Tutto quello che c’è da sapere sul quarto classico Disney: Dumbo – L’elefante volante
Da pochi giorni è uscito al cinema il live action Dumbo (leggi qui la recensione), ecco qualche informazione interessante sulla nascita del cartone del 1941.
La storia di Dumbo nasce in un libro per bambini di Helen Aberson, era composto principalmente da disegni (di Harold Pearl) e poche frasi. Era uno dei primi prototipi dei libri “Roll-a-book”, cioè formato da una scatola e una manovella che faceva girare le pagine. Walt Disney ha visto subito il potenziale della storia e ne ha acquistato i diritti. Inizialmente Dumbo sarebbe dovuto essere un cortometraggio, ma per valorizzare a pieno la storia si è preferito procedere con il cartone che conosciamo.
Contesto storico
Il periodo dal 1937 al 1942 si considera “l’epoca d’oro” dei classici Disney: il momento in cui sono state create le basi dei film d’animazione. In quegli anni sono usciti in ordine: Biancaneve e i sette nani, Pinocchio, Fantasia, Dumbo – L’elefante volante e Bambi. Proprio Dumbo è il cartone di maggior successo dell’epoca, infatti ha avuto un ruolo chiave per la crescita dei Walt Disney Studios.
Pinocchio e Fantasia non avevano portato alla Disney il successo sperato (soprattutto per la guerra in Europa), quindi da Dumbo dipendeva la sorte degli studi. Il budget per il cartone era ridotto, i vecchi film realizzati da Disney erano l’unica fonte di guadagno (non c’erano ancora gadget o parchi dedicati). Perciò cercarono di risparmiare il più possibile: gli sfondi erano colorati con semplici acquerelli e alcune scene dei binari del treno erano state riutilizzate.
Anche gli effetti speciali per Dumbo furono ridotti al minimo, sia per il costo sia perché avrebbero richiesto molto più tempo. Tutti questi accorgimenti, volti a risparmiare, permisero ai disegnatori di focalizzarsi maggiormente sull’espressività dei personaggi. Proprio questa semplicità ha permesso a Dumbo di diventare il cartone Disney con maggior incasso negli anni ’40. La critica ha accolto il film in modo molto positivo. Inoltre la copertina di dicembre del 1941 del Time avrebbe dovuto raffigurare Dumbo, ma l’attenzione fu spostata a causa di Pearl Harbor del 7 dicembre.
Influenze
Walt Disney e gli artisti al lavoro su Dumbo assorbivano tutte le influenze del periodo: sia da altri film che dall’architettura, dal design e qualsiasi altra forma d’arte. Nel film c’è molto simbolismo soprattutto per la presenza delle ombre la cui disposizione non è mai casuale. Le sbarre della prigione che riflettono l’ombra sulla madre di Dumbo imprigionata intensificano lo stato d’animo dell’animale e colpiscono maggiormente lo spettatore. Quando il topo Timoteo suggerisce al direttore del circo di valorizzare l’elefantino Dumbo si vede la sua ombra avvicinarsi e questa ricorda molto quella nel film Nosferatu il vampiro (1922).
La scena degli elefanti rosa è la più iconica del cartone Dumbo. Sia la canzone che le immagini non aggiungono nulla alla trama: si tratta di una parte bizzarra, fuori dagli schemi e sperimentale. Questa è stata influenzata dalla collaborazione tra Walt Disney e Salvator Dalì. Negli anni seguenti i due artisti avevano iniziato a lavorare a un cortometraggio: Destino. Il progetto all’epoca era rimasto in sospeso per problemi finanziari, ma poi portato a termine dai Walt Disney Studios nel 2003).
Artisti
Joe Grant e Dick Hummer sono stati i principali artisti ad occuparsi di Dumbo. Scelti da Disney, presentavano le idee per il film in un modo mai visto: avevano scritto la storia in capitoli, aggiungendo qualche disegno a bordo pagina. Inizialmente Timoteo sarebbe dovuto essere un pettirosso, ma fu cambiato quasi subito per sfruttare la paura degli elefanti per i topi. Il pezzo con gli elefanti rosa e la parte iniziale con la cicogna sono state le prime scene progettate durante la realizzazione di Dumbo.
Il cartone Dumbo si potrebbe definire quasi come una lunga Silly Symphony (i corti Disney senza Topolino, ma con musiche e natura come protagonisti). Le figure umane, infatti, sono più che altro delle caricature, sia per velocizzarne la realizzazione che per focalizzarsi sugli animali. Il disegnatore che si è occupato di Dumbo aveva lavorato a Mangiafuoco di Pinocchio e Chernabog (il demone del Monte Calvo di Fantasia). Nel passare al personaggio dolce di Dumbo si è ispirato principalmente al figlio di due anni.
Per la scena dei corvi verso la fine, i disegnatori hanno usato i fratelli Freddie e Eugene Jackson come modelli di riferimento. La coppia cantava e ballava e gli artisti hanno cercato di emulare gli stessi movimenti nei pennuti durante la canzone che spingerà Dumbo a volare.
Scena e canzone eliminate
Dumbo è un cartone molto particolare: la sua storia era chiara fin dall’inizio, infatti fu molto semplice per gli animatori lavorare a questo progetto. C’è solo una scena che è stata tagliata: un racconto di Timoteo sul motivo per cui gli elefanti sono spaventati dai topi. Sarebbe dovuta essere poco dopo che i due iniziano a fare amicizia, ma Walt decise di tagliarla perché distraeva dalla trama principale. Ecco un riassunto del racconto del piccolo amico di Dumbo:
Perché gli elefanti hanno paura dei topi?
Timoteo spiega a Dumbo che molto tempo fa, quando l’uomo non esisteva ancora, gli elefanti vivevano nella natura e pensavano solo a procurarsi le noccioline. I pachidermi erano molto grandi, come oggi, ma c’era un animale molto più grande di loro: il topo. Questi perseguitavano gli elefanti catturandoli e maltrattandoli. Poi con il passare degli anni l’evoluzione ha fatto sì che i topi diventassero molto più piccoli. Al giorno d’oggi gli elefanti potrebbero calpestare i topi senza problemi, ma invece continuano ad averne paura, questo perché un elefante non dimentica mai niente.
Doveva essere presente anche una canzone cantata dal topo: “Are you a man or a mouse” subito dopo che Dumbo si esibisce come clown. La canzone avrebbe dovuto incoraggiare l’elefantino a non farsi abbattere.
Il motivo del successo di Dumbo è il suo forte punto emotivo che lo ha fatto entrare nei cuori degli spettatori.