Ha tenuto il palco dell’Indimenticabile festival rappando per un’ora e mezza di fila, mentre di fronte a lui si preparava un temporale e il suo pubblico restava, nonostante pioggia e vento, a cantare e ballare insieme a lui: Gemitaiz ha chiuso così la rassegna musicale che ha impegnato il Bologna Sonic Park il 12 e 13 luglio. Il pomeriggio è stato scaldato a dovere da Ketama126, Ghemon, Coma_Cose; ma le persone rimaste sotto il palco sono qui per Gemitaiz, headliner della serata.

Romano, classe 1988, nel suo ultimo album, “Davide” (uscito il 20 aprile 2018 e definito dall’autore come un proseguimento naturale di “Nonostante tutto”), porta diversi featuring (Guè Pequeno, Fabri Fibra, Achille Lauro, Coez, Madman e Priestess) e si racconta, guardandosi dentro, senza filtri: 

Gemitaiz al Primo Maggio 2018 Ph © Andrea Stevoli
Gemitaiz al Primo Maggio 2018 Ph © Andrea Stevoli

Oggi voglio piangere/ Voglio farmi commuovere / Che dentro ho un buco nero / Un dubbio giornaliero / Mi fa sentire nel mio corpo come uno straniero / E poi mi ritrovo qua sovrappensiero / Non mi conosco più sarò sincero / Poi mi dicono / Da-Davide ma dove vai? / Oggi come stai? / Come mai non rispondi mai? / Fra’ ritornerai? / Non lo so / Io mi voglio perdere/ Tra Saturno e Venere.” (“Diverso”). 

Ha preparato una scaletta che prevedeva solo una piccola pausa di cinque minuti scarsi, giusto il tempo di cambiarsi la maglia, e ha alternato gli ultimi singoli ai pezzi più vecchi, per ‹‹i nostalgici››. 

Aprono il live “Toradol”, “Rollin’”, “Giuro che”; Davide porta sul palco anche le diverse collaborazioni realizzate, ringraziando sempre e salutando i suoi colleghi, così per “Tanta Roba Anthem” ft. Gue Pequeno, “Keanu Reeves” e “Thoiry Remix” ft. Achille Lauro, “Pezzo trap” ft. Fabri Fibra, (contenuta in “Davide”) che riprende la volontà del rapper di continuare a scrivere senza tener conto delle mode del momento: 

Gemitaiz – Davide

Davide non c’è, Davide non ce la fa / Davide dov’è? Davide è di là / Dice che adesso è cambiato il rap / Per fare successo devi fare trap / Ma io avrei fumato tutto anche se / Non esistevi te, non esisteva il rap / Avrei comunque voluto il cash / Avrei la stessa gente dietro di me / Tanta Roba indipendence, scrivo quello che mi pare”. 

Dopo “Un giro con noi” il rapper lascia per pochi minuti il palco, mentre viene riprodotto “Non mi va (Interludio)” e ritorna sulle note di “Codice Pin”, per la seconda parte del concerto, che prevede ancora quasi dieci brani; tra cui i singoli più attesi dal pubblico: Veleno7 (ft. Madman), “Senza di me” (ft. Venerus e Franco126), Davide (ft. Coez); ma anche pezzi più vecchi, come “On the corner”

Mentre il concerto si dirige verso la fine, con “Blue Sky”(ft. Madman) Davide riflette con il pubblico, ‹‹gli ultimi pezzi sono tutti per le ragazze, non ci avevo fatto caso››: 

Posso spegnere la luce, posso chiudere gli occhi/ Ma in testa ho te / Ogni minuto dieci rintocchi / Mantide / Mi mandi giù come Atlantide / Prendi il mio cuore in mano e ci giochi / Uno sguardo tuo è come un destro di Rocky / Tutto questo e nemmeno mi tocchi / Che è l’amore stesso che ci spara in petto / Il corpo oltre il parapetto / Sarebbe che ti regalo la mia vita per me non è solo andare a letto/ Lui per convincerti che ti avrà detto?

Sono “Lo sai che ci penso” e“Giornate vuote”chechiudono questo live, mentre il pubblico vorrebbe che il rapper stesse ancora sul palco, ma, oh, come risponde giustamente lui, sta a cantà da un’ora e mezza!

Il live di Gemitaiz è incentrato tutto sulle canzoni: il rapper non perde tempo ad anticipare i brani e scambia al massimo qualche parola veloce con il pubblico; non per distaccarsi da chi ha di fronte, la sua priorità è mettere al centro della serata le parole dei suoi brani (a prova del fatto anche la semplicità della scenografia: uno schermo riportava slogan ripresi dai testi). L’artista prepara una scaletta di tutto rispetto, portando in un festival circa 23 pezzi, e quasi non si ferma nemmeno per riprendere fiato. 

Con una ricca discografia alle spalle, negli anni ha mantenuto una buona capacità di scrittura, non perdendo la vena introspettiva ed emotiva, che nell’ultimo album torna silenziosa mostrando senza maschere chi è davvero Davide:

Ma questo fanno gli artisti / Si lanciano negli abissi / Sanguiniamo al posto tuo / Perché possiamo capirti / Ma so che se rimani qua mi rattristi / Come quel pezzo là di Battisti / Andiamo allora / Rivoglio la mia follia perché la amo ancora /Rimango ad occhi chiusi tipo un quarto d’ora / E quando se ne va la malattia ne voglio ancora / Te l’ho detto che / Io sono diverso

Le immagini sono di © Andrea Stevoli

Live Report : Chiara Grauso