Si intuiva già dagli albori, ma la terza stagione di Stranger Things ha consolidato una linea tematica che la caratterizza: la complessità emotiva e della scoperta della propria sessualità. Emergono dettagli sul personaggio di Will.
Al di là delle storie d’amore di Mike ed Eleven, di Max e Lucas e di quella incompiuta di Joyce ed Hopper, la sessualità dei personaggi di Stranger Things 3 ha avuto un certo peso negli episodi di questa stagione, che per la prima volta si è aperta verso una rappresentazione più ampia ed inclusiva degli orientamenti sessuali.
Infatti questa terza stagione di Stranger Things ha visto una maggiore consapevolezza nella complessità emotiva umana, con una flessione LGBTQ+.
Stranger Things si tinge di queer!
(SPOILER ALERT)
Sicuramente starete pensando alla rivelazione di Robin a Steve, ma c’è anche un secondo dialogo che ha fatto emergere alcuni interrogativi sulla sessualità di un altro personaggio. Le domande sull’orientamento sessuale di Will Byers (Noah Schnapp) potrebbero trovare risposta nella sua descrizione originale del personaggio:
Will Byers, 12 anni, è un bambino dolce e sensibile con problemi di identità sessuale. Ha da poco scoperto di non rientrare nella definizione di ‘normale’ del 1980. Le sue scelte innocenti, come i suoi vestiti variopinti, sono spesso fonte di bullismo. Come Mike, Will scappa da tutto questo grazie al gioco di ruolo, dove può essere sé stesso senza inibizioni. Ha una relazione forte con la madre, Joyce. Suo fratello, Jonathan, aiuta a crescerlo sostituendo il padre che li ha abbandonati quattro anni prima
descrizione del personaggio di Will
Se questo potrebbe ancora sembrarvi insufficiente, vale la pena ricordare che Will è un bambino introverso e chiuso e che, quindi, è difficile che trapeli qualsiasi aspetto della sua personalità, se non con attenzione e pazienza.
Il ruolo delle “ragazze” nella terza stagione:
Mentre Lucas e Mike passano il loro tempo a cercare di riprendersi le loro ragazze che li hanno brutalmente scaricati, Dustin prova a contattare la sua Suzie, nel generale sospetto che questa non esista.
Soltanto il piccolo Will chiede disperatamente di tornare alla normalità, quella spensieratezza pre-puberale, chiedendo ai compagni di giocare a Dungeons & Dragons anziché “scambiarsi saliva con le ragazze“.
Infatti è proprio lì che Mike ha con lui una discussione, che contiene un indizio rivelatore: “Non è colpa mia se non ti piacciono le ragazze“ – urla Mike frustrato dall’insistenza (anche un po’ morbosa) di Will.
Ma andiamoci piano con le conclusioni!
Quella che potrebbe sembrare una definizione dell’orientamento sessuale –speculare, sempre secondo la teoria – è in realtà una battuta che lascia aperte molte altre interpretazioni.
Lo stesso Finn Wolfhard ha dichiarato che quella scena è stata girata diverse volte e nella prima versione la frase pronunciata da Mike recitava “non ti piacciono ancora le ragazze“, dando per scontato che la fase dei primi approcci sarebbe arrivata anche per lui. Quella definitiva, invece, omette l’avverbio di tempo proprio per lasciare il dubbio che Will possa avere gusti sessuali differenti rispetto a quelli dei suoi amici.
Niente di confermato, niente di smentito.
Altri personaggi gay in Stranger Things:
Tanto quanto l’orientamento sessuale di Will è incerto, quello di altro personaggio sembra non lasciare dubbi: si tratta di Robin, amica e collega di Steve interpretata da Maya Hawke.
Sembra infatti che sia stata una sua idea quella di far fare al personaggio coming out, inoltre proprio poco dopo la dichiarazione di Steve.
“Il fatto è che, mentre giravamo gli episodi della terza stagione, abbiamo iniziato a capire che Robin e Steve non avrebbero potuto stare insieme, perché lei è gay. L’ho capito riguardando i primi episodi durante le riprese, mi è sembrata la decisione più giusta per lei”.
Maya Hawke sul personaggio di Robin
Tornando a Will, l’attore Noah Schnapp ha dichiarato di non essere a conoscenza dell’orientamente sessuale del personaggio, e che perciònon può sapere se Will si rivelerà gay o meno. Dichiara infatti che l’interpretazione di quella scena è “a discrezione del pubblico“. Citando l’attore:
Per me è come se lui non fosse ancora pronto per crescere, non volesse passare alla fase degli appuntamenti e delle storie, vuole essere ancora un bambino per poter continuare a giocare nello scantinato come ai vecchi tempi.
Noah Schnapp sul personaggio di Will
Ed è certamente questa la chiave più interessante con cui leggere questa scelta drammaturgica; si sente che i personaggi hanno un forte legame con gli attori, e sembra quasi che crescano insieme (cast e personaggi) alla storia stessa, caratteristica chiave delle grandi saghe.
Insomma, direi che promette bene.
Che ne dite?