I mostri marini caratterizzano leggende e mitologie di tutto il globo; i loro avvistamenti avvengono tutt’ora su base giornaliera ma nonostante ciò non ci sono prove della loro esistenza. In questo articolo di Metropolitan Mystery Italia vi raccontiamo di più su queste fantastiche creature.
I mostri nelle leggende
In passato le raffigurazioni di mostri marini venivano utilizzate per due scopi: l’inserimento di essi nell’araldica medievale e nelle carte navali per segnalare la pericolosità della navigazione; quest’ultima pratica cessò con l’avvento della cartografia. I racconti riguardanti queste bestie fanno parte della cultura di tutte le popolazioni la cui storia si basa su un costante contatto con i mari.
Humphrey Gilbert, esploratore e politico britannico, nel sedicesimo secolo disse di aver avvistato una creatura simile ad un leone con occhi abbaglianti; Hans Egede, un missionario norvegese, durante un viaggio in Groenlandia, avvistò un enorme creature serpentiforme delle dimensioni di una balena. Nel 1892 Anthonid Cornelis Oudemans scrisse il libro “The Great Sea Serpent” nel quale catalogò i mostri marini come pinnipedi ancora sconosciuti o come cadaveri divenuti amorfi di balene o squali.
Sul finire del diciannovesimo secolo con la crescita esponenziale del ritrovamento di fossili i mostri marini iniziò a circolare la teoria secondo la quale queste creature marine non sono altro che plesiosauri o ittiosauri, enormi rettili marini che popolavano i mari del giurassico e cretaceo fra i 100 e i 65 milioni di anni fa.
Mostri marini di cui è stata svelata l’origine
Le carcasse di presunti mostri marini rappresentano spesso delle prove sulla reale identità di queste creature; un esempio calzante è quello del plesiosauro rinvenuto dal giapponese Zuiyo Maru nel 1977 in Nuova Zelanda. La bestia divenne così popolare che una sua illustrazione divenne un francobollo brasiliano. L’FBI suggerì poi che l’animale altro non era che un capodoglio in stato di decomposizione. Altre carcasse di animali misteriosi, come il Mostro di Tecololutla o la Medusa gigante cilena, altro non erano che capodogli o squali elefanti in decomposizione.
Come può un capodoglio in decomposizione essere scambiato per un mostro marino? questi mammiferi quando si decompongono diventano masse amorfe che non mantengono molti tratti dell’animale. Inoltre sulle carcasse si sviluppano superficie pelose derivanti da fibre di collagene esposte. I resti degli squali elefante invece tendono a somigliare a dei plesiosauri perché perdono prima la testa e poi la pinna caudale.
Il mostro di Loch Ness : il più famosi fra i mostri marini
La prima descrizione del mostro di Loch Ness risale al 566 quando Adammano di Iona, un monaco irlandese, descrisse nella sua opera “Vita Sancti Columbae”il funerale di un uomo attaccato da una strana belva marina. Per oltre 1300 anni la bestia non venne più vista da nessuno; nel 1871 il dottor Mackenzie disse di aver una figura contorcersi nell’acqua.
Negli anni ’30 ci fu il boom delle apparizioni del mostro marino; Nessie venne avvistato più volte dagli abitanti della vallata vicino al lago che fornirono descrizione molto variegate della creatura. In alcuni avvistamenti la creatura sembra un grosso anfibio mentre la descrizione più comune dell’animale lo dipinge come un enorme rettile preistorico.
Nel 1934 il mostro apparve in una foto di Robert Kenneth Wilson definita poi la foto del chirurgo in quanto l’autore volle rimanere anonimo; la foto venne poi smascherata nel 1994 come un falso dal Centro di Loch Ness: lo scatto non ritraeva Nessie ma bensì un modellino di sottomarino a cui venne aggiunta una testa e una coda.
Sempre nel 1934 Arthur Gray, uno studente di veterinaria, dichiarò di aver quasi investito con la sua motocicletta un enorme animale simile ad un plesiosauro. Biologi e paleontologi studiarono le dichiarazioni di Gray arrivando ad un risultato comune: il veterinario aveva investito una lontra che nella notte appariva all’uomo più grande delle sue normali dimensioni.
Metodi scientifici utilizzati nel lago di Loch Ness
Le apparizioni di Nessie continuarono nel tempo senza che nessuna di esse mostri la creatura in maniera nitida. Dal 1956, attraverso l’uso di imbarcazioni dotate di ecoscandaglio , diverse volte e con diversi metodi si è scandagliato il lago con l’unico risultato di rilevare tre grandi masse in movimento, che gli scettici identificano come banchi di pesci, mentre secondo alcuni sostenitori della teoria del mostro potrebbero essere stati gli altri componenti della famiglia del mostro Nessie .
l posizionamento di esche di vario tipo (soprattutto salmoni) non ha portato ad alcun risultato. I sostenitori dell’esistenza del mostro negano il fallimento ipotizzando che in quel momento il mostro potrebbe non essere stato in acqua o comunque non aver gradito il tipo di cibo . Riguardo alle esche ipotizzano invece che il presunto mostro sia un predatore che si nutre solo di prede vive o che non si tratti affatto di un predatore.
I “cugini” di Nessie
Nel lago Okanagan è stato avvistato più volte un animale serpentiforme soprannominato Ogopogo. A differenza di Nessie le sue apparizioni sono molto più numerose anche se poco chiare, proprio come quelle del mostro di Loch Ness. Molti criptozoologi ritengono che l’animale esiste davvero e teorizzano che si tratti di un Basilosaurus o di un animale mai visto prima. I critici ritengono invece che l’animale è un enorme storione o una lontra.
Il Nahuelito invece è un mostro marino avvistato sin dai primi del novecento nel lago Nahuel Huapi in Argentina. Un cercatore d’oro, Martin Sheffield, vide l’animale nel 1922 definendolo una bestia simile ad un coccodrillo ma con un collo lungo simile a quello di un cigno.
Anche nei nostri laghi sono stati avvistati dei mostri; nel lago di Como sono numerosi gli avvistamenti del Lasiosauro mentre nel lago di Garda alcuni sub avvistarono nel 2001 un enorme pesce siluro. Entrambi gli animali sembrano però essere frutto dell’immaginazioni di persone in cerca di attenzione.
Il Kraken: verità o leggenda?
I primi avvistamenti dei kraken, mostri marini simili a giganteschi calamari o piovre, risalgono al diciassettesimo secolo. Molti di questi avvistamenti, a differenza dei mostri di cui abbiamo parlato sopra, sono da ritenersi reali in quanto alcuni degli animali visti altro non sono che calamari giganti o colossali estremamente grandi.
A differenza del mostro di Loch Ness è dei suoi simili il Kraken non è un mostro avvistato di recente. La leggenda del Kraken era nota ai pescatori scandinavi prima del 1700 ma da allora, se si escludono avvistamenti di piovre o calamari giganti, la creatura è stata avvistata una manciata di volte nel secolo scorso.
Una ripresa sconcertante
Un immagine di Google Earth nel 2017 riprese vicino ad un isola a largo della Scozia quello che sembra essere il leggendario Kraken. L’animale apparso nelle immagini è lungo circa 120 metri, una dimensione che fa pensare che non si tratti di un essere vivente ma di un piccolo isolotto sommerso.