Il mercimonio politico. Il dimissionario Matteo Salvini non usa mezzi termini a proposito della prospettiva PD-5 stelle.
Matteo Salvini ha utilizzato parole di fuoco per definire il probabile nuovo governo Conte bis. Un’istituzione, per il ministro Salvini, assolutamente incostituzionale e perfettamente antidemocratica. Non si tratta di altro se non di mercimonio politico.
Come già ribadito più volte dal dimissionario ministro della Lega, l’unica soluzione parrebbe essere quella del ritorno al voto per consentire al popolo italiano di votare chi ha la concreta maggioranza. Il risultato delle ultime elezioni amministrative e presidenziali non dovrebbe, a ragione, premiare un partito sconfitto come il PD, che ora sembra ergersi come forza politica determinante al fine della creazione del nuovo governo.
” Il Movimento 5 Stelle e il PD litigano. Mattarella fermi il mercimonio politico”
Il leader della Lega si è espresso oggi, poco prima delle consultazioni del presidente Mattarella, in questi termini: “Conte è la riedizione del governo Monti, preparava la manovra su suggerimento dei suoi amici Merkel e Macron”.
Salvini ha poi fatto riferimento al Presidente della Repubblica Mattarella, “Abbiamo fiducia che Mattarella non permetterà questo mercimonio ancora a lungo”.
Il Presidente della Repubblica costituzionalmente parlando è richiesto in un momento di crisi quale è questo. Le elezioni anticipate, secondo il diktat, non possono essere la via principe quando l’ultimo voto risale ad un anno fa. È conforme alle aspettative il ricercare una soluzione di compromesso valutata dalle forze politiche che possono formare una maggioranza in Parlamento.
“Sta aumentando il disgusto ed è comprensibile”
Qualche giorno fa si era parlato della possibilità da parte di Salvini di aver scelto il fallimento del governo in maniera calcolata. Una mossa furbesca tesa ad evitare una perdita di popolarità data dall’alleanza coi 5 stelle e la famigerata legge sul bilancio. Il capitano torna, quindi, a tastare il suo terreno fertile: la piazza.
“Comunque vada io non mollo, lavoro al governo, pronto a dare consigli a Di Maio. Se dovessi andare all’opposizione lavorerei ancora di più. Conto su di voi ma non è un appello alla piazza, faccio il Ministro dell’Interno, mi occupo di sicurezza e non di insurrezioni”. Salvini dice di parlare come Ministro dell’Interno ma in realtà è già campagna elettorale. Si sta parlando alla piazza insoddisfatta, al popolo deluso, amareggiato e disgustato da una corruttela politica che non potrà fare altro se non scontentare tutti. E su questo che fa leva Salvini, pronto ad utilizzare i malumori insiti nella nuova maggioranza per sfruttarli in un secondo momento.
Solo i prossimi accadimenti politici e la situazione economica sapranno dire chi avrà avuto ragione. In ogni caso l’alleanza Movimento 5 Stelle e PD corroderà irreparabilmente le fondamenta morali, teoriche e politiche di entrambi i partiti coinvolti.
Sarebbe proprio lecito sottolineare l’adagio di Max Weber il quale chiariva, già a inizio secolo, la realtà della politica di massa. Ciò che noi chiamiamo democrazia è, in realtà, una egemonia oligarchica di un pugno di potenti che si spartiscono un potere legittimato dal voto dei più.