Mamma mia il 23… diceva Marco Crespi. Già, mamma mia il 23. Mamma mia LeBron Raymone James.
Questa notte, in occasione di Los Angeles Lakers – Denver Nuggets, il 23 ha fatto la storia: è diventato il quarto nella classifica All-Time Points Leaders, superando un altro 23, Michael Jordan.
“I wanted to be like Mike“, cantava Macklemore qualche anno fa in “Wings“. In onore di MJ, ovviamente, ricollegandosi al meme creato da Gatorade commercials “Be Like Mike“. Una sorta di replica del “I Like Ike“, la campagna coniata dai Repubblicani durante le elezioni presidenziali del 1952, per promuovere Dwight D. Eisenhower.
“I wanted to be like Mike, wanted to shoot fadeaways like MJ, wanted to stick my tongue out on dunks like MJ, wanted to wear my sneakers like MJ“. Queste le parole del Re, dopo aver superato l’idolo di sempre. L’idolo di un bambino di Akron, Ohio. Di un bambino con un passato difficilissimo: cresciuto con la madre Gloria, senza mai sapere veramente chi fosse suo padre.
Michael Jordan per LeBron è stato mentore, fonte di speranza e di ispirazione. “Senza MJ non ci sarebbe stato Lebron James“, testuali parole di LBJ.
Possiamo pensare quello che vogliamo, possiamo continuare a fare paragoni e dibattere su chi sia il più forte di tutti i tempi. Possiamo schierarci dalla parte di Kobe, o da quella di MJ, facendo paragoni che possono essere solamente un divertente gioco da bar, nient’altro che quello. Ciò che è veramente importante è riconoscere la fortuna che abbiamo avuto. Dobbiamo essere grati perchè, come dice il grande Flavio Tranquillo:
“siamo stati fortunatissimi testimoni di un’epoca storica con uno che passa esattamente le volte in cui passa la cometa di Halley.”
Già, proprio così. Un predestinato, questo si sapeva. The Chosen One, bello stampato sulla copertina di Sports Illustrated a solamente 18 anni. Lo stesso “The Chosen One” che LBJ ha deciso, poi, di marchiarsi sulla pelle, qualche anno dopo.
Strana, però, la sorte. Il record della vità è arrivato nella stagione peggiore di Lebron: molto probabilmente i Lakers non faranno i Playoff. Non importa nemmeno questo, non importa la quasi non-reazione da parte dello Staples Center questa notte. Non importano i fischi rivolti a James nelle ultime partite. Non importa nulla di tutto questo, né per noi, né per LeBron.
Un record che vale come un anello. Un record tutto suo, celebrato senza urla o chissà che cosa: solamente un dito, una mano alzata. Una celebrazione malinconica, la stessa malinconia che si poteva leggere negli occhi di James. Il tutto a Los Angeles, la città di Hollywood, in uno Staples Center che sembrava intimorito nel battere le mani di fronte al 23. Uno Staples Center che forse, è ancora troppo innamorato del 24.
Per molti potrebbe sembrare una sorta di ingiustizia divina. LeBron, da solo sulla barca, come molte altre volte in carriera, a celebrare la Storia scritta qualche istante prima. Un LeBron forse, per la prima volta, veramente in difficoltà da capitano di una nave che naviga in un mare mai così in tempesta. Nemmeno quando bisognava giocare con Dellavedova da play contro Steph e compagni (tvb Matthew).
A parte gli scherzi, dedichiamo un attimo ai numeri. I punti segnati da LeBron sono, ad oggi, 32.311. Ha superato Jordan prendendo 1251 tiri in meno rispetto all’ex Chicago Bulls. Ha superato Jordan con qualcosa come circa 3000 assist in più. Numeri clamorosi, statistiche impressionanti e, per elencarle tutte, ci vorrebbero delle giornate intere.
Voglio chiudere con due delle mie citazioni preferite su LeBron Raymone James, le stesse citazioni inserite come accompagnamento ad alcune immagini di LBJ nel video dedicatogli da Sky Sport:
“L’onnipotenza logora chi non ce l’ha” – Federico Buffa.
“Testa e spalle sopra il resto del mondo, LeBron James” – Flavio Tranquillo.h
Mi inchino a te, mio Re. #WEAREALLWITNESSES