“Nuovo Umanesimo” – è stato il tema al centro del discorso di Giuseppe Conte al momento del conferimento dell’incarico da parte del Presidente Mattarella.
“Nuovo Umanesimo” e Umanesimo storico
Il termine usato dal Premier uscente ( e rientrante) ha fatto subito il giro del web. E’ anche stato ripreso da molte testate che ne hanno tentato diverse esegesi più o meno efficaci. Al di là di cosa intendesse indicare il Capo del Governo uscente con il termine “Nuovo Umanesimo“, possiamo senza dubbio affermare che l’Umanesimo storico fu uno straordinario impulso alla riscoperta delle arti e della cultura classiche. Esso fece anche da sfondo al progresso tecnico e scientifico che si concretizzò nell’epoca rinascimentale.
In questa ottica è interessante analizzare il contributo offerto dal Governo del cambiamento allo sviluppo culturale e scientifico in Italia in questo ultimo anno.
I numeri del Governo del cambiamento
Stando alle stime della legge di bilancio riportate dal Corriere della Sera, la spesa relativa all’istruzione in rapporto al PIL dell’Italia nel quinquennio 2014-2018 ha fatto registrare una media del 3,6%. La media è scesa al 3,5% nel 2019, ovvero nell’anno del Governo Conte.
La scure della legge di bilancio 2019 si è poi abbattuta anche sul settore dei beni culturali. Qui si sono registrati tagli ai crediti d’imposta su librerie e sale cinematografiche. Si segnala poi una sforbiciata pari a 2.350.000 euro del contributo per il contenimento della spesa ai musei autonomi. Infine c’è stata una sottrazione pari a 20 milioni di euro dal fondo per il bonus cultura destinato ai diciottenni.
Sul fronte degli investimenti in Ricerca e Sviluppo, i dati della OECD aggiornati al 2018 mostrano gli investimenti italiani nel settore in rapporto al PIL. Questi si attestano attorno all’1,4%, a fronte del 2,2% fatto registrare dalla Francia, e del 3% di investimenti tedeschi. Va detto che in questo ambito di intervento, il Governo Conte ha fatto meglio del Governo Gentiloni, ma il miglioramento risulta praticamente impalpabile.
Secondo i dati ufficiali pubblicati sul sito scienzainrete.it le spese destinate ai progetti di ricerca sotto il governo dell’ex Premier del PD hanno impattato sul bilancio complessivo del 2018 per lo 0,349% , mentre quelle registrate sotto il Governo Conte si sono attestate sullo 0,381% del bilancio totale previsto per il 2019. Decisamente troppo poco per pensare di poter colmare il divario con le due principali potenze dell’Eurozona.