Il Financial Times ha pubblicato un articolo in cui afferma che l’Italia starebbe valutando l’ipotesi di sottoscrivere dei prestiti con l’AIIB, la Banca Asiatica d’Investimento fondata dalla Repubblica Popolare Cinese.
Il riferimento è naturalmente al memorandum di intesa che l’esecutivo italiano sta portando avanti con il governo cinese per la realizzazione della nuova Via della Seta.
Secondo il quotidiano del Regno Unito il coinvolgimento della banca cinese servirebbe innanzitutto a rendere compatibile l’accordo con le regole dell’Unione Europea.
Nell’articolo, il Financial Times cita un anonimo funzionario europeo che riporta come tale mossa abbia anche lo scopo di facilitare l’ingresso della Bri (Banca dei Regolamenti Internazionali) in uno dei paesi fondatori dell’Unione.
Per quanto riportato, l’Italia risulta dunque in una fase avanzata della trattativa con la Cina, e sembra stia resistendo alle pressioni di Washington e Bruxelles.
Il giornale pubblica inoltre uno degli obiettivi del memorandum di intesa:
“Lavorare insieme nel progetto della Via della Seta per trasformare in vantaggi le reciproche forze complementari appoggiando le sinergie tra la Via della Seta e le priorità indicate nel piano di investimento per l’Europa e le reti transeuropee”
La reazione degli esponenti UE non è tardata ad arrivare. Pur premettendo che sia giusto che le iniziative commerciali intraprese dai vari paesi dell’Unione vadano avanti, Antonio Tajani, a margine della conferenza “Marzo Europeo” a Londra, ci tiene a precisare che:
“Per quanto riguarda il Parlamento europeo noi siamo stati chiari: attenzione all’offensiva cinese in Italia e in Europa e attenzione a cedere porzioni di sovranità nazionale ai cinesi perché hanno un modello sociale, economico e culturale che è completamente diverso dal nostro. Non è un’economia di mercato, quindi il governo sia molto prudente a non alzare le mani e a far invadere l’intero Paese da iniziative cinesi”