Ernesto Guevara o meglio noto come “el che” è stato uno dei più grandi rivoluzionari oltre che un abile giocatore di rugby

Chi di voi non ha mai visto o indossato una maglietta o sventolato una bandiera con il ritratto del suo volto? Magari intonato le canzoni a lui dedicate ed averlo ammirato per le sue gesta? Bene volete sapere di chi Stiamo parlando? Di Ernesto Guevara, per tutti El Che.

Ernesto Guevara de la Serna conosciuto al mondo come “El Che” oppure “El guerilliero” o ancora “il comandante”, è stato uno dei personaggi più influenti del ventesimo secolo, dovuto sopratutto alle sue lotte al fianco di Fidel Castro durante la rivoluzione cubana e alle lotte per le libertà sudamericane.

Non solo politica per questo medico rivoluzionario ma nella sua vita ha avuto a che fare con molte passioni, tra le quali quella per lo sport e per il rugby.

El Che e la passione per il rugby

«Papà, il rugby mi piace e, dovessi crepare, continuerò a giocarlo». cosi rispose Che Guevara al padre che voleva vietargli di praticare questo sport. Il genitore gli aveva messo il divieto per questo sport dato che un asma creava problemi di respirazione al giovane ragazzo.

Che Guevara manteneva sempre viva con se, oltre la passione per la lettura quella di praticare sport, su tutti quella per il rugby e non voleva che il problema potesse limitare le sue attività.

El Che
Ernesto Guevara del la Serna detto El Che con la maglia dell’Estudiantes – credit: Rugby today

Che Guevara ha giocato a rugby dal 1942 al 1951 come ala o centro. Le sue doti da gran placcatore e la sua abilità con un mix di grinta gli diedero il soprannome di “Fuser il furibondo“.

Un altro soprannome che gli diedero durante la sua militanza nel rugby in “el chancho” ossia il maiale soprannome poco nobile dovuto dal difficile rapporto che aveva con l’acqua e di conseguenza non sempre si lavava dopo gli allenamenti o le partite.

Ad avvicinarlo a questo sport fu Alberto Granado, successivamente suo compagno di viaggio nell’attraversamento in motocicletta del Sud America e grande amico dell’argentino

Entrato a studiare nella facoltà di medicina cominciò a giocare nell’Estudiantes, successivamente anche San Isidro e Atalaya. Egi dimostra sul campo da gioco le sue capacità; forza, aggressività, velocità. Era un ragazzo molto energico manteneva però il limite di doversi fermare di tanto in tanto a bordo campo per usare l’inalatore per l’aria.

La sua passione per questo sport lo porta anche a collaborare con la rivista Tackle per la quale scrive approfondimenti sul rugby.

Il viaggio in moto insieme all’amico Alberto

Negli anni in cui Guevara viveva la sua gioventù in Argentina era presente il Peronismo e come ogni governo autoritario lo sport, come accadde anche in Italia con il governo fascista, viene utilizzato come mezzo di propaganda ma durante il periodo universitario, il futuro rivoluzionario ancora non era molto interessato alle questioni politiche.

Nel 1951 Che Guevara abbandona lo sport per conseguire un viaggio insieme all’amico Alberto Granado. I due ragazzi decisero di affrontare questo viaggio già da tempo con la scusa di prendersi una pausa dagli studi.

Proprio durante questi viaggi i due ragazzi vedono le condizioni di povertà in cui viveva il Sud America, rimanendo colpiti da come alcune popolazioni venivano sfruttate.

Proprio da questo momento Ernesto Che Guevara si avvicina sempre più alle questioni politiche che lo portarono fino alla rivoluzione di Cuba e ci hanno fatto conoscere ed ammirare il suo personaggio.

In alcune interviste rilasciate successivamente dal suo amico e compagno di viaggio, Alberto Granado ha raccontato che la pratica ed il rispetto per le regole del rugby hanno influenzato molto la vita successiva del Comandante. Forza, durezza, rispetto per i compagni e per gli avversari.

Per lui con l’inizio della militanza politica e militare non c’è stato più spazio per lo sport, fino alla prematura scomparsa arrivata dopo un attacco in Bolivia il 9 ottobre 1967.

Magari ce lo possiamo immaginare El Che qualche nottata durante le guerriglie in mezzo la giungla passate a passarsi la palla e parlare di rugby.