In manette Domenico Crea. L’uomo, latitante dal 2015, era a capo della cosca di Rizziconi, nella piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria.
Alle prime ore dell’alba di oggi, 2 agosto, è stato arrestato Domenico Crea, 37 anni, latitante dal 2015. Aveva subito una condanna in via definitiva a 21 anni di reclusione per reati di ‘ndrangheta.
L’uomo, a capo della cosca operante a Rizziconi, con collegamenti con la cosca della famiglia Alvaro di Sinopoli, è stato trovato in una villa a Santa Domenica di Ricardi, in provincia di Vibo Valentia.
Con lui, erano presenti la moglie e le due figlie. Sul posto sono stati rinvenuti anche 5mila euro in contanti.
L’indagine che ha condotto all’arresto del latitante è stata svolta dalla Squadra mobile, in collaborazione con il Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.
Domenico Crea era stato individuato giovedì scorso dagli agenti della Squadra mobile, guidati da Francesco Rattà, che hanno poi svolto servizi di osservazione culminati con il blitz di questa mattina.
Gli inquirenti stanno verificando anche la posizione dei coniugi proprietari dell’immobile.
Il clan di Rizziconi
Il suo arresto segue quello avvenuto nel 2016 del fratello Giuseppe, in quegli anni a capo della cosca, dopo una latitanza di dieci anni.
Giuseppe Crea, condannato ad una pena complessiva di 22 anni di reclusione per associazione mafiosa ed estorsione, fu ritrovato in un bunker pieno di armi nella località di Maratopoli. Non era solo, ma in compagnia di Giuseppe Ferraro, boss ‘ndranghetista di Oppido Mamertina, ricercato dal 1998.
I fratelli Crea sono figli di Teodoro Crea, detto “Toru”, capo storico del clan di Rizziconi, condannato a 20 anni di reclusione a seguito della sentenza del processo “Deus”.
In quella occasione ci furono altre 15 condanne nei confronti degli appartenenti al clan, tra i quali il figlio Giuseppe, mentre Domenico Crea venne assolto.
L’indagine partì a seguito della denuncia dell’ex sindaco di Rizziconi, Antonino Bartuccio, che si oppose allo strapotere del clan.
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