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“Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli, vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere”.

Era il 28 agosto del 1963. Davanti una folla scalpitante, l’attivista afroamericano Martin Luther King pronunciò queste parole.

Il leggendario discorso passato alla storia come “la marcia su Washington per il lavoro e la libertà”, segnò l’inizio della lotta pacifista al razzismo negli Stati Uniti. https://www.youtube.com/watch?time_continue=51&v=EF7E–_BdSg

Sempre dalla parte dei più deboli, Martin Luther King divenne in poco tempo una delle figure chiave nel dopoguerra in Occidente.

Nel 1964 il massimo riconoscimento arriva con il Premio Nobel per la Pace.

In difesa dei diritti civili

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Nato ad Atlanta nel 1929, a soli tredici anni divenne vice direttore dell’ Atalanta Journal.

Michael King, questo il suo primo nome, fu poi cambiato dal padre nel 1934, in seguito ad un viaggio in Terra Santa e nella Germania nazista, dove rimase molto colpito dal riformatore tedesco Martin Lutero.

Inizialmente affascinato dagli studi giuridici, decise di intraprendere la stessa vocazione del padre reverendo battista.

Nel 1950 assistette ad una conferenza su Mahatma Gandhi, condividendone i valori, e nel 1951 ricevette la laurea in teologia e successivamente in filosofia.

Nel 1954 accettò l’incarico come pastore in una chiesa di Montgomery in Alabama, dove tenne uno dei sermoni più famosi ” The three dimension of a complete life”, le tre dimensioni di una vita completa.

“Sogno una società americana libera, democratica, ugualitaria, libera dai pregiudizi sulla popolazione afroamericana. Adesso è il momento”.

Martin Luther King ha sempre creduto i quei principi e li ha difesi fino alla fine, rischiando la sua stessa vita.

Privato più volte della libertà personale, non si è mai fatto intimidire, rendendosi portavoce di ingiustizie e soprusi ai danni di una popolazione emarginata come reietti della società.

Per questo lo definivano “il redentore delle facce nere”.

IL caso Rosa Parks

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Il caso della donna quarantaduenne fece molto scalpore.

Rosa Parks venne arrestata perché colpevole di non aver ceduto il suo posto in autobus ad un ragazzo bianco.

L’accaduto segnò l’inizio di una dura protesta da parte della comunità afroamericana.

Lo stesso giorno, Martin Luther King riunì un gran numero di persone affinché si potessero studiare i termini di una rivolta pacifista.

Così misero in atto uno dei più imponenti boicottaggi ai mezzi pubblici mai esistito.

Da quella sera il 60 per cento dei bus era vuoto.

La Corte Suprema decise per l’arresto dello stesso King, che uscì su cauzione.

“Io ho un sogno, un giorno sulle rosse colline della Georgia, i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza”.

Chissá se Martin Luther King sarebbe soddisfatto oggi…