo che si aggirava, come un sonnambulo… Continuava a ripetere ‘mia figlia è morta…”. Questo è il racconto di una donna arrivata all’ospedale di Torrette di Ancona per assistere la figlia di 14 anni rimasta ferita durante la calca alla discoteca.

“Era mia figlia, aveva solo 14 anni, vi rendete conto…”. Così afferma un altra madre di una ragazza rimasta uccisa, che parla riuscendo a stare in piedi a stento, e urla in lacrime davanti all’obitorio degli Ospedali Riuniti di Ancona.

Così scrive su Instagram il trapper Sfera Ebbasta:

 
 
La notizia della tragedia nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo campeggia sui siti di tutto il mondo: Dalla Bbc alla Cnn, passando per Le Monde fino all’indiano Navjian.

L’hashtag #Ancona è al top nei trend mondiali di Twitter. La maggior parte dei siti internazionali, commentando la drammatica notizia, ricorda il caso a Torino, lo scorso anno in occasione della finale di Champions, dove l’utilizzo di uno spray urticante causò la morte di Erika Pioletti e il ferimento di 1.500 persone.

La tragedia di Corinaldo non è un caso isolato. A Modena il 31 agosto del 2017 proprio durante un concerto di Sfera ( ra la festa Pd di Ponte Alto), c’è stato un fuggi fuggi di massa, generato dallo spruzzo di uno spray al peperoncino. Ci sono altri caso del genere, sempre il panico, la fuga, generata da spray urticanti.

La moda del momento. Giochi intelligenti per…. Fatto sta che dei ragazzi hanno perso la vita durante il concerto del loro cantante non per forza preferito. E la colpa è della stupidità di chi annulla totalmente il resto del mondo, concentrandosi sul proprio delirio euforico del momento.

Le parole di Sfera scritte su Instagram di cordoglio, ci sembrano un po’ forzate, di circostanza, ma non è facile agire e parlare in maniera corretta in questi casi.

Mancano più controlli e più buon senso da parte di chi ha la sfera dalla parte del manico. Con la speranza che episodi del genere non si ripetano ancora.

Martina Onorati