In visita a New York, Di Maio e Conte hanno smentito la notizia di una spaccatura sulla tassa delle merendine. Conte ha poi rilanciato l’idea di un’Italia all’avanguardia sulle tecnologie verdi
La Grande Mela, questa volta, non sarà il pomo della discordia per Di Maio e Conte . Almeno a parole. Di Maio e Conte, rispettivamente Premier e Ministro degli Esteri del governo giallorosso, ci tengono a smentire le voci su una loro spaccatura da New York:
“Ci vedete in attrito? Ma ci vedete? Stiamo andando a cena insieme L’obiettivo è abbassare le tasse, non aumentarle. Su questo tema siamo d’accordo. Se poi c’è un progetto per disincentivare alcune fonti dannose, lo dobbiamo fare con un progetto di largo respiro. Non si possono fare balzelli per fare cassa. Auspico una legge di bilancio che migliori la qualità di vita degli italiani e aiuti le aziende ad assumere di più, abbassando il cuneo fiscale. Credo che il ministro Gualtieri e tutto il governo stiamo facendo un buon lavoro di progettazione per un Dpef e una legge di bilancio che soddisfi le promesse che abbiamo fatto quando ci siamo presentati in aula per chiedere la fiducia”
L’ipotesi di una discussione su un’eventuale introduzione di ulteriori tasse era nata dopo due diverse dichiarazioni. Da un lato il premier aveva definito “fattibile” la proposta del Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti di tassare le merendine, e dall’altra la secca smentita del leader M5S.
Il premier ha tenuto a precisare che per ora la tassa è e rimane una semplice idea, proposta anche per sensibilizzare in maniera nuova sull’alimentazione.
Il Green New Deal e l’Italia
Ed è alla fine arrivato il vero punto centrale del suo intervento, ovvero il ruolo dell’Italia nel prossimo futuro:
“L’Italia vuole la leadership nel mondo e il primato sul tema del Green new Deal. Questo non significa ovviamente tassare il nostro sistema produttivo per liberare risorse, ma significa però creare incentivi per riorientare tutto il sistema in quella direzione”
Posizione che Di Maio ha condiviso in pieno, precisando però che:
“Ci sono dei processi di transizione da mettere in moto, è importante che non ci creino degli shock: se incentiviamo dei processi e ne vogliamo disincentivare altri, per creare processi più compatibili con l’ambiente, dobbiamo dare il tempo alle persone di adeguare i propri stili di vita e alle aziende di potersi convertire”