Gli attivisti novax corredano sempre i loro post sui social di numeri e statistiche su vaccini e effetti collaterali. Ma quanto sono affidabili le statistiche novax sui vaccini?
Gli attivisti novax utilizzano numeri e statistiche per creare sfiducia nei vaccini
Un filo conduttore dei post novax (o free-vax come si fanno chiamare ora) è l’abbondanza di statistiche, numeri e tabelle: la quasi totalità delle volte lo scopo di questi numeri è di indurre panico nel lettore. Quasi sempre questi numeri sono accompagnati non da studi scientifici seri ma da insinuazioni vaghe sulla pericolosita dei vaccini e da ancor piu vaghe proposizioni ipotetiche.
In questi giorni il caso di Samuele, un bambino deceduto per una grave meningite, ha alimentato un’altra sterile polemica sugli effetti avversi dei vaccini. Non e` mancato chi si e` subito buttato nella mischia tirando in ballo il vaccino come possibile causa della malattia che ha ucciso il piccolo Samuele.
La meningite e` un’infiammazione – seguita dal gonfiore – delle meningi, una serie di membrane che avvolgono gli organi del sistema nervoso centrale: cervello e spina dorsale. In genere e` un batterio a causare la meningite ma si possono avere anche meningiti virali; tumori, traumi ed altri tipi di infezioni possono anch’essi causare meningiti.
I dati sbandierati dai novax giustificano davvero i dubbi sull’efficacia e la sicurezza dei vaccini?
Nonostante possa sembrare crudele e non necessario sfruttare il dolore di una famiglia per spingere la propria agenda politica, questa è soltanto la punta dell’iceberg; spesso e volentieri, purtroppo, le statistiche vengono piegate, quando non direttamente inventate, per portare argomentazioni “valide” sul tavolo della discussione “vaccini sì vaccini no”.
Oggi intendiamo trattare la questione da un punto di vista numerico senza lasciare zone grigie cui i free-vax possano appigliarsi.
Quanto valgono davvero le statistiche utilizzate dagli attivisti novax?
Parlando della correlazione autismo-vaccini, portata in auge da un articolo poi ritirato di Wakefield viene spesso fatto notare come con l’aumento delle vaccinazioni siano aumentati i casi di disordini dello spettro autistico. Chiaramente in questo caso si tratta di una correlazione spuria dovuta al perfezionamento ed alla differenziazione delle diagnosi di disturbi dello spettro autistico [ASD]: chi 40 anni fa veniva considerato “uno un po’ tocco”, alla luce delle moderne scoperte può essere correttamente diagnosticato.
Rimanendo nello stesso ambito, altro evergreen è la statistica secondo cui la stragrande maggioranza delle diagnosi di autismo seguano una vaccinazione. Ma anche in questo caso stiamo parlando di una correlazione spuria.
Degli errori di correlazione comunemente commessi avevamo gia scritto in un precedente articolo: “Nicolas Cage prima causa di annagamento negli stati uniti”
Basandosi infatti sul piano vaccinale nazionale, il periodo di punta delle vaccinazione si sovrappone in pieno con il lasso di tempo in cui gli ASD vengono comunemente diagnosticati. Seguendo questa logica, qualsiasi patologia riscontrata nei bambini durante i primi anni di vita potrebbe essere imputabile ai vaccini.
La statistiche usate dai novax hanno una probabilita su due di imputare una qualunque malattia ai vaccini
Un caso differente invece si ha quando si parla di bambini che avrebbero subito gravi alterazioni dello stato di salute a seguito di una inoculazione. Qui un po’ di statistica banale può facilmente aiutarci. Innanzitutto definiamo la “finestra”: su pagine free-vax troviamo scritto che i danni sarebbero imputabili a punture effettuate fino a 30 giorni prima della diagnosi della patologia. Sottostimando questo valore (prendiamo ad esempio 3 settimane) di proposito, allo scopo di avere un “minimante”, si può affermare che nel lasso di tempo tra i 4 mesi ai 2 anni del bambino (ovvero i primi 20 mesi di vaccinazioni, quelli più “intensi”), la probabilità che una qualsiasi patologia, dal raffreddore alla meningite, si verifichi a ridosso di una inoculazione è:
14 (le punture subite nei 20 mesi) x 3 (le settimane “a rischio”) / 86 (le settimane in 20 mesi) = 48.8%. Questo numero è immenso e mostra come, con una statistica costruita disonestamente ad hoc, i free-vax possano imputare quasi la metà di qualsiasi malattia ai vaccini. Per fortuna moltissimi studi sono stati condotti: studi che, senza avere bias confermativi né preconcetti di sorta, hanno mostrato quanto i vaccini siano sicuri prima ancora che efficaci
Bibliografia:
Kimmel, S. R. (2002). Vaccine adverse events: separating myth from reality. American family physician, 66(11), 2113-2120.
Il calendario vaccinale italiano