Pepe Rosso è il nuovo fumetto del duo Sketch & Breakfast

La coppia di fumettisti formata da Simona Zulian e Andrea Ribaudo ha lavorato a Non il solito fumetto sul sesso. La storia continua con Pepe rosso, dove Cherry racconta di più sulla sua vita e sulla relazione con Max.
Pepe rosso è uscito nella metà di novembre 2018 con Magic Press, la casa editrice che ha pubblicato anche il primo libro.

Differenze con il primo fumetto

Non il solito fumetto sul sesso è “una storia d’amore con tanto sesso”, come viene specificato nell’introduzione. Qui Cherry, la protagonista, spiega come abbia inizialmente pensato di scrivere un fumetto sdoganando i tabù sul sesso. Per poi ritrovarsi a raccontare del rapporto tra lei e il suo fidanzato Max.
Pepe rosso non è più raccontato come un libro in fase di scrittura, ma viene presentato come un’intervista. Cherry è ospite in radio e l’intervistatrice le chiede di più su di lei e sul primo fumetto.

Le copertine dei fumetti:
Non il solito fumetto sul sesso e Pepe rosso.
Le copertine dei due fumetti di Max e Cherry – Photo credit: web.

Nel primo fumetto abbiamo una serie di vignette che in una pagina mostrano situazioni generalmente comiche della vita di coppia. I disegni sono alternati da parti scritte che possono essere poesie, piccoli racconti o lettere (tutto firmato da Cherry).
In Pepe rosso la storia è più scorrevole: non mancano situazioni divertenti, ma questa volta il fumetto racconta la vita di Cherry, partendo dalla famiglia e arrivando fino a Max. Anche qui sono presenti piccoli intermezzi, come nel primo, ma questa volta in misura minore e in effetti è una buona scelta perché evita di spezzare troppo la storia.

Quando ho letto Non il solito fumetto sul sesso, ero invogliata a soffermarmi ad osservare i bellissimi disegni acquerellati che compongono le vignette. Questo particolare è un punto di forza del libro perché rende piacevole guardarlo grazie ai colori tenui e al tratto sottile. Anche Pepe rosso riprende questo stile, ma cambia leggermente a seconda del punto della storia. Ad esempio la parte che racconta l’infanzia mi è parsa con colori più scuri e disegni più veloci, magari proprio per dare l’idea di un ricordo anche un po’ sbiadito.

Una pagina di Pepe rosso che introduce la storia
Una pagina di Pepe rosso
Due vignette tratte da Pepe rosso.
Una gag tratta da Pepe rosso

Le impressioni su Pepe rosso

Il primo fumetto mi è piaciuto, ma Pepe rosso mi è piaciuto ancora di più.
Dopo aver letto Non il solito fumetto sul sesso, sono rimasta un po’ spiazzata per il finale. Inoltre ho avuto la sensazione che mancasse qualcosa: essendo stata presentata come storia d’amore, mi sarei aspettata qualche dettaglio in più sulla coppia. Pepe rosso completa il primo libro. La presenza dell’intervistatrice è efficace perché rappresenta le domande che potrebbero avere i lettori.

Quando Cherry racconta della sua vita ancora in casa con i genitori, si capisce che è sempre stata abbastanza a suo agio con il suo corpo. In Non il solito fumetto sul sesso è evidente che non ci siano timidezze nel mostrarsi senza veli, ma si può pensare che sia per la complicità della coppia. In realtà in questo secondo libro Cherry appare già molto sicura di sé mostrandosi senza vergogne. L’accettazione del proprio corpo è una qualità invidiabile della ragazza. Da un lato avrei trovato romantico l’arrivare a quel punto grazie al partner, ma in questo modo il personaggio appare più forte.

Una pagina di Pepe rosso che mostra Cherry più giovane
Una pagina di Pepe rosso

Viene introdotto un nuovo personaggio: Hana, la sorella di Cherry, una ragazza molto disinibita e che non si lascia intimidire facilmente. Cherry e la sorella sono molto unite, si guardano sempre le spalle a vicenda. Solo un particolare del loro rapporto mi ha lasciata un po’ perplessa.

Come nel primo libro, Pepe rosso mantiene un alone di mistero nel finale. Questa volta non ne rimaniamo completamente sconvolti, ma di nuovo siamo quasi costretti a soffermarci sulle ultime pagine analizzando ogni dettaglio. Trovo che questo aspetto sia positivo perché in qualche modo invita il lettore a ripensare alla storia che ha appena letto, senza dimenticarla subito riponendola sullo scaffale a prendere polvere.

Elisa Scaglia